Cravenroad7

Come non quotare?
Una piacevole avventura con una carica di bondismo. Buon intrattenimento senza doversi sorbire le solite manfrine.

Io adoro Julia (il fumetto, non la protagonista) ma nella mia personale classifica le storie con Tim sono assolutamente le peggiori. Il tono da commedia gialla, stile "Sciarada", mi risulta sempre fastidioso perchè sempre un po' sopra le righe. In più vogliamo mettere la beffa ai lettori dell'albo "La notte dei diamanti", in cui un banale colpo in testa fa dimenticare a Webb il bacio a Julia?????

In questo albo invece, come dice Bertuccia, è tutto molto più asciutto e meno scemarello. Apprezzato molto.

(Poi, io sono come gli struzzi, digerisco anche le paturnie di Julia, i "nonnina torna a casa" o "l'orologio biologico fa tic tac" )

Io non sono riuscito ad andare oltre le prime 5 pagine...due tipi che parlano di tende che cigolano.
Bho, a me il modo di scrivere di Berardi non piace per nulla, i dialoghi sono troppo artefatti ed irreali.
Per non parlare di quando fa scambiare delle battute fra due personaggi che terminano con quel AH AH AH AH AH AH AH...ma AH AH AH AH AH cosa, non fa ridere!

Per me i dialoghi suonano irreali proprio perché sono estremamente realistici. Non siamo abituati a leggerne di così, nei fumetti, dove si cercano spesso la battuta a effetto e la brillantezza (anche dove non ci dovrebbero essere); sta di fatto che io li trovo i più spontanei e naturali offerti oggi dalla Bonelli.

E' vero. Le battute a effetto nei fumetti spesso son così artificiose che rovinano totalmente le storie.

Oh no per l'amor di dio, in Julia i dialoghi sarebbero tutti da rivedere.
L' eterna battutina dello studentello scemo che scatena AH AH AH AH è agghiacciante, un po' perché non fa ridere per niente, un po' perché Julia resta lì impalata come la maestrina accondiscendente e un po' scazzata.
Li trovo anche molto stentorei, se ci fate caso non appena un personaggio pronuncia una frase, lei ne ha subito una lapidaria, pronta a sottolineare in modo saccente o pedagogico.
Le conversazioni reali non avvengono in modo così reciso, come se fossero didascalie di un manuale.

Abbandonare questi schemi desueti credo che sia stato necessario per portare avanti un intreccio così complesso (anche se francamente non vedo come l'FBI possa essere interessata a un manoscritto al punto da farlo rubare a Tim), per cui non mi illudo di vedere nel prossimo albo la stessa snellezza a livello di trama.
Tornerà la nonnina, il sogno, Emily analfabeta ecc.

I frizzi e lazzi che non fanno ridere nessuno sono il pegno da pagare perchè non sanno come ammorbidire la pesantezza del personaggio, ma basterebbe che assumessero me e glielo rendo spigliato e dinamico in mezza giornata

Be', dai, è ovvio che si tratta di un realismo che rimane comunque di matrice letteraria: le conversazioni reali non avvengono mai come quelle che si leggono nei fumetti e nei libri, altrimenti sarebbero noiosissime. Ma in Julia i dialoghi hanno un livello di fluidità e di naturalezza (termine in effetti migliore di "realismo") impareggiabile, in ambito bonelliano (e non solo). Senza contare che sono scomparsi i balloons di pensiero.

I frizzi e lazzi sono il pegno da pagare alla serialità, semplicemente.

sono scomparsi i flashback patinati? a me piacevano di più dei puntini che usano ora..

Facendo finta che sia lungo 94 pagine (come un Dylan Dog, Zagor, ecc.) e non le consuete 126 (quindi facendo mentalmente sparire quella trentina di pagine, forse più, con Ettore e fatti suoi, nonna, qui non i soliti incubi o Emily a briglia sciolta, ma il troppo rilievo dato a una macchietta come Callaghan - messo in modo speculare ad un altro "maschio americano medio" protagonista di quest'albo) giudicherei Gradi di follia una discreta/buona storia un po' alla tenente Colombo (nel senso di genere: il colpevole SPOILER allo spettatore/lettore è noto e lo si vede agire, l'interesse è nel come sarà acciuffato e come andrà a finire), con in più l'attrattiva per un'indagine che si sviluppa in un reticente ambiente militaresco.

Non male la conclusione e nemmeno l'indagine al netto dello psicodramma nonnesco che ho saltato a piedi pari senza nemmeno guardarlo

Spoiler
Un pochino troppo preso per i capelli il profilo del killer e la scrematura iniziale dei possibili sospetti.
Decisamente inverosimile già da "sembra un quarantenne".

Sempre SPOILER
Altroché se è frettolosa, facilitata e pure poco plausibile l'identificazione dell'assassino. Ma si dovevano risparmiare pagine di indagine (che magari avrebbero reso il numero anche più avvincente) per Ettore, nonnina, Callaghan, ecc.

Callaghan da sopprimere subito!
Ma anche frasi come "mi piace avere amici maschi perché cosi analizzo la loro psicologia e posso studiare l'interiezione sociale degli stessi nel loro habitat naturale".
Ma per favore, prenditi una birra e fattela una risata.

Ma la nonna quando muore?

Altra cosa....possibile che nella posta di Berardi deve per forza esserci un caso umano strappalacrime ogni santa volta?
Sto li bello tranquillo che mi voglio leggere un fumetto e questi mi fanno salire l'angoscia...

Ma tu leggi la posta? Io non la sopporto, è un concentrato di pedagogica supponenza che non riesco a tollerare.

Missing: piacevole lettura estiva con tanto d'atmosfera vacanziera ed esotica.
L'elemento poliziesco è ben dosato fino all'exploit finale, forse pure esagerato visti i toni della storia. Riuscita la coppia di killer, forse un po' meno quella dei fuggiaschi padre-figlio. Funziona la collaudata coppia investigativa Julia-Leo Baxter (quest'ultimo non necessitava di presentazione però). Voto: 6,5.