Può darsi non faccia parte del pubblico che si entusiasmi a leggere remake fumettistici, me ne sono accorto qui e pure col Topolino in edicola con l'evitabile
Topolino e la banda dei cablatori (in origine
Piombatori, l'esordio di Giuseppe Tubi) di Faraci/Pastrovicchio.
Di queste tre storie l'unica a cui assegno un voto sopra la sufficienza (un 7) e quindi mi fa votare accettabile è l'ultima.
Quella di Recchioni ad una rilettura perde fascino, rimane l'interesse per essersi dedicato ad uno degli oggetti più controversi del leggendario numero uno (la custodia del clarinetto, più che altro ciò che contiene e permette di risolvere una situazione complicata). Voto: 5,5.
La seconda sugli Uccisori punta sull'originalità della forma narrativa, la ripresa con la telecamera. Peccato che dopo qualche pagina abbia cominciato a venirmi a noia e aggiungendo un Dylan di sfuggita, l'ovvia mancanza di sorpresa per la storia, nonostante l'apprezzamento di varie vignette ha finito col prendermi poco nella lettura. 5,5 anche per questa.
Accattivante Accatino (
) invece nella sua rivisitazione di un albo discreto (tutt'altro che tra i più famosi della serie come possono essere, quasi indipendentemente dalla valenza qualitativa, i precedenti utilizzati) sia per la forma in stile fumetto vintage sia per i modi narrativi e la cornice col ragazzino che legge l'albo (fumetto nel fumetto, ma senza tirarsela).