Premetto che quest'albo mi è piaciuto più del mensile. Però ciò non significa molto, dato che per me il mensile è insufficiente
(ehi, visto che tutti parlano di capolavoro o quasi, lasciate a me il piacere di fare la mosca bianca!)
seguono possibili
S
P
O
I
L
E
R
Curioso l'inizio in stile "Giancarlo Berardi"
con un'atmosfera normale e quotidiana introdotta da personaggi ciarlieri che non si vedranno mai più per tutto il resto della storia.
"Curioso " perchè il resto della storia è tutto TRANNE che normale e quotidiana!
Infatti la Barbato scrive una storia di inganni multipli e doppio-triplogiochisti che sembra una versione soprannaturale de
La stangata! O, per restare in ambito italiano,
Pacco, doppio pacco e contropaccotto!
E' chiaro che ci muoviamo in un ambito da commedia, da non prendere assolutamente sul serio. Basta vedere l'aspetto del diavolo: un gagà impomatato che somiglia a un magnaccia anni '80!
Il problema è che come commedia è poco divertente.
Non mi stancherò mai di ripeterlo:
il comico NON è nelle corde della Barbato. I suoi tentativi di far ridere risultano molto più bislacchi che autenticamente spiritosi.
Il personaggio di Baba Yaga è usato superficialmente. In pratica serve solo per la caratteristica di impossessarsi delle anime altrui, cosa che la mette in concorrenza col diavolo, ma il lato esotico-folcloristico che contraddistingue il personaggio ha qui il sembiante di uno scenario di cartapesta.
Un po' contorta la sceneggiatura, che fa di tutto per complicare una trama di fatto molto semplice. Anche i colpi di scena sono telefonati. Tuttavia l'insieme ha una sua vivacità e non annoia. Merito anche dei disegni di Saudelli, pienamente a suo agio nel contesto grottesco e antirealistico (anche se qui non sembra al meglio della sua creatività).
Piatti e poco significativi i colori.