Cravenroad7

Io la trovo inquietante ma per motivi diversi dai tuoi

Finalmente un albo notevole! Ci ho trovato anche dei dialoghi arguti e condivisibili, che mi hanno sorpreso perchè a mio avviso il Rrobe non ha mai brillato come dialoghista. Peccato che la restante "ciurma sceneggiatrice" all' opera sulla testata sia in piena CRISI creativa

Finalmente letto.
due centesimi (che già molti han detto molto):

SPOILER



Mi piaciuto assai, voto ottimo senza indugi. Recchioni secondo me riesce a incastrare il suo Dylan con quello di Sclavi, non vedo forzature di nessun tipo. Qualche tassello va a posto (la casa ecc..) e qualcosa viene lasciato per il futuro (chi è alla fin fine JG?).
Alcune sequenze davvero commoventi, e parlo di sceneggiatura, altre molto intrigati o divertenti (il Dylan Dellamorte - già percepito pure nello special di Bilotta, la battuta sull'Inghilterra, forse solo sarcasmo oppure un piccolo rimando al Modulo A38).
Disegni: avete già davvero detto tutto. Un 10+++

Piccole cose che mi han fatto storcere il naso:

-cover: ammetto (a me stesso) una cosa che fino ad ora disperatamente negavo: non riesco più ad apprezzare Stano. Peccato. Credo che la sua ultima cover che mi sia davvero piaciuta sia Spazio Profondo. Questa del 361 non rende giustizia alla storia e viene massacrata orribilmente dai disegni di Cavenago. Osate: campbiate copertiniste e date a Stano 1-2 storie l'anno.
-Duello MM/M: troppo fisico e sopra le righe. Quelle 2-3 paginette hanno fatto notevolmente calare la tensione durante la lettura. Non parlo della spada, parlo proprio di dialoghi e della natura dello scontro. La storia è tutta sospesa tra sogno e realtà, ricordi e illusioni, poi arrivano gli Orfani/Power Rangers a scazzottarsi e io rimango un pò così...il senso dello scontro è chiaro, ma i personaggi sono stati gestiti male, imo
-questa è strana: visto che la mia fumetteria ancora non aveva preso sto Dylan per tenermelo da parte (dopo 2 settimane dall'uscita!!) ho deciso di disdire "l'abbonamento" e recuperarlo in edicola. Il gestore della fumetteria mi dice però che sarebbe arrivato comunque ormai, così mi ritroverò con 2 361. Poco male mi son detto, lo regalerò a qualcuno che non ha mai letto Dylan. Ecco il problema: uno che non conosce il personaggio e i suoi trascorsi deve DAVVERO recuperare 5-6 numeri per capire il delirio di sta storia. Non è davvero un difetto eh, capiamoci, però mi ha fatto pensare (per dire, non sono nemmeno presenti i rimandi agli altri numeri come si è sempre fatto, tipo * vedi numero x quando appare MM o JG...)

Questo è quanto, niente salsedine ne alzo di asticella per il fumetto italiano. Forse, però, uno tra i migliori Dylan di Recchioni. Non poco davvero per un celebrativo. Applausi.

P.S. poi uno chiude l'album e vede cosa succede il prossimo mese. Tutto perfetto!

Alla Bonelli fanno ancora disegnare le copertine di Dampyr a Riboldi che è totalmente negato, figurati se cambiano Stano (grande disegnatore ma non grande copertinista).

Poi Stano è una colonna di Dylan Dog, anche volendo non credo che sarebbe facile togliergli la poltrona.

Stano is the best

Per ora due pensieri sparsi.

Alcuni dialoghi alla "marito mio" e "figlio mio" sono brutti anche se ambientati 300 anni fa. Molto brutti. A questo punto per ricordare i legami familiari si potevano inserire delle didascalie ad ogni tavola con l'albero genealogico di Dylan.

Onomatopee per ogni cosa che succede, anche una a vignetta. Show, don't tell, anche in questo caso. I disegni bastano a far capire che succede, non c'è bisogno di fartelo capire con dei bruttissimi crack o snap. In Watchmen forse manco uno ce n'è.

Ghost prevede ogni cosa ma non che dylan si butterà. Lo avevo previsto io che a calcolo di probabilità sono messo bene quanto Salvini lo è in fatto di integrazione e tolleranza etnica. La roba del sushi è un altro esempio di estremizzazione del personaggio che è appena meno pacchiana della didascalia con frecciona "Sono uno stronzo e faccio cose stronze e boriose!".

Morgana che tira fuori la spada dalle tette mi ha fermato il cuore per qualche secondo. Fortunatamente non ero solo in casa e i miei amici mi hanno aiutato. Quel "puttana" tirato fuori con cattiveria e lo scontro fa tanto shonen delle sailor. Un po' di imbarazzo.

Anche la parte della nave con le ossa del drago mi ha fatto male alla mia parte non fantasy (che è bella grossa).


Non è una polemica, almeno non prima di essere sicuro di una cosa, ma vorrei chiedere a chi magari è più informato di me.
Come mai è citato kinsky? E perché Vonnegut? Parliamo di Kurt? (so che c'è anche in mater morbi, e rigiro la domanda anche a quell'albo)
Se la spada è una citazione di scott pilgrim, perché inserirla in questo albo? Qual è il collegamento?
E perché il brexit?
Come mai il tizio con la barba bianca nella ciurma dice nella prima vignetta una cosa e nell'ultima l'opposto? Bipolare?
Shakespeare e la sua tempesta citati perché c'è una... tempesta?
E perché il titolo di un'opera di Goya, strabusato come gli aforismi di morrison e wilde su facebook?

I disegni bellissimi, un po' sprecati secondo me con una storia così poco interessante.

Lascio perdere pure il fatto che alla fine il fulcro è una scazzottata tra la fidanzata darkettona che viene presentata alla mamma iperprotettiva, e che baby dylan faccia certi discorsi.

Note positive della storia: la camicia bianca che diventa rossa perché intinta nel sangue. Una piccolezza che vale più delle parti più chiacchierate e maggiormente studiate dall'autore. (tornando al discorso dei colori, una cosa del genere in bianco e nero non sarebbe riuscita)
Le tre vignette in cui dylan dice di star male, si inginocchia salvo poi dire "scherzavo, sto bene". Questa sequenza, ridotta ad una nota a margine di un fumetto, per me, insufficiente, mi ha addirittura fatto pensare a Pazienza. Non so perché.


Alla fine mi è venuta comunque una mezza recensione, ma qualcos'altro lo potrei dire quando avrò un attimo libero.
Voto 4 alla storia, voto 8 ai disegni. Tot 4, perché per me i disegni possono esaltare una storia valida (e viceversa) e non salvarne una zoppicante (e viceversa).

Votato accettabile. Albo che non mi è dispiaciuto, magari quasi quasi riprendo pure a leggerne altri...

E' una situazione singolare. Pare difficile schiodarlo da quella posizione, ma sembrerebbe esser lui stesso il primo a volerla mollare. Diciamocelo, in tutta sincerità: l'attuale Stano non ne può più delle copertine di Dylan, e preferirebbe dedicarsi ad altro, storie comprese. Però il legame ombelicale è difficile da scindere, e rimane impiccato a questo cordone di posizione non maturabile, nolente/dolente.
Di sostituti più volonterosi e più che decorosi se ne possono elencare a dozzine, ma il turn over generazionale rimane molto delicato, quindi nel dubbio si rimane così... per ora

ALOHA ANGELO STAMO...SEMPRE QUI

Su Stano per molti di noi il rammarico è doppio: salvo eccezioni (questa per me lo è, una buona copertina, dopo dozzine così così) le copertine ci piacciono poco da anni ed il lavorarci toglie tempo al disegnare qualche storia, dobbiamo aspettare la seconda di Sclavi per rivederlo.
Potrebbe scambiarsi con Cavenago (che non penso, anche se mi piacerebbe, che lavorerà ad un albo come questo ogni anno), così ne avrebbe solo tre da realizzare all'anno

La risposta più semplice sarebbe "perché no?".
Se ne cerchi una più approfondita temo non ne usciremmo, incartandoci sul perché il Kinski in Cagliostro ha senso e quello in Mater Morbi no.

Sono d'accordo, anche sullo scambio su Cavenago. Io Stano lo voglio a disegnare storie, da sempre, non copertine.

Il problema di Stano è che è stato iconizzato, mentre non riesce a produrre più "icone". E' come se fosse un nume tutelare/portabandiera di cui non si può fare a meno, in linea di principio, quando il suo lavoro è collegato alla dylanietà per esteso, inedito per inedito. Deporlo è un passo mooolto più lungo (anche solo concettualmente) di quello che si sente di fare la gamba zoppicante della redazione.
Visti certi lavori attuali, non credo devolva poi molto tempo alle copertine, quindi una volta allontanato da quell'ambito non ci sommergerà di tavole per le storie disegnate da lui. Sulle sceneggiature è un altro discorso, perché dopo gli scheletri legionari non se ne è saputo più nulla.

E' MORTO IL RE, LUNGO ALOHA AL RE

Dear Dear, mi sa che ad oggi non mi piacerebbe neanche in Cagliostro.
Diciamo che ho superato la fase Sclavi presidente della repubblica. (quando avevo 6 anni lui e Giovanni Rana si giocavano le mie fanta elezioni)
Ad ogni modo credo che si trattasse anche di un prendersi o meno sul serio. Non continuerò il discorso sclavi ok rrobe no sulle citazioni, ma sono ancora convinto che in un fumetto nelle cose ci debba essere un perché.

Mi hai fatto salire la tristezza

La citazione che mi ha irritato di più fin da piccolo è il monologo di Blade Runner buttato pari pari in Alfa e Omega.
Bisogna anche ammettere che in generale c'era tutto un altro candore sia in chi scriveva sia in chi leggeva (e te credo, erano tutti adolescenti i lettori di Dylan Dog).