Cravenroad7

Vabbe' Wolkoff ma per te a quarant'anni uno è vecchio? Potrei offendermi, sto entrando anch'io nei quaranta.
Penso che in senso editoriale oggi si possa parlare di un quarantenne come giovane autore.
Anche perché si finisce di studiare che si è già trentenni ed io sceneggiatori che vanno ancora alle medie non ne conosco.
La gente di talento c'è. Non porta i pannolini sicuramente. I giovani sceneggiatori hanno un buon margine di miglioramento. Sta a loro saperlo sfruttare studiando e impiegando al meglio il loro tempo.
Perché io penso che il talento da solo non basti. Ci vuole tanto tanto lavoro.

Last reply, perché stiamo andando troppo OT



In Italia, forse. E non parlo solo di fumetti .
In un (altro) paese normale ti riderebbero in faccia. Se altrove devi aspettare gli "anta" per emergere vuol dire che fino ad allora ti sei nascosto, hai fatto l'incompreso per posa, hai fatto altro, hai puntato sui canali sbagliati, hai aspettato l'ispirazione dagli astri, o ti sei cullato nella "formazione" libresca mentre gli altri si formavano le vere ossa sul campo senza ciucciare ancora dal latte di mammà. E non ci sarebbe il ricambio fisiologico, ma solo scoperte tardive. E comunque questo è un aspetto socio-culturale ben più complesso nelle dinamiche dei soli fumetti, per quanto riguarda l'Italia, lo ribadisco...
Tornando agli sceneggiatori "puri" (che non disegnano), ripeto che all'estero sanno emergere molto prima. Ed anche in Italia nei decenni precedenti. Adesso siamo in tempi di carestia, gioventù parlando: stare ad aspettare il loro "margine di miglioramento" vuol dire arrivare noi alla pensione, disidratati .

ALOHA AD OGNI SCARRAFONE

Io mi sono perso...il punto era che in Italia scarseggiano gli sceneggiatori bravi, poi è diventato che scarseggiano quelli bravi e giovani, poi che scarseggiano quelli bravi, giovani e non disegnatori, poi diventerà che scarseggiano quelli bravi, giovani, non disegnatori e con gli occhi azzurri...

Sul discorso età, Italia, USA, Francia, non basta una sola verità.
Il fumetto italiano di alto livello (quello con i soldi dietro) è tecnicamente molto difficile.
E risulta complicato affidare un albo di 94 pagine, che costa un sacco di soldi, a un ragazzo alle prime armi.
Quindi si cerca di lavorare con persone che sanno quello che fanno.
In USA è più semplice perché produrre un albo di 20 pagine costa molto meno e si può rischiare di più.
Detto questo, in USA esce un sacco di spazzatura, specie scritta da gente giovanissima.
In Italia una volta le nuove leve si formavano su bonellidi, oggi quel settore è in crisi e si formano nell'ambito del fumetto da libreria di varia che, purtroppo e per fortuna, non ha la stessa grammatica del fumetto seriale da edicola.
Quindi capita che arrivi l'autore bravo che però proprio non sa scrivere nella grammatica bonelliana, per dire.

Su Dylan sto facendo un lavoro forte di scouting (di cui alcuni di voi si lamentano) e di formazione.
E sto portando avanti collane come Battaglia o I Maestri per formare nuovi sceneggiatori.
Che ci sono e stanno crescendo.

Detto questo, ogni volta che sento definire me o Bilotta come nuove leve (abbiamo cominciato assieme, più di venti anni fa), mi fa una tristezza infinita.
Vero pure che "nuove leve" davvero significative nel fumetto seriale italiano, si fa ancora fatica a trovarne.

Appunto, CVD.
L'Italia è un caso diverso da altri paesi, specialmente per il fumetto seriale e l'assoldamento della giovine manovalanza ai testi. Una cosa è cominciare a scrivere ex novo un fumetto tutto proprio su internet magari, un'altra inserirti entro un contesto già collaudato, col suo marchio identificativo, che però necessita risorse innovative o frescume sfacciato. Essere ventenni non ajuta di questi tempi. Essere trentenni con poca esperienza suscita sospetto. Uno non sa come falsificare l'anagrafica.
La formazione è abbastanza relativa se non si ha un quid di talento. Sbatti contro un muro, perché con 2+2 non arrivi allo stesso 4 con persone diverse, dopo la lezioncina. Per quello lo scouting è più importante.



Non so a chi ti riferisci, ma per quanto mi riguarda una pagina fa ho definito Bilotta come un "consolidato", e non l'ho certo messo alla pari dei ventenni, per esperienza. Al massimo nuova leva in senso dylaniesco, perché da poco è diventato contributore fisso.
Le tristezze sono altre.

ALOHA GIOVANI BRUTTINI & DISOCCUPATI

non mi è piaciuto per niente, in pratica non c'è quasi nulla in più rispetto al contenuto delle anteprime.

Io apprezzo e rilancio: Rrobe, convinci Guccini a sfornare 32 pagine di Dylan per un futuro Color. Lui i fumetti già li sa fare, e direi che qualche affinità col personaggio (anche se probabilmente lui ne è all'oscuro!!) c'è...

Hai mai letto Storie dello spazio profondo di Guccini e Bonvi?
Io amo Guccini

Si è tanto criticato la linea debole Gualdoni, ma in "Mater Dolorosa" vedo una carenza di coraggio, dal punto di vista della sceneggiatura, che non dà certo forza alla rivoluzione "recchioniana".

Mi è sembrata una sorta di sequel parzialmente riuscito del numero 100 (che già in parte mi deluse all'epoca). Mater Morbi contro Morgana è senza dubbio la parte centrale e più accattivante dell'albo, mentre il piccolo Dylan sembra distante da quello adulto. Troppo saggio, poco disincantato.

Capitolo a parte per i disegni. La rivoluzione qui si vede e Gigi Cavenago dà il meglio di sè, con tavole a piena pagina che faranno la storia della serie.

Carina la copertina, ma nel complesso da Recchioni mi aspettavo molto di più. Mi è sembrata una situazione simile al terzo e conclusivo (?) capitolo della saga di Inverary, quello scritto da Michele Masiero.

Come demolire un albo esaltatissimo in tre righe.

La copertina è bella. Sono contento che Stano ci abbia lasciato con questo bellissimo "canto del cigno".
Copertinisticamente parlando eh, speriamo adesso di vederlo in tante e tante storie.
Come fumettista lo adoro, come Copertinista non mi piaceva più da parecchio tempo. Mi piacevano tantissimo le copertine "pittoriche" che faceva per i giganti.

non sono una fan di Recchioni eppure questo albo l'ho trovato piacevolissimo. Non mi entusiasmava così un numero di Dyd da tempo, letto tutto d'un fiato. E poi la colorazione...!

Pensavo a tutti i lettori che volevano mollare con l'albo del trentennale.
Questo albo è un po' come se fosse davvero l'ultimo.
Ci saluta Dylan e ci saluta anche Stano.
Io avrei cambiato anche la numerazione però. Il 362 in numero 0 con la copertina bianca e il 363 in numero 1 con la prima appunto copertina di Cavenago.
Modificando anche il titolo della testata in Dylan Dog Hells bells che oltre ad essere la tipica espressione di Dylan richiamerebbe quella di John Constantine Hellblazer.
Magari per farlo assomigliare ancora di più a gli avrei cucito addosso un passato in cui lui suona il basso in un gruppo punk.
Non è una bella idea?
Lettori che avete mollato, non mollate anche il forum!!!!

E le sigarette!

Non ho capito se il vaccino sia il siero dell'immortalità di Xabaras o una cosa distinta. Anche perché non si fa cenno al mollusco/Cagliostro.