Cravenroad7

Forum dylaniato
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#356 - La macchina umana
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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: dom mag 08, 2016 8:38 pm 
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wolkoff ha scritto:
Come Groucho che accetta passivamente tutta questa nuova vita soltanto perché adesso Dylan ha uno stipendio fisso per potersi permettere elettrodomestici all'ultimo grido
Pensavo ad un povero neo lettore non proprio avvezzo alla libertà che il personaggio/gestione lascia all'autore di turno.
Qui Dylan scompare per giorni e Groucho, pragmaticamente, si mette a vendere gli averi del suo fu capo per sbarcare il lunario (in attesa della pensione di reversibilità del coniuge?).
Nel Cuore degli Uomini invece corre al commissariato a denunciarne l'assenza dopo anche meno tempo in preda a serissimi presagi (c'è poco da scherzare Carpenter!).

Soprattutto i non pochi che hanno scambiato il doppio finale di episodio come un errore di stampa chissà quanto saranno smarriti...

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l tuoi noti "sarcasmo" e "voglia di flammare" non attaccano con me. (cit.)

Quindi, sgarbato Dear?
Sì, come al solito.
Sta dicendo cose assurde?
Per niente. (cit.)


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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: dom mag 08, 2016 8:45 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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@Dear

Ormai la tracotanza degli autori nel disporre a libera inverosimiglianza di certe cose deriva dal loro sentirsi in dovere di creare presupposti per nuovi scenari. Che neanche loro sanno dove andranno a parare...ma intanto provamocechenunguasta...e statece.
Comunque qui c'è almeno l'alibi parziale che dovrebbe esser tutto un incubo, ma Groucho viene preso troppo sul serio per poterci credere. Molto più credibile se dopo le scimmie continuava a sparare aforismi con la faccia di una locusta e la chioma di Casaleggio... :roll:

Don Cristo ha scritto:
...c'è stata una gestione degli spazi narrativi non impeccabile. La parte del cliente poteva essere molto inquietante... immagina di essere avvicinato nel pieno della notte da un tipo che afferma che sei un investigatore privato, che lui ti ha assunto per indagare, e che hai perso la coscienza di te stesso!


Secondo me nelle sue intenzioni Bilotta voleva raggiungere questo effetto, ma il risultato è abbastanza precario/scadente, tentando anche il depistaggio del sospetto di Griffiths come presunto ispettore del lavoro-pedinatore. Tra l'altro tra tutte le volte che Dylan dice di non ricordare della sua vita "altra" - quella precedente da indagatore, fino a trasformarla in una aspirazione/evasione onirica sempre più distante - capita invece che a pagina 46, zittendo Groucho, dica di ricordare benissimo chi fosse e cosa facesse in precedenza, e del perché sia finito alla Daydream.
Ecco, sono cose queste che trasformano (la costruzione del)l'incubo in una semi-panzana a disposizione dello sciorinamento indottrinante dell'autore.

PRIMA DI ALOHA SCRIVEVO ALTRI ALOHA

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Io no capito, io no capito

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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: dom mag 08, 2016 9:00 pm 
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Iscritto il: mar feb 03, 2015 10:01 pm
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Dear Boy ha scritto:
Soprattutto i non pochi che hanno scambiato il doppio finale di episodio come un errore di stampa chissà quanto saranno smarriti...


E' che noi veri lettori di Dylan Dog siamo pronti a tutto. Copertine fosforescenti, incerte metafore, amanti dal sesso confuso, gatti onnipotenti che non fanno una mazza, cellulari indemoniati, spalle che non spalleggiano, spiegoni letali, nemesi che appaiono e spariscono con la rapidità di certi temporali tropicali...

@ Wolkoff

Non avevo notato il blooper di pg 46. Beh, è da un po' che il lavoro degli editor di Dylan Dog lascia a desiderare. Siamo sicuri che quello di pg 59 non sia effettivamente un errore di stampa? :D


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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: lun mag 09, 2016 9:08 am 
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Iscritto il: ven giu 12, 2015 7:29 pm
Messaggi: 2149
Don Cristo ha scritto:
Non avevo notato il blooper di pg 46. Beh, è da un po' che il lavoro degli editor di Dylan Dog lascia a desiderare. Siamo sicuri che quello di pg 59 non sia effettivamente un errore di stampa? :D


siamo sicuri sia un blooper? dylan dice che se lo ricorda, ma non gli va di dirlo, io l'ho interpretato che non se lo ricorda e quindi mente a groucho dicendogli che invece lo ricorda.

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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: lun mag 09, 2016 11:28 am 
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Iscritto il: mer nov 17, 2010 6:55 pm
Messaggi: 272
Storia del mese che mi ha tenuto incollato alle pagine dall'inizio alla fine, e che, in alcuni tratti è riuscita a trasmettermi un angoscia e un inquietudine non da poco.

Bilotta fa una disamina sulle condizioni lavorative, marcando gli aspetti psicologici di alcuni dipendenti di un azienda che non si sa benissimo cosa faccia (cosa di poco conto) ma che si ripercuote sulla volontà di chi vi lavora utilizzandoli non più come "risorse umane", ma come semplici "macchinari". La riduzione dell'essere a semplice strumento al servizio del lavoro, in cui si toglie umanità, sostituita dalla produttività esasperata e senza fini individuali, in quanto pure questi ultimi volti al mero acquisto compulsivo di prodotti aziendali.

Dylan viene alienato da questa realtà, facendola diventare totalmente sua. Un uomo che perde il suo passato costruendone uno fittizio, che è costretto a vivere il presente come pendolo a movimento fisso e che sembra inglobato in un futuro certo solo per i debiti. C'è la perdita dell'individualità verso una collettività esasperata che "tira avanti" di un altro passo, giorno dopo giorno, sempre allo stesso modo, per ritrovarsi ogni maledetta domenica a non sapere cosa fare, se no nell'attesa snervante di ricominciare tutto daccapo.

L'uomo ridotto a semplice macchina che può rompersi, o diventare obsoleta, tanto da essere sostituita da un telefonino all'avanguardia.
L'uomo ridotto a servo senza servizi, a ingranaggio teso all'esaurirsi.
L'uomo ridotto a servo del servizio, a mero pagatore di debiti, oggetto senza anima ne vita.

Alienazione che colpisce pure chi sta attorno i dipendenti. Ne è un esempio groucho, che non fa una piega nell'accettare questo Dylan impiegato. Alienato anche lui nella rassegnazione del "tirare a campare", tanto da virare pure il suo umorismo verso una sorta di filosofia servile del lavoro, tanto da mettere oggetti cari all'altro su ebay, senza indugio, rinnegando egli stesso il passato, verso un futuro consumista e consumistico. Non ne scappa la moglie dell'impiegato, ossessionata da una vita intrisa di social, in cui la mancanza dello strumento per accedervi equivale alla mancanza del respiro, e senza respiro alla fine muore.

Dall'alienazione qualcuno, ogni tanto, prova a reagire:

1) Griffith: Il cliente che chiede a Dylan di indagare, e che ha capito che qualcosa di questa realtà non va. Non solo si licenzia ma vuole che la società paghi.

2) La ragazza del mese: a cui i sogni ad occhi aperti non bastano più, e avvia la ribellione con un mattone, un piccolo segno di ribellione che la porta alla morte e che probabilmente non cambierà nulla.

3) Dylan: in sè comprende che c'è qualcosa che non va, tanto da sognare la sconfitta del mostro, ricordandosi brevemente chi è. Ma lasciare il posto di lavoro non è così "semplice" come combattere un qualcosa di fisico, e alla fine, accettandone la realtà distorta e alienante, va via comprendendo la maledizione non solo aziendale, ma di tutti i lavoratori precari, sia di ufficio che manovali. Lavoratori che non hanno un identità propria, che diventano numero, ingranaggio, esseri asettici e vuoti, non più uomini, ma macchine.

Voto 8

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L'inizio della fine sarà quando cominceremo a prenderci dannatamente sul serio!


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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: lun mag 09, 2016 12:54 pm 
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Iscritto il: dom ott 18, 2015 11:10 am
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Don Cristo ha scritto:
Non avevo notato il blooper di pg 46. Beh, è da un po' che il lavoro degli editor di Dylan Dog lascia a desiderare. Siamo sicuri che quello di pg 59 non sia effettivamente un errore di stampa? :D



A proposito di lavoro degli editor, pagina 19, seconda vignetta: sono completamente rincoglionito io, o quell'invece nella battuta di Groucho non ha alcuna motivazione, né logica né sintattica?

Nel merito della trama, invece: il gioco della sospensione del lettore tra pura "storia immaginaria" —à la Superman anni Cinquanta— e appartenenza effettiva alla Continuity (ma ha senso parlare di continuity, per Dyd?) è roba che Sclavi ha sempre praticato a man bassa. Per quello che ne sappiamo Dylan Dog dovrebbe essere da trecento numeri o giù di lì un pupazzo di carne mesmerizzato (con parrucchino alla Cesare Ragazzi) che non mangia e non fa la cacca. In attesa, peraltro, di un reimpianto di microchip nel cervello da parte di oscure manacce governative (niente de che, serve solo a controllarlo tramite cellulare); o forse gliel'hanno già reimpiantato, per quello che ne sappiamo noi. Questo per citare solo due filoni narrativi mollati lì a penzolare tra realtà e allegoria. E lasciando perdere tutta la robaccia recente, tra Grouchi ambigui, incendi, doppelgänger e Smarfoni pilotati.
Che poi il gioco abbia una dignità narrativa, e che la metafora abbia valore, quello è un altro paio di maniche.
Per esempio: io adoro "Ritorno al Crepuscolo", perché è un po' il mio personale tassello mancante per razionalizzare tutto l'insipidume che la Bonelli sforna quasi ogni mese da troppi anni. Quella storia funziona meravigliosamente come metafora metafumettistica per spiegarmi (a mio personale uso e consumo, come lettore nostalgico e affezionato) la serializzazione marmottesca (nel senso del Groundhog Day) in cui da lì a poco si è perduto il personaggio. Per me il vero Dyd, quello vivo, imprevedibile e un po' figlio di buona donna, è finito lì. Da lì in poi è lentamente scivolato in un'eterna Inverary di prosciugamento della vena sclaviana prima, e di routine curatoriale ricorsiva poi: la famosa inutilità eretta a sistema.
Ma ripeto, questo funziona benissimo per me; dubito che lo stesso Sclavi potesse lontanamente intendere quella storia in un'accezione così masochistica e suicida.
Penso che stia al lettore decidere di volta in volta se stare al gioco o meno, e scegliersi le proprie motivazioni. Nel caso di questo albo secondo me la provocazione (chiamiamola così) è accettabile, e le incongruenze sono tutto sommato funzionali all'intenzione dell'autore.


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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: lun mag 09, 2016 1:17 pm 
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Iscritto il: dom ott 18, 2015 11:10 am
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wolkoff ha scritto:
capita invece che a pagina 46, zittendo Groucho, dica di ricordare benissimo chi fosse e cosa facesse in precedenza, e del perché sia finito alla Daydream.


È buffo: confrontandomi con gli altri forumisti scopro spesso come quello che è scontato per me non lo sia affatto per altri. E viceversa, natürlich.
Quella battuta per me è chiaramente (be', diciamo oscuramente) una manifestazione dello stato di alterazione percettiva del ragazzo (e tutto suggerisce che la cosa si estenda in qualche modo anche a Groucho, anche se, con quella sciocchezza recchioniana del Groucho doppiogiochista in corso, non si può mai sape'). In realtà Dylan non lo sa, ma evita con un sotterfugio di affrontare il rimosso, per non crollare.
Esattamente come accadeva ne "Il Calvario" quando gli veniva chiesto da dove spuntasse suo figlio. Non rispondeva con un lineare "non lo so, non ricordo" (sarebbe stato assurdo, oltreché pochissimo psicanalitico), ma prima con un evasivo "è complicato da spiegare"; poi, alla resa dei conti, balbettando, e comprendendo in quel momento di non saperlo.
Anzi, andando ancor più in profondità (e quindi in direzione di un'interpretazione puramente personale): è come se con quella battuta, zittendo Groucho, Dylan volesse in qualche modo difendere la sua vera identità —in un altro punto la camuffa al proprio stesso sguardo, trasfigurandola in un desiderio velleitario e impossibile— che sente oscuramente minacciata dal tritacarne dell'alienazione in cui è rimasto incastrato.
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Ultima modifica di Felix il lun mag 09, 2016 1:49 pm, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: lun mag 09, 2016 1:42 pm 
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Ilnomeutenteinserito e Felix, mi sa che avete ragione voi.

Quanto all'invece di pg 19, lo avevo notato anch'io ed è decisamente di troppo...

@Felix

su DYD la continuity non ha mai funzionato. Infatti inserirla è stato un azzardo, azzardo che ha risposto ad un bisogno dell'utenza (che si lagnava del tesserino, del nome di Bloch ancora sconosciuto, di Bloch che non andava mai in pensione, il volto del Sovrintendente, ecc.) da tempo apertamente schierata contro questi 'universi immobili' tipici del fumetto seriale destinato a durare ad infinitum.

L'errore è stato ascoltare i fan.


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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: lun mag 09, 2016 3:07 pm 
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Iscritto il: dom ott 18, 2015 11:10 am
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I fan erano, comprensibilmente, sfiniti da tanta pochezza. Qualcosa andava fatto, nel senso che qualcosa doveva succedere. La linea recchioniana è figlia di un equivoco provincialotto renzianotto [lo so, non c'entra, m'è scappato]: facciamo come in America, riempiamo i vuoti, appianiamo le inverosimiglianze (in fatto di pecettazze sbavate alla Marvel son maestri) e stagioniamo (nel senso delle seasons) il tutto come nelle serie tivvù.
Ce lo siam detto ad infinitum: un fumetto nero come Dyd non sopporta troppa luce negli angoli. Non rimane più nulla.


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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: lun mag 09, 2016 3:17 pm 
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Iscritto il: mer mag 04, 2011 3:00 pm
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Don Cristo ha scritto:
che si lagnava del tesserino, del nome di Bloch ancora sconosciuto, di Bloch che non andava mai in pensione, il volto del Sovrintendente, ecc.
Oggesù, ma davvero c'era chi chiedeva 'sta roba?!
E se c'era un'intenzione di inquadrare la serie in "seasons" è evidente che è stata accantonata.
Dopo due anni di nulla di fatto.

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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: lun mag 09, 2016 3:30 pm 
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Diciamo fasi, che permette un maggior grado di pressapochismo.
E bisogna dire che in questo campo il pressapochismo non è certo roba solo nostrana.


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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: lun mag 09, 2016 3:51 pm 
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Iscritto il: mar feb 03, 2015 10:01 pm
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Hai voglia, Dear! Basta farsi un giretto sulle pagine più vecchie di questo stesso forum :D Quanto poi alle season e alle fasi, in una recente intervista il curatore ha ributtato in mezzo i famosi 12 albi in continuity, ormai una leggenda al pari dell'araba fenice.

Pressappochismo inevitabile, viste le premesse: da un lato 'stringi' sui collegamenti fra gli albi, dall'altro 'allarghi' incoraggiando esperimenti come quello di questo mese, o consentendo ad ogni autore di gestirsi la personalità dei protagonisti a cazzi propri. Come doveva andare a finire? :D


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 Oggetto del messaggio: Re: #356 - La macchina umana
MessaggioInviato: lun mag 09, 2016 3:54 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Felix ha scritto:
wolkoff ha scritto:
capita invece che a pagina 46, zittendo Groucho, dica di ricordare benissimo chi fosse e cosa facesse in precedenza, e del perché sia finito alla Daydream.


È buffo: confrontandomi con gli altri forumisti scopro spesso come quello che è scontato per me non lo sia affatto per altri. E viceversa, natürlich.
Quella battuta per me è chiaramente (be', diciamo oscuramente) una manifestazione dello stato di alterazione percettiva del ragazzo


Invece secondo me è una manifestazione (neanche tanto oscura) di come Bilotta abbia alterato la percezione delle sue stesse premesse creando una buffa mezza via innaturaliter che sta in piedi soltanto su presunti squinternamenti psicoanalitici a base di garantismo ad libitum o arrampicate su specchiere precarie :roll: .

Io non ho mai parlato di dozzinale blooper, sono stati altri a farlo: per me non è un refuso sfuggito - come gli orologi al polso degli attori di Ben Hur :lol: - ma l'ennesima approssimazione semi-paracula per creare "scena" quando questo non servirebbe, mordendosi la coda ciclica dell'incoerenza fino ad arrivare allo sfintere.
L'alterazione percettiva di chi parla [cioè Dylan] non dovrebbe essere a singhiozzo, intermittente...ma un punto focale della storia. O almeno andava fatta capire, se avesse dovuto sussistere, con barlumi di lucidità equivocanti o dubbi più o meno esistenziali a rodergli l'animo per creare questo stato ondivago su più st(r)ati dell'essere, da tempi differenti e situazioni conflittuali. Come già detto prima la tensione tra il piano della realtà e quello dell'incubo è gestita piuttosto male, e la continuity non c'entra nulla: è inutile rivangare cosa non-faceva Sclavi rispetto agli attuali autori per giustificare le loro scalcinate ricuciture da serie tv.

Invece Bilotta fa credere a più riprese al suo personaggio, svuotandolo fino allo stremo, di non esser mai stato altro, di desiderare al massimo di aver potuto esser altro... in questo caso un indagatore dell'incubo. Dylan lo ripete più volte di lavorare lì da 15 anni - e glielo ripetono gli altri ... complici?Seeevabbè... :lol: - come ripete di trovare l'altro mestiere un'idea bislacca/evasiva, e non un bisogno di ricongiunzione allo stato originale ed istintivo di se stesso. Groucho crea invece una frattura meta-narrativa alludendo al suo esser stato "altro" in tempi recenti, lo stesso le dichiarazioni di Griffiths...e lui che fa? Cede? Ammette il dubbio?
Nada: non cede e continua ribadire di essere un anonimo travet da 15 anni e passa :cry: .
Mentre a pagina 46 di punto in bianco fingerebbe il contentino d'ammissione a Groucho per paura di auto-insinuarsi il dubbio sullo stato effettivo delle cose, e di farsela sotto davanti alle ragioni oscure della cancellazione del suo passato ? Ponendosi, almeno in teoria, un principio di alternativa potenziale?
Senza contare che è lui stesso una pagina prima a dire che non saprebbe per quale buon motivo tornare a fare l'indagatore.

Non regge, e non è quello a cui si voleva alludere. Almeno che codesti impiegati non soffrano anche di schizofrenia congenita oltre a fitte di consumismo compulsivo e inibizioni alla dignità (sub)umana.
Ho l'impressione che piuttosto difetti di memoria rielaborativa l'autore stesso, nei costrutti che ha elaborato in corso d'opera, perdendo l'identità della storia che voleva sviluppare :roll: .

ALOHA LA CASA DELLE LIBERE MEMORIE
(ricordiamo un po' come cacchio ci pare)



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Ultima modifica di wolkoff il lun mag 09, 2016 8:45 pm, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: lun mag 09, 2016 4:12 pm 
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wolkoff ha scritto:
...e lui che fa? Cede? Ammette il dubbio?
Seh... bastava molto meno per il dubbio!
Spoiler!
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Al di là della riuscita complessiva, Bilotta ha chiesto un notevole sforzo di complicità al lettore.
Ben oltre la sospensione dell'incredulità.

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Dear Boy ha scritto:
Bilotta ha chiesto un notevole sforzo di complicità al lettore.
Ben oltre la sospensione dell'incredulità.



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Una sospensione nel vuoto, ma collegata ad una solida struttura...
...narrativa? :o
A parte gli scherzi, a me certe cose stanno pure bene, però le mezze vie onestamente le trovo un po' ipocrite. O innescavi una salace storia surreale radicalmente basata sull'incubo-metafora in cui ingabbiare "un" Dylan- v. Oltre quella porta - o imbastivi una trama da input reale con trip acidi di auto-suggestione a margine, dovuti ad un fatto X avvenuto nelle circostanze Y al personaggio Z. Oppure lasciavi che fosse l'incubo di un altro a calcare le scene...v. L'assassino è tra noi.

Questo dolcetto per tenere contenti un po' tutti mi sa di pasticcinetto :roll:


MI SOSPENDO UN ALOHA

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