Cravenroad7

Salve, non so se si può fare, non so se c'è un thread apposito. Non scrivo quasi più, e anche prima mi limitavo a qualche parere rachitico sugli albi.

Le prime storie del nuovo corso mi erano piaciute molto, ogni storia mi sembrava bellissima ed ero (troppo) gasato, forse perché ritenevo avessero un'impostazione, una qualsiasi, piuttosto che il nulla degli anni precedenti. Ma se io ti continuo a vendere un prodotto buono come formidabile e mai visto prima (bombe nucleari varie) è ovvio che vengan tradite delle aspettative. E insomma, alla fine ce ne siamo accorti tutti.

La cosa più terribile è stata eliminare il gigante, che era il mio preferito, lo aspettavo per un anno intero da quand'ero bambino. Ma a quanto pare non vendeva e hanno dovuto farlo fuori. Io non capisco, come faceva a non vendere?


Ho visto storie migliori della gestione di Gualdoni, è vero, ma non ho visto nessun capolavoro.
Le storie più belle sono state quelle del curatore stesso (Spazio profondo per me è geniale, forse alla pari con mater morbi, ma so che qui non è piaciuta molto e mi taccerete di eresia).

Le varie sperimentazioni con i color fest magari mi hanno fatto pena, ma almeno ci sono state.

Ci sono stati un sacco di autori nuovi, e come diceva il poeta io per accettare di conoscere una persona nuova devo già conoscerla da almeno tre anni, quindi non so cosa pensare degli autori nuovi.

Mi piace molto Bilotta, avevo letto anche qualcosa di suo relativo a un astronauta.
Di Simeoni non mi è piaciuto quasi niente.
La Barbato non la sopporto, è terribile, secondo me ci frega tutti, passa la notte a riguardare vecchie repliche di programmi tipo "Il pranzo è servito" con l'occhio torvo e la risata isterica e il giorno ad auscultare i vicini con lo stetoscopio così da potersi lamentare alle riunioni di condominio se spostano una sedia, è una di quelle che si definiscono "Soccer mom" (considerazioni del tutto personali e basate sul nulla, quindi non prendetevela con me) però sa essere estremamente abile nella caratterizzazione e nell'impostazione e, cosa più difficile, sa essere DIVERTENTE nel senso dello slapstick e della commedia americana classica (Hawks, Wilder, che ne so).

Bloch a Wickedford, non so se mi piace, ma del resto posso rivederlo ispettore nell'Old Boy, quindi insomma, le cose le hanno fatte con criterio, a parte l'hype esagerata e la spocchia di Recchioni, quindi non mi sento turlupinato come lettore, ma provo lo stesso una grande tristezza. Loro ci hanno provato, sinceramente, si son fatti un mazzo così, Recchioni mi ha scritto Spazio profondo, torna Sclavi (magari per l'ultima volta, se procede di due storie ogni 10 anni non ne abbiamo ancora per molto) ma sono triste.
Che dite, sarà l'età?

Le modifiche dei personaggi, a parte John Ghost (che non ha la caratura di Xabaras che poteva permettersi di apparire una volta ogni secolo), che non so quanti di voi ormai se lo ricordino / si chiedono che fine abbia fatto, come me, le trovo all'insegna del politically correct a tutti i costi, che dall'America in giù sta piagando il mondo intero (e non esagero). Non me la prendo più di tanto per il PC, essendo fan di Re Sclavi che riusciva a essere più mieloso e retorico di Dora l'esploratrice, e avendo ormai tutto il mondo preso inevitabilmente questa china, ma almeno fossero personaggi caratterizzati bene... Non lo sono. Mi stanno sul *****. Pure Carpenter, e dire che speravo in un John Luther, già che gli hanno copiato il look.

La questione che mi preme di più è quella dei "politically correct" duri e puri che, come dicevo, governano il mondo (iperbolicamente), "islamofobia", le quote rosa, la questione dei neri agli oscar, trans elevati a divinità solo in quanto tali (bruce jenner), college americani indignati per i costumi di halloween da mariachi in quanto "razzisti".

Tra parentesi, aggiungo, guardate l'ultima stagione di south park, che è tutta incentrata su queste idiosincrasie ipocrite.

Bret Easton Ellis si sta scagliando duramente contro il PC nei suoi podcast, e so che Recchioni è un grande fan di Ellis. Consiglio a tutti di leggere il suo articolo (di Ellis) "Generation Wuss", dove l'argomento è trattato in maniera più ampia.

Certo, non ha senso allarmarsi soltanto perché il nero e la musulmana mi sembrano un po' forzati (tant'è che non sanno che farsene, sembra), ma non si sa mai.

MI è venuto in mente ieri, riguardando una puntata dei Simpson in cui Homer se la prende con un gay, quando lo scopre, dicendogli cose tipo "è contro natura", "stai alla larga dai miei figli", "finocchio" e cose del genere. Anche Dylan una volta disse una cosa del genere.
Lisa dice persino al gay in questione "Questo è il massimo della TOLLERANZA di mio padre, siine contento". Immaginate se succedesse oggi una cosa del genere. Non ci riuscite? Beh perché non potrebbe MAI succedere senza un calo degli ascolti, la chiusura dei Simpson, l'impiccagione di Matt Groening e la fucilazione di Dan Castellaneta.

Capite a cosa mi riferisco?

Qui ho interrotto la lettura.

Capisco cosa intendi, ma è innegabile che si rifaccia a certi schemi comici (che usava anche Sclavi) riproponendoli pari pari, anche se annacquatissimi, e che quindi risultino leggeri e "tongue in cheek" per forza di cose. Non intendevo dire che è George Carlin. Divertente come una sit-com innocua.

Edit: mi spiego meglio. La storia n. 338 è piena di situazioni comiche del tipo che ho descritto. Mi ha fatto ridere? No. Oltre alla forma ci vuole il contenuto. Ma l'impronta è innegabilmente quella, e sarà un paradosso ma nessun altro ha quest'abilità specifica (poi io ho la memoria corta, magari mi è sfuggito qualcun altro).

edit: post sbagliato

A me l'inserimento di un nero, di un bisessuale e di una musulmana nel cast di DYD, così all'improvviso e tutti assieme, è parso da subito un espediente furbetto. Se almeno questi personaggi avessero avuto un minimo di sviluppo, se almeno queste loro caratteristiche fossero state esplorate o messe in qualche modo al centro della narrazione... invece niente. Niente.

Io invece ce l'avevo a morte con chi partiva prevenuto, perché mi sembrava ingiusto criticare prima di vedere, è pur sempre un albo mensile, bisogna aspettare un po' prima di parlare a caso. Insomma mi davano proprio fastidio tutti quelli che rompevano a priori. Poi pian piano, boh...

Cioè il nero doveva giustificarsi di essere nero?

Sì, è proprio così. Sono un razzista, odio i neri e pure i rossi. I gialli e i verdi poi non ne parliamo proprio. Finalmente posso uscire allo scoperto. Mi sento meglio.

Allora. Dire che la Barbato sia divertente mi sembra un'iperbole esagerata: diciamo che CI PROVA. L'albo numero 338 sopra citato è certamente di impronta comica, ma questo significa che faccia ridere? Che sia effettivamente divertente? Sclavi aveva un modo assolutamente diverso di fare comicità. Prendiamo Johnny Freak. L'albo più amato/odiato, tristissimo, strappalacrime quanto volete, ma certe battute di Dylan (o certi suoi comportamenti) mi fanno sganasciare in due dalle risate (un'altra iperbole, visto che vanno di moda) ancora adesso dopo anni che l'ho letto la prima volta.

Volete un esempio?
Subito.

-Il "dialogo" con Botolo all'inizio. Un Dylan genuinamente ingenuo che parla con il cane. Riguardatevi quella scena perché è simpaticissima.
-Dylan che mostra il suo clarinetto a Johnny: "Vuoi provare? Beh, il suono non sarà un granché... Ma lui non può accorgersene! Giuda ballerino, perché non tengo la bocca chiusa?" Il solito Dylan goffo e sparatore di cazzate.
-Dylan che se la prende con Dora perché è molto fidanzata.
-Quando Dora inizia a parlare di Dougal nudo... e Dylan subito "Ah no eh! Sentir parlare degli amanti precedenti di una donna è la cosa che odio di più! E se ti azzardi a fare dei confronti amatori...!"

Il bello è che credo che queste scenette siano involontariamente comiche, al contrario del numero della Barbato che è forzatissimo e non strappa nemmeno un sorriso (al massimo smorfie di dolore).

Perché ho detto questo? Per far capire che Sclavi non solo sapeva inserire comicità nelle storie, ma anche nelle storie più tristi che non sono nate per divertire. La Barbato non ci riesce. In nessuna storia.

Non sono capace con i quote, spero di aver fatto bene. Questa questione della barbato divertente l'ho specificata nel post poco più in basso, perché in effetti sembra che io dica ciò che non ho detto.

Infatti, come osa non giustificare il fatto di essere nero? Vergogna.

E dire che nella seconda parte del post parlo proprio del politically correct. Poi mi sento dire che esagero quando dico che è una piaga.

Dante, non so come dirtelo ma la mia era una battuta.

Politiccaly correct io? Boh può essere. Ciò non toglie il fatto (e fra l'altro non centra niente con l'essere o meno dei fighissimi uc) che mettere al centro della narazione la pigmentazione di Carpenter mi pare una grandissima m*******a.

Secondo una tradizione storica della Bonelli, sia Groucho che Bloch hanno aspetto e caratteristiche proprie di personaggi famosi. Groucho somiglia all’attore Groucho Marx, uno dei più grandi comici della storia del cinema. Naturalmente, l’ispirazione non si limita all’aspetto: Groucho è irriverente, seccante, profondo, onesto di quell’onestà tipica dei bambini e dei clown, tratti facilmente assimilabili al grande attore: il suo aspetto trova così la sua giustificazione narrativa. E se invece il personaggio di Groucho fosse stato serioso e pomposo? Anche in questo caso, la scelta del suo aspetto avrebbe avuto senso diciamo al contrario, in negativo: Dylan si sarebbe ritrovato a punzecchiarlo e a fare battute sulla sua seriosità. Ovviamente a un certo punto si è dovuta spiegare la sua somiglianza creandogli un passato da “sosia impazzito”: anche questa è una giustificazione narrativa, per quanto forse meno necessaria.
Sherlock Holmes Bloch ha l’aspetto di Robert Morley, grande attore inglese specializzato in ruoli di personaggi imponenti e arguti. Un altro Robert, Robert Bloch, scrittore di libri horror e gialli, gli ha prestato il cognome. Inutile citare il grande investigatore immaginario che gli ha invece dato il nome. Bloch è una perfetta sintesi di questi personaggi: imponente, arguto, autorevole, saggio, tormentato e imperfetto come ogni grande personaggio noir. Anche in questo caso, non sono stati dati al personaggio un aspetto e un nome “random”: c’è un senso, una ragione narrativa, dietro la sua costruzione, dietro le sue caratteristiche.
Ora prendiamo i personaggi nuovi. Abbiamo Carpenter, che se non ho capito male dovrebbe somigliare a Idris Elba, mentre il cognome è un chiaro riferimento al regista horror. Ma… dov’è il senso di tutto questo? Cosa c’entra Carpenter con Carpenter? Perché somiglia (in teoria) all’attore britannico, a parte il fatto che è uno degli attori preferiti di Recchioni?
Rania Rakim è musulmana con tanto di velo. In che modo questo essere praticante di una religione rivelata impatta sulla sua vita? Nessunissimo. E non sto dicendo che mi piacerebbe leggere una storia che parla di integrazione, indipendenza e spiritualità (ma anche sì, in realtà) ma che sarebbe opportuno che si esplorasse questa dimensione del personaggio, perché se una che va in giro col velo in testa bacia sconosciuti per strada e non si scompone trovandosi in casa di uno scapolo che esce dalla doccia col pendolino de fora, allora il suo credo è fuffa, è colore, che ci viene propinato perché evidentemente oggi nel fumetto e altrove esiste una “quota minoranze” che ci dev’essere ma non dev’essere descritta, esplorata o sfruttata per parlare di cose di cui questo fumetto ha SEMPRE parlato.
Magari non sarai d’accordo con me, ma io questo volevo dire.

Non so come dirtelo ma non l'ho messo "al centro della narrazione", ho citato un sacco di altre robe che non mi hanno convinto e/ho mi hanno deluso dopo un entusiasmo iniziale.

Scusa, ho la memoria corta: quand'è successo? Io ricordo che è spuntato per strada a un certo punto, già così, mi pare nel decennale.