Come per lo speciale precedente,"La casa delle memorie"...per Bilotta non e' tanto la trama,l'azione,lo sviluppo della storia che conta,quanto piuttosto una riflessione intimista e profonda sull'uomo\personaggio Dylan.Narrazione e metanarrazione spesso si scambiano i ruoli,a favore di un risultato che piaccia o meno,rilegge e rappresenta in modo diverso quello che e' il personaggio.Le sue abitudini,e le abitudini del lettore.La sua "nuova" visione delle cose,del mondo,un contesto diverso,e quindi caratteri diversi fanno di questa saga parallela\futuro un qualcosa di assolutamente unico e dal potenziale quasi illimitato se ben gestito.Bilotta e' bravissimo.Lo dissi anche l'anno scorso.Ha capito il personaggio come pochi altri,Sclavi in testa.E ne e' l'erede ideologico.Il racconto e' il manifesto in questo senso. "La fine e' il mio inizio" si basa poco sul ritmo,sul caso della settimana,del giorno o del mese...rompe gli schemi,rielabora concetti e consuetudini.E' coerente con il lavoro precedente dell'autore.E' un viaggio psicologico,una storia che si focalizza fondamentalmente sul concetto di Dio,di creazione,di vita e di morte(questo e' puro Dylan). Personaggi secondari che prendono il sopravvento,e liberano l'indagatore dal fardello del mattatore a tutti i costi.Non mancano i collegamenti con il passato,anzi.Dicevo,personaggi come Werner prima,ed Herbert poi...non possono lasciare indifferenti il lettore. Nella loro caratterizzazione c'e' tutto il pianeta dei morti possibile.Il bene e il male,l'ambiguita',l'illusione,la realta'.Dylan e gli immemori,Sybil e i ricordi del passato che urlano per tornare a galla. Assistiamo a sviluppi imprevisti,imprevedibili,e di grande impatto emotivo. Una Londra fuori Londra che era diventato uno scenario tanto rassicurante,quanto inquietante.Ricorda "Wayward pines" per molti aspetti.Fino a sgretolarsi,almeno concettualmente,e restituirci una Londra...quella vera,o quel che ne resta,ancora li'.Ancora distrutta.Ancora con il paziente zero che nel frattempo sembra essere cambiato a suo modo. Una stato di alienazione di 100 e passa pagine che difficilmente molla la presa,e come fatto in passato,tra atmosfere noir,hard-boiled,un senso di inevitabile declino e fallimento...costituisce la colonna portante di una serie di storie destinate a fare la differenza nell'universo Dylandoghiano. I dialoghi di Bilotta sono brillanti,e in piu' situazioni forse danno il meglio di "La fine e' il mio inizio"...penso a Dylan e Werner in particolare. Gli sviluppi,la conclusione,sorprendono e lanciano in modo "provocatorio" e coraggioso quello che sara'.Il nuovo inizio.Ancora,e ancora.
Personalmente,cosi' come ho amato "La casa delle memorie"...non posso che amare anche questo "La fine e' il mio inizio".Storia adulta,forte,senza compromessi.Libera da vincoli e rassicurazioni. Dylan Dog mai cosi' lontano da se stesso,e allo stesso tempo perfettamente in linea con lo spirito del personaggio.
I disegni di Camagni decisamente apprezzabili,per quanto a tratti un po' scarni. Ma accompagnano la visione e la lettura in modo soddisfacente.
Ottimo esempio di fumetto fatto come il Dio delle sceneggiature comanda.Pagina dopo pagina,appagante e a modo suo entusiasmante.
|