Cravenroad7

Nota a margine: mentre leggevo l'albo, pensavo che come prossimo disegnatore – o meglio, uno dei prossimi, visto che presumo che il prossimo Speciale sia già in fase di disegno – vedrei benissimo Ambrosini. Credo che sarebbe davvero perfetto per illustrare un volume di questa bellissima saga, al punto che, ammirando l'ottimo lavoro di Camagni, già pensavo a come sarebbe il Werner del nostro Ambro... RRobe, mettici una buona parola, vuoi?

Anche a me all'inizio è sembrato strano...però nella logica di Werner ha un senso. Lo dice anche a Dylan (pag 34,35,36) che gli "ospiti" dell'oasi sono messi alla prova.

A me piace questa saga in quanto è un ALTROQUANDO. Spero non stravolgano ulteriormente la serie classica.

CAPOLAVORO ASSOLUTO. Da ogni punto di vista!
Punto - e non serve aggiungere altro!

sinceramente faccio fatica a seguirti , il perchè lo si è capito , perchè nel mondo originale non riusciva piu' a viverci , allora meglio vivere in un mondo falso , ma vivibile. (Il motivo poteva essere anche che stava indagando , quindi intrufolarsi in quel mondo , le cose coincidono comunque). La droga aiuta a dimenticare e inibire i ricordi . Dopodichè il libero arbitrio comincia a mente sgombra e in un ambiente diverso, almeno per quel che puo' durare , alcuni anni , (infatti come descritto nell'albo precedente alcuni tornano indietro , ma non riescono piu' ad inserirsi nel mondo originale.) Le guardie sono messe anche per non fare entrare gli zombi nell'oasi. E poi è per forza limitata l'area , werner non avrebbe potuto cambiare l'intero mondo , ma una piccola porzione , un'oasi appunto.
Poi magari sto dicendo un sacco di cazzate e non ho capito niente della storia .

Pure io voglio Ambrosini!

SPOILER

Werner, cogliendo l'occasione datagli dall'apocalisse, crea un nuovo mondo in cui poter ricominciare da capo. Il suo intento è quello di dare una seconda possibilità all'umanità, ovvero vedere se, cancellando virtualmente il passato, gli uomini ripeteranno gli stessi errori (o almeno quelli che lui considera errori). Se il libero arbitrio fosse negato agli abitanti dell'oasi, l'esperimento non avrebbe più senso. Inoltre lo stesso Werner nel monologo di pag. 83-92 afferma che gli uomini, anche all'interno dell'oasi, non cambiano realmente, quindi non è vero che lì dentro le cose vanno in modo diverso rispetto all'esterno. L'unica differenza è che non ci sono gli zombi.

EDIT: sullo sfondo di tutto ciò c'è il discorso sull'esistenza o meno del libero arbitrio: se, come sostiene Werner, gli uomini sono dominati dalla loro natura (ovvero compiono sempre gli stessi errori), si può dire che esista veramente un libero arbitrio? Forse che le nostre azioni, da noi ritenute frutto di una libera scelta, sono determinate dai nostri geni e dall'ambiente in cui viviamo?
In ogni caso, la scelta di Werner è quella di non intervenire nei fatti umani.

Convengo nel considerarlo un po' troppo di "raccordo", ma a parte questo e un po' di lentezza iniziale, la lettura d'insieme mi ha lasciato molto soddisfatto. La saga del PdM sta diventando un Fumetto, con la F maiuscola. I disegni, come la lunga prima parte ambientata nell'oasi, mi hanno lasciato un po' spiazzato ma alla distanza sono rimasto quasi ipnotizzato.

Questo speciale paga un po', come già detto, il fatto di essere troppo di raccordo ma forse questo è anche il suo punto di forza: la storia, faticando a "entrare in partita", lascia spazio all'atmosfera di spaesamento che Bilotta voleva creare. La sua è una non-narrazione funzionale alla vita nell'oasi, dove la memoria non esiste e quindi la costruzione narrativa si nutre di approfondimenti psicologici, onirici e sensazioni di straniamento.

Momenti di grande fumetto quando



Voto 8

E pure io.
Possiamo chiederglielo...è sul forum?

a voi!!!

Dunque un ultimo commento e chiedo scusa a tutti per la pazienza. Gli zombi come i vampiri non esistono! Rappresentano una raffigurazione simbolica del male , funzionale ai generi cinematografici letterari e quindi anche nei generi del fumetto. Fuori dai generi la questione del bene e del male è piuttosto complessa . Nella tradizione orientale , dell'estremo oriente, non ci sono inferni o paradisi nel senso in cui li intende la morale Cattolica o Islamica , , il bene e il male sono complementari l'uno consente di riconoscere l'altro e la questione è quella dell'armonia e dell'equilibrio.… Romero che li ha inventati nella veste formale che conosciamo intendeva denunciare il sistema capitalistico consumistico come terreno della disumanizzazione. Una società destinata al consumo indiscriminato di cose per lo più superflue come automatismi indotti dalla rendita capitalistica. Gli zombi per Romero siamo noi. Creature prive di coscienza . In questa storia se il padrone dell'oasi volesse veramente emendare l'essere umano , auspicherebbe maggior coscienza altro che l'oblio. Il problema qui è che l'autore gioca coi climax affastellando vario citazionismo decontestualizzato . Alla fine tutto si fa farraginoso e non si coglie , se c'è, il un suo pensiero nel merito. Comunque mi pare di capire dai commenti lusinghieri che sembra non essercene bisogno.

Continua pure quanto voi, sono osservazioni interessanti quelle che fai.

Dateci più saghe e fatevi meno "seghe" (mentali). Albo storico. Non ho nient'altro da aggiungere.

Ma infatti a me pare palese che l'esperimento di Werner sia un'utopia destinata al fallimento e che egli stesso se ne renda conto, pur attribuendo il risultato alla natura dell'uomo piuttosto che a un suo errore.

Come per lo speciale precedente,"La casa delle memorie"...per Bilotta non e' tanto la trama,l'azione,lo sviluppo della storia che conta,quanto piuttosto una riflessione intimista e profonda sull'uomo\personaggio Dylan.Narrazione e metanarrazione spesso si scambiano i ruoli,a favore di un risultato che piaccia o meno,rilegge e rappresenta in modo diverso quello che e' il personaggio.Le sue abitudini,e le abitudini del lettore.La sua "nuova" visione delle cose,del mondo,un contesto diverso,e quindi caratteri diversi fanno di questa saga parallela\futuro un qualcosa di assolutamente unico e dal potenziale quasi illimitato se ben gestito.Bilotta e' bravissimo.Lo dissi anche l'anno scorso.Ha capito il personaggio come pochi altri,Sclavi in testa.E ne e' l'erede ideologico.Il racconto e' il manifesto in questo senso.
"La fine e' il mio inizio" si basa poco sul ritmo,sul caso della settimana,del giorno o del mese...rompe gli schemi,rielabora concetti e consuetudini.E' coerente con il lavoro precedente dell'autore.E' un viaggio psicologico,una storia che si focalizza fondamentalmente sul concetto di Dio,di creazione,di vita e di morte(questo e' puro Dylan).
Personaggi secondari che prendono il sopravvento,e liberano l'indagatore dal fardello del mattatore a tutti i costi.Non mancano i collegamenti con il passato,anzi.Dicevo,personaggi come Werner prima,ed Herbert poi...non possono lasciare indifferenti il lettore.
Nella loro caratterizzazione c'e' tutto il pianeta dei morti possibile.Il bene e il male,l'ambiguita',l'illusione,la realta'.Dylan e gli immemori,Sybil e i ricordi del passato che urlano per tornare a galla.
Assistiamo a sviluppi imprevisti,imprevedibili,e di grande impatto emotivo.
Una Londra fuori Londra che era diventato uno scenario tanto rassicurante,quanto inquietante.Ricorda "Wayward pines" per molti aspetti.Fino a sgretolarsi,almeno concettualmente,e restituirci una Londra...quella vera,o quel che ne resta,ancora li'.Ancora distrutta.Ancora con il paziente zero che nel frattempo sembra essere cambiato a suo modo.
Una stato di alienazione di 100 e passa pagine che difficilmente molla la presa,e come fatto in passato,tra atmosfere noir,hard-boiled,un senso di inevitabile declino e fallimento...costituisce la colonna portante di una serie di storie destinate a fare la differenza nell'universo Dylandoghiano.
I dialoghi di Bilotta sono brillanti,e in piu' situazioni forse danno il meglio di "La fine e' il mio inizio"...penso a Dylan e Werner in particolare.
Gli sviluppi,la conclusione,sorprendono e lanciano in modo "provocatorio" e coraggioso quello che sara'.Il nuovo inizio.Ancora,e ancora.

Personalmente,cosi' come ho amato "La casa delle memorie"...non posso che amare anche questo "La fine e' il mio inizio".Storia adulta,forte,senza compromessi.Libera da vincoli e rassicurazioni.
Dylan Dog mai cosi' lontano da se stesso,e allo stesso tempo perfettamente in linea con lo spirito del personaggio.

I disegni di Camagni decisamente apprezzabili,per quanto a tratti un po' scarni.
Ma accompagnano la visione e la lettura in modo soddisfacente.

Ottimo esempio di fumetto fatto come il Dio delle sceneggiature comanda.Pagina dopo pagina,appagante e a modo suo entusiasmante.

Forse perché il contagio è colpa sua visto che non uccide groucho zombie?