Myskin ha scritto:
Jones ha scritto:
Secondo me il discorso di myskin è corretto ma non tanto per quanto riguarda il giudizio a livello di voto di una storia ma proprio nel modo in cui ci si approccia. Forse più da.... critici, nel senso che sappiamo che una volta letta vogliamo scriverne una recensione ma questo crea il rischio che il piacere della lettura venga fagocitato dal bisogno di trovare l'errore, analizzare in maniera maniacale ogni vignetta, eccetera.
Sì e no. Ma non importa, non ho più tanta voglia di approfondire. Tanto le due o tre repliche che ho ricevuto una specie di risposta indirettamente me l'hanno data lo stesso.
È semplicemente la storia che si ripete, cambiano i modi, ma niente altro.
Qualche tempo fa leggevo la seconda ristampa di alcuni numeri che ora non ho sotto mano (poi casomai ve li scrivo - ma siamo a inizio anni 90). La posta è piena di lettere di
gente offesa dal
Nun ce rompete, che è offensivo nei confronti dei lettori, e che avrebbero smesso di leggere Dylan Dog,
ma come vi permettete?, perché non sono più i tempi di una volta. E se ci fossero stati già i forum?
Oggi quel
nun ce rompete è diventata una carineria affettuosa e simpatica, mentre quello di Recchioni offensiva nei confronti dei lettori.
Ma è un fatto di percezione eh, la stragrande maggioranza dei lettori non trovò nulla nel primo nun ce rompete, come nel secondo.
Esattamente lo stesso discorso puoi farlo su come vengono giudicate le varie storie.
Senza ombra di dubbio c'era gente che rompeva il cazzo anche sui primi venti numeri, solo che al massimo mandavi una lettera alla Bonelli, perché se provavi a parlarne di persona a qualcuno quello giustamente ti spaccava il setto nasale. Oggi c'è internet e scripta manent; però è divertentissimo leggere alcune critiche allucinanti su numeri più recenti, che potrebbero essere pari pari utilizzate sui primi 100. O i primi 50. O i primi 20.
Ma ripeto, è la storia che si ripete.