Cravenroad7

La Barbato tratta Dylan come un amante stronzo che la cornifica ma a cui lei non riuscirebbe mai a chiudere la porta in faccia. Anzi, lo trattava, ora manco questo.
Recchioni lo tratta come una playlist di film preferiti mashuppati.
Simeoni lo tratta come un opuscoletto da consultorio con insegnamenti, morali e bacchettamenti vari.
Chiaverotti ai tempi era l'anti Sclavi, ma essendo il personaggio totalmente nuovo e ancora mutevole è riuscito ad inserirsi. Credo che debba molto del suo successo su Dyd al periodo in cui si è ritrovato a scriverne storie. In generale il Chiave trattava Dylan come un mix tra recchioni (citazioni da b movies) e simeoni (goblin), ma con un gusto del trash e del nonsense così estremo da riuscire a replicare i grandi horror anni 80.
Sarà anche per questo che alcuni, rileggendo oggi le storie di Chiaverotti, le vedono sotto un'altra luce, considerandole ingenue o pacchiane. Erano perfettamente in sincrono con l'epoca di Nightmare, Friday 13th, Halloween, anche La Casa.

La riconosci anche da quella settantina media di pagine ad albo pro sevizie revancho-femministe su Dylan. Oltre quella porta, Il giardino delle illusioni, La peste, Necropolis, La Seconda Occasione, ...e cenere tornerai, dicono qualcosa?
Adesso con Nora e Gus crede di aver preso la piega del divertentismo trucido, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti...




Che fossero nello spirito dell'epoca e derivassero dalla formazione/passioni dell'autore è chiaro, con riferimenti dichiarati al b-movie trash ed alle paturnie della generazione X. Ma questo non vuol dire che fosse solo un caso di trasposizione: alla fine ha creato una sua tipologia radicalmente precisa di albo dylaniato, che adesso nell'immaginario comune ne costituisce parte dell'ossatura storico-fondante a livello di identità, un gradino sotto soltanto al Maestro di Boffolara.
Le ingenuità sono parte naturale di quel percorso, l' "ignoranza" pacchiana era già cercata all'epoca per provocare e divertire (v. lungo discorso sulla pietra miliare di quel genere, 6pp di topic! ), ma adesso, lasciando perdere i contenuti, sfido quattro quinti degli autori correnti a scrivermi una sceneggiatura con tempi e dialoghi disinvolti come lui sapeva fare .


ANCHE SE OGGI NON C'E' IL SOLE
OMAGGIAMOLO CON UN ALOHA

Camagni sul prossimo speciale di Bilotta (la foto mi sembra fatta abbastanza male)
Fonte: facebook di Bilotta

Io i disegnatori nuovi non riesco a distinguerli

ohhhh!! finalmente un anteprima nel post delle anteprime!! bilotta rules! e camagni qui non mi dispiace...seppur in bassa risoluzione.

Intanto per la nuova copertina de "i colori della paura" liberamente ispirata a profondo rosso, un disegnatore di fumetti italiano, tale Pino Rinaldi (spero di non fare cazzate scrivendo qui nome e cognome) ha criticato aspramente l'omaggio definendolo plagio.
Che sia uguale alla locandina del film è vero, che le copertine di questa collana non c'entrino una mazza con gli interni lo sappiamo, che la bonelli citi da una vita e lo stesso facciano anche negli states si sa, ma nel suo profilo fb c'è stata una spaccatura mica da ridere.
C'è chi gli dà del "di parte", c'è chi dice che la bonelli, sempre al limite tra citazione e plagio, non può trincerarsi dietro il "lo facciamo da sempre e vi lamentate ora?".
Fate un salto a vedere, può essere interessante.

Con tutto il rispetto per Pino Rinaldi, si tratta di una polemica insensata. Capisco il suo punto di vista ma non lo condivido. Un conto è sperare che nel fumetto italiano si metta un po' un freno a tutto il citazionismo che sta decisamente prendendo la mano, un conto è sostenere che citare e omaggiare in modo palese una locandina di un vecchio film sia "disonesto". No, esiste la legge. Se è un omaggio o una parodia, allora non è plagio. Il plagio è altro, grazie a dio.

Rinaldi sono vent'anni che ce l'ha con la Bonelli.
È diventato pure un po' stucchevole ormai con le sue polemiche.
Specie quando se la prende con "quelli" ora popolari.

(Ma tu guarda se mi tocca difendere Recchioni...)

A me più che altro, da persona che l'ha conosciuto oggi, trovo che sia permaloso, che non capisca bene ciò che gli si dice, e che stia cercando di creare un motto con quel suo "dalla parte dei più fessi".
Che però qualcuno, non conoscendo l'origine di molte delle citazioni dei fumetti bonelli, pensi che sia tutta opera dell'estro e della sconfinata fantasia della "casa delle idee" italiana, ci può stare e francamente può risultare fastidioso.

Fu messo alla porta ingiustamente. Secondo lui.
E poi c'ha l'invidia del like.

Il discorso sarebbe complesso.
Da ragazzino ammetto che tante passioni (libri/film/arte) e la curiosità di approfondirle furono merito del citazionismo Bonelliano.
Ci vedevo addirittura dei sani intenti formativi in quell'approccio creativo.
Oggi, che il lettore è adulto, smaliziato e con internet a portata di sputtanamento, quella prassi sembra più una soluzione di comodo dove ripiegare per carenza di talento.
E nella zona franca geek non nasceranno mai capolavori.

Che fu messo alla porta in maniera vergognosa è vero, non "secondo lui".

Non saprei. Ricordo le sue lamentele. Mai letto repliche da chi chiamato in causa.
E comunque non mi interessa. Incappai casualmente nella questione bighellonando su internet.

Maaaa... Si è detto qualcosa dei disegni dei prossimi maxi? Perché io mi faccio sempre fregare dalle copertine fighe e poi dentro ci disegnano montanari e grassani, che hanno la voglia di uno schiavo sodomizzato.

Mi sembra che il maxi in uscita è INTERAMENTE disegnato da M&G Io penso lo passerò...

Sì. M&G.