Questo 358 mi è piaciuto abbastanza, senza esagerare. La storia ha molto lati positivi: - ottimo ritmo narrativo che non fa mai calare l'attenzione; - buona caratterizzazione dei comprimari e dei personaggi secondari (in particolar modo Bloch e Groucho); - un Dylan smaliziato e con un ruolo attivo nell'indagine; - qualche momento di vera inquietudine. Non manca però qualche lato negativo: - il finale un po' affrettato nelle ultime pagine; - alcuni spunti orrorifici non del tutto sviluppati. I disegni di Rinaldi sono molto belli ma a volte i movimenti dei personaggi sembrano un po' legnosi.
Voto: 7-
_________________ "Si può dire allora che la storia possiede un'architettura, Hinton? È un'ipotesi grandiosa e terribile."
_________________ Regola numero uno: I commenti non rispecchiano l'andamento dei voti. Regola numero due: Il 6 è un voto contemporaneamente positivo, negativo e neutro.
Oggetto del messaggio: Re: #358 - Il prezzo della carne
Inviato: lun lug 04, 2016 3:58 pm
Iscritto il: mar ott 19, 2004 2:43 pm Messaggi: 10746 Località: Sardegna
Niente OT!
_________________ ------------------------------------------------------------------------------------------ Un uomo ha bisogno di cinque cose: una donna, un cavallo, una tenda, un fuoco, e qualcosa per cui combattere.
Oggetto del messaggio: Re: #358 - Il prezzo della carne
Inviato: lun lug 04, 2016 4:51 pm
Iscritto il: ven feb 20, 2015 5:53 pm Messaggi: 2562
Voto ottimo perché l'albo è la fotocopia dell'episodio 1x03 della serie TV Masters of horror, la danza dei morti, a sua volta ispirato da un racconto di Richard Matheson, a me i soggetti originali fanno schifo, quindi benissimo. Dopo aver visto qualche albo fa un Dylan esibizionista mostrare il culo a Rania, a pag. 69 (del kamasutra) lo vediamo anche scopare bendato. Benissimo, è questo il Dylan Dog che vogliamo vedere. Siccome quando si scrive un fumetto nel 2016 è importantissimo strizzare l'occhio al metafumetto, Dylan ci ricorda che: Esiste un filmaccio su DD (pag 30), che nella fascia due Bloch è in pensione (pag 51) e non aiuta più Dylan (pag 52), che non ha più il tesserino scaduto (pag 56), che ha lo smartfon (pag 53) ma lo ha dimenticato a casa. Ottimo, bisogna SEMPRE ricordare che non è più QUEL Dylan Dog, anzi io avrei anche ribadito ai lettori il nome di Bloch che, per chi non se lo ricordasse, è Giofonchio. A proposito di Bloch, l'ho trovato davvero "a fuoco", nel senso che ad amici così è meglio dargli fuoco. Anche l'editoriale ci rassicura che tutti gli albi che stiamo leggendo servono a passare il tempo nell'attesa che ritorni Tiziano Sclavi (rigo 60 e scansione della patente scaduta a fondo pagina). Voto 10 e lode. Lo consiglierei anche ai lettori di Adam Wild.
Oggetto del messaggio: Re: #358 - Il prezzo della carne
Inviato: lun lug 04, 2016 6:19 pm
Iscritto il: sab ago 27, 2011 12:53 pm Messaggi: 3405 Località: Valsesia
Ah ecco l'altro racconto, oltre quello di Martin, che non mi veniva in mente. Quello di Matheson! L'idea, in effetti, è molto più vicina a quella dell'albo, rispetto al primo "referente". Comunque a maggior ragione, se tra opere letterarie e cinematografiche è un'idea che si è vista almeno 5-6 volte ha senso parlare di fotocopia? Allora anche il 70% dei primi 100 numeri sono fotocopie di qualcosa.
Voto complessivo non oltre il6 ½ , e buona parte deriva dal lavoro onesto e sentito di un ottimo Rinaldi. Decisamente meglio, a livello di storia su questa media voti, la Barbato di Aprile, che almeno aveva qualcosa da dire, o lo stesso Accatino del cacciatore di streghe, con tutta l’atmosfera cinefila a margine. Stano indifendibile. Si potrebbe ribattezzarla come:
Spoiler!
Il prezzo della carnazza. Tu mme paghi & taa sbatto en fazza .
…visto lo sbocco verso la mestieranza più antica del mondo, che a quanto pare non trova pace neanche dopo il rigor mortis, facendo ancora irrigidire i membri della ruling class albionica a caro prezzo, per quanto la sterlina sia in picchiata e convenga fare un pensierino per investire in addii al celibato kinky da quelle parti. Dopo gli snuff del mese scorso l’appendice verso la necrofilia zombesca mi pare più che legittimo… in attesa di qualcosa sull’invasione dei Grandi Antichi sotto forma di vibratori tentacoluti a seguire il trentennale .
(Da qui in avanti è tutto un spoiler ovviamente, senza spogliarello ferirsi:)
[...]
Premesso che la povertà del soggetto è da accattoni più che da Accatini, il vero punto di forza della storia sono gli scambi dialettici, netti e concisi, sferzanti ma non sgargianti, senza scompensi o baggianerie retoriche. Ed è già molto…
Per il resto la sceneggiatura fino a pag. 70 fornisce soltanto indagini sin troppo tiepide, Dylan a zonzo che ripete il suo ciclo di visite, assenza di scatti di tensione, e personaggi che ripetono se stessi, dopo l’intuibile antifona della loro presentazione…. come se si desse priorità al familiarizzare con loro (piaga dell’effetto impostazione da serie tv) e non allo sviluppo della storia in sé o delle suggestioni che dovrebbe infondere . L’ostruzionismo e le minacce di Bousman sono ripetitive, ed anche il personaggio di Aimee spreca pagine e pagine nel dispiegare se stessa per cose di scarso interesse, portando avanti un’ironia acidula-maliziosa un po’ troppo per le lunghe se voleva soltanto rimorchiare il solito OldToyBoy .
Poche tavole significative anche perché, secondo me, come detto altrove, uno dei (pochi) difetti di Accatino è di impostare spesso lo storyboard in chiave troppo simil-cinema, a livello di scelte scenografiche o di intercorsi/intervalli, senza sfruttare il potenziale della vignetta che permette altri exploit più iconografici tra un riquadro e l’altro rispetto ad una semplice ripresa. Per i dialoghi va anche bene, per il resto ci rimette. Pur con tutti i suoi limiti, con una storia d'impatto simile, Ratigher aveva saputo far meglio a livello di fumettizzazione del contesto per immagini e non per takes.
Inoltre non ci vedo questa atmosfera malsana che si prova a spacciare solo per inculcamento retroattivo: le casette di provincia sono pienamente rassicuranti e le persona incontrate sono pienamente leggibili al primo impatto, anche perché di alcune ne conosciamo già i precedenti. Per trovare un segnale di questa (supposta) malsania, bisogna aspettare appunto l’ispirazione bohèmien di un Dylan al calamajo (altra Accatinata frequente) o una passeggiata sul bagnasciuga (63-64) , inculcando quello spessore di profondità meditabonda che sembra cadere dal nulla dello sproposito. Forse l’unica eccezione sono i due occhi nel bujo di pag.39, ma è un po’ troppo poco per vederci altro .
Gli intermezzi più splatter-grotteschi sono abbastanza riusciti (59-62), specialmente quello del cimitero (40-48), proprio grazie ai dialoghi scazzosi, ma oltre questo rimangono puramente illustrativi. Dell’incubo nessuna traccia, e comunque non arrivano al cinismo di Medda neanche col telescopio intersiderale, per quanto lo sgherro freddato (p.55) per compensazione sia indovinato .
Groucho abbastanza in palla, ma non averlo al seguito ha tolto molte risorse alla storia. Chissà cosa avrebbe combinato con le zomboccole… Su Bloch non mi va di dilungarmi, ma io non ci vedo tutta quest’anomalia criticata da altri: per quanto bonaccione (solo con pochi) in realtà è un personaggio abbastanza burbero di costituzione, e ogni tanto ci può stare che non sia passivamente complice di Dylan, rifiutando di piegarsi alle sue richieste più balzane nottetempo. Ma forse... visti i suoi gusti in fatto di tassidermiste e prostitute, se Dylan gli prometteva un giro allo zombordello qualche dritta la sganciava prima e senza fare tante storie
Harvey lo storpio-succube parte bene (v. fuoricampo) ma poi si perde nella replica della sua dappocaggine, non dà un senso alla sua figura nell’impianto narrativo – tra l’altro non si capisce perché tutti lo diano per spacciato a priori - e l’unica cosa che rimane a caratterizzarlo, a parte la tentata gentilezza ricambiata a morsi, sarà il tabagismo post-mortem.
Mi sembra che ci sia qualche scompenso d’intesa con Rinaldi: quando scatta il putiferio nel postribolo post-mortem, c’è un tizio che rimane comodamente con le mani in tasca a supervisionare l’orgia insanguinata (88.ii). E poi Aimee rinfaccia a Dylan di vestirsi sempre alla stessa maniera(66-68 ) quando dal suo pulpitare pure lei presenta sempre la stessa mise, con la sola differenza manica lunga/corta. Si rifarà con gli interessi nella scenetta zozzarella in cui indosserà tacchi, autoreggenti e completino di pelle umana per bondaggiare il solito Dylan passivo .
Molto buona la muta discesa nell’abisso della torre (70-73), merito in gran parte di Rinaldi, anche se lo splash page di p.74 sembra un ingrandimento di una tavola più che altro, e la sgranatura della china, a livello di qualità di stampa, ci rimette. Non ho capito perché Accatino ci tenga tanto alla colonna sonora, fino all’autoreferenzialismo da jukebox/iPod, ma quando poi parte la zombo-lap dance in gabbia non ci propone neanche un hit vagamente sexy o ammiccante (pp.79-80)… solo note a margine, di pentagramma.
Carina l’autoironia sui fattori “meta” (l’orrido dylanfilm-p.30; il morso da contagio-p.48; gli spiegoni con flashback-p.86 ) ma dopo un po’ suona più citofonata di un corriere che ti ha avvertito 24hh prima della consegna…e negli ultimi due casi sembra anche un po’ paracula come controeffetto della mancanza di pagine a disposizione per sviluppare tracce buttate un po’ lì solo per creare scena, senza che questa scena viva da sé . Va bene il non-spiegare più che legittimo e azzeccato, ma lo spunto di base rimane territorio (non)morto e la rielaborazione pressoché nulla – tanto per far capire che di Sclavi ne nasce uno al secolo, quando va bene. E l’originalità non c’entra una mazzancolla .
La ribellione delle ragazze di non-vita dura alla fine solo 2 pagine e sorvolerei sul patetismo high speed dell’ennesima esplosione risolutrice/assolutrice per chiuder baracca – comincio a rimpiangere gli inciampi su lame ed oggetti taglienti, forse – per preferire l’unica scena di pathos dell’albo, quella della squillo transfuga freddata da Dylan (p.95) per un caldo addio tra sudore e doccia. Un’altra fuga di gas dalla caldaja sarebbe stato troppo.
Bilotta fa proseliti: ci si rimette in macchina e tanti saluti. Direzione Londra, dove il prezzo della carne non pare conoscere crisi, per quanto Dylan si vanti di esser vegetariano al mercato della pupazza viva .
ALOHA MI DIA 130 LIBBRE DI GNOCCA, ANCHE STAGIONATA VA BENE.
Oggetto del messaggio: Re: #358 - Il prezzo della carne
Inviato: mar lug 05, 2016 9:25 am
Iscritto il: ven giu 12, 2015 7:29 pm Messaggi: 2148
parto dalla fine, la cose che ho apprezzato di più dell'albo sono il non spiegare perchè a Grain ci sono gli zombi e Dylan che uccide la zombi riuscita a scappare. visto che ormai l'albo è stato sezionato a sufficienza nei precedenti post, faccio solo due appunti: 1 mi sembra altamente improbabile (se non impossibile) che venga ritrovato un cadavere senza testa in mare e il capo della polizia (per quanto potere abbia) riesca ad evitare un'autopsia e un'analisi della scientifica... cioè nel 2016? anche se non ci fosse stato il padre della ragazza a dire che quella era sua figlia e quindi era necessario condurre un'indagine, si sarebbe dovuto farla per il semplice motivo che trovi un cadavere in mare per giunta senza testa... sarebbe andato bene se la storia fosse stata ambientata chessò 40 anni fa... 2 ok il non sapere il motivo della presenza di zombi (cosa che come ho detto prima ho apprezzato), ma non viene neanche detto il come/quando ci si è accorti della cosa, però casualmente gli unici ad averlo scoperto sono quelli che ci hanno creato il giro di affari sopra e riescono sempre a tenere tutto il paese all'oscuro della cosa
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Oggetto del messaggio: Re: #358 - Il prezzo della carne
Inviato: mar lug 05, 2016 3:48 pm
Iscritto il: sab mar 29, 2014 12:17 pm Messaggi: 169
Ho la sgradevole sensazione che stavolta la Bonelli mi abbia preso in giro. Nuovo corso un paio di p... :è evidente che questa storia appartiene alla vecchia gestione e che è stata adattata ritoccando i dialoghi tra Dylan e Bloch, fingendo che l'ispettore sia in pensione e accennando al cellulare di Groucho che non appare mai, oppure alla tecnologia che Dylan dice di odiare. Se proprio dovete rifilarci un FAKE del nuovo corso almeno fatelo bene, signori di via Buonarroti. Bastava ridisegnare qualche vignetta con Groucho alle prese con lo smartphone, sostituire Bloch con rania e il giochetto era fatto! E invece... Comunque un'operazione dilettantesca del genere me la spiego solo se l'accoppiata Accatino\Rinaldi fa vendere almeno15\20.000 copie in più. E' possibile?
Se Accatino & Rinaldi smuovessero da soli quelle 15/20.000 copie al mese a quest'ora sarebbero già megadirettorigenerali di ogni testata da qui al 2034 .
Per il resto non mi sembra il caso di parlare di presa in giro o di tarocco aggravato: più semplicemente è una storia concepita sotto gestioni precedenti e rimaneggiata per quell'attuale. Non sarà la prima né l'ultima. Ovviamente per criteri interni che a noi possono anche sfuggire, piuttosto che sbarcarla sull'OldBoy, hanno preferita ritoccarla qua e là per l'inedito con qualcosa che facesse capire - con insistenza - che appartiene alla nuova concezione dell'universo dylaniato. Soltanto nei dialoghi, perché evidentemente rifare talune vignette è più complicato - v. ergastolane.
Come alludeva Dip qualche post fa ( ), questo non è tecnicamente dovuto, ma fa parte della risaputa campagna d'autopromozione subliminale insistere a manetta sugli aspetti modificati del dylanverso e menarsela a più riprese giusto per far capì che "questisòinovimarchidistintivi, & statece" .
Ilnomeutenteinserito ha scritto:
ok il non sapere il motivo della presenza di zombi (cosa che come ho detto prima ho apprezzato)...però casualmente gli unici ad averlo scoperto sono quelli che ci hanno creato il giro di affari sopra e riescono sempre a tenere tutto il paese all'oscuro della cosa
Se è per questo è tutto talmente segretato che avanza un cavo a vista per tutto il litorale e un non-grande pedinatore come Dylan può intrufolarsi tranquillamente nell'(al)covo della torre, senza trovare guardie o sicurezza, come un Goonie arrapato qualsiasi. Per non parlare dell'appostamento tranquitranqui davanti al cimitero la notte delle resurrezioni, o il fatto che in quella zona del Kent ci sia una moria di gnocca under-MILF a dir poco sospetta Se stiamo a guardare le solite falle logiche di mancato rispetto verso il lettore, alla fine il motivo dell'esistenza degli zombi è la cosa più probabile di tutte .
Oggetto del messaggio: Re: #358 - Il prezzo della carne
Inviato: mar lug 05, 2016 7:48 pm
Iscritto il: mer ott 30, 2013 9:02 pm Messaggi: 4172 Località: Macondo
Non vedo perché ogni storia senza John Ghost, Irma o Carpeter debba essere per forza un rimasuglio delle gestioni precedenti. In alcuni casi si notavano degli inserti forzati, questa storia è semplicemente scevra da elementi di novità ribaditi allo sfinimento.
_________________ Di solito ho da far cose più serie, costruir su macerie o mantenermi vivo.
... questa storia è semplicemente scevra da elementi di novità ribaditi allo sfinimento.
Tanto scevra ed originaria non mi pare, se si parla della fanciullezza di questo albo. E di ribadire si ribadisce eccome. Mi sembra chiaro che quando Accatino ha cominciato a scriverla, di JG, di Carpenter, di Rania, di Irma, di Sherlock, etc. non ne sapesse nulla, ma alcune di queste ammiccate siano state inserite forzosamente qui in un secondo momento, in previsione dell'effettiva data di stampa. Non è uno scarto, è una ricollocazione/rimodulazione in progress .
ALOHA TANTO GENTILE E TANTO ONESTA PARE MA SEMPRE UNA PU**ANA IN DECOMPOSIZIONE RIMANE