Albo molto, troppo modesto.
Ruju cerca di sfruttare in chiave "sensazionalistica" (intesa come 'spettacolarità da exploitation') gli snuff-movies, argomento che fino a qualche anno fa era ancora tabù, ma oggi potrebbe venire tranquillamente trattato in un qualsiasi talk-show su tv generalista.
La sensazione è di una storia 'nata già vecchia' - e fosse solo quello il problema...
seguono possibili
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Sempre in bilico tra seriosità e un'eccentrica bizzarria, l'albo è appesantito da una notevole lentezza e da una trama ripetitiva ed elementare.
I disegni "sporchi" sono adeguatamente cupi e d'atmosfera, ma la vicenda manca totalmente di tensione. Niente pathos, niente coinvolgimento: così non incidono nemmeno le scene splatter, ultimo baluardo a cui si aggrappa l'amante del genere.
Il personaggio del critico è curioso. Viene il sospetto che Ruju e Recchioni lo abbiano inserito per prendersi una rivincita contro la categoria parassitaria dei recensori come il sottoscritto.
Probabilmente si tratta del classico "sarcasmo da exploitation", ma come personaggio è comunque assurdo. I fans del cinema "di genere" o di serie B non si fanno MAI influenzare dalle recensioni di critici blasonati.
Dylan sembra tornato quello del periodo-Gualdoni. E' un semplice spettatore che non fa niente di niente, tranne dispensare giudizi ovvi ("Siete degli assassini!") nel caso che il lettore non avesse capito che uccidere è una cosa cattiva.
Albo nel complesso insufficiente, nonostante i buoni disegni.