Cravenroad7

Io vedo somiglianze con Dyd al livello di struttura del personaggio o delle indagini, cioè proprio dove non ci dovrebbero essere.
La follia di chiaverotti in dyd era quella di un giovane screanzato che andava ad ubriacarsi e fare baldoria sapendo che il fratellone maggiore lo avrebbe riportato a casa (sclavi). Qui il fratellino scalmanato è invecchiato, il fratellone è andato via, e lui sa che dovrà tornare a casa con le sue gambine, dunque cerca di non esagerare. Ha perso, a mio avviso, la verve più estrema, senza aver mai avuto la profondità di Sclavi, o la mega tecnica/cultura a 360° di altri grandi maestri (e non credo neanche che voglia averla).

Passando all'albo.
1. L'alternanza di questi tre fattori mi pare un po' troppo schematica.
- Indagine di Morgan.
- Omicidio/suicidio
- Aftermath (volanti della polizia, scena del crimine, lui che parla con bloch con le minne.
- Di nuovo indagine e così via.

2. Metà delle pagine totale per tre lunghe sequenze di cui la centrale abbastanza inutile, se non per tratteggiare in modo carino la personalità dell'oca stronza. La prima sequenza è buona, e mi dà l'impressione che sia lì tutta l'ispirazione di Chiave circa la storia, e che il resto sia stato un collante o un raggiungere le 94 pagine.
La terza ed ultima megasequenza mette in mezzo uno scontro soprannaturale mischiato alla fantascienza (o scienza), senza però un vero e proprio collegamento sensato. Come unire Craven Road 7 e Rihanna, tanto per dire

3. I personaggi in continuity inseriti nella storia sono 3.
- Lisbeth + Kingpin, totalmente inutile ai fini della storia, anzi toglie impatto al futuro ritorno della fidanzatina di Morghy.
- Bloch con le minne, utile quanto il Bloch della gestione Gualdoni.
- Pandora, troppo usata in 7 numeri, ed in questo caso totalmente inutile.

4. Gli spiegoni qui sono tollerabili, anche se ce ne sono un bel po'.
- Quello sull'alternativa del diavolo.
- Quello sulla storia dell'astronauta.
- Quello finale con la donna di colore che spiega il flebilissimo collegamento tra il suo voodoo e la missione spaziale.

5. Il controfinale è piuttosto deboluccio rispetto a quelli cui ci aveva abituato Chiave su Dyd.

6. La tricromia, non avendo utilità (tipo mostrare oggetti o dettagli che saranno importanti nel proseguo della storia) diventa solo un colore in più insieme al bianco, al nero, ed al mezzotinto. Nulla di più.

7. Morgan Lost è uno dei peggiori Marty Stu che abbia mai letto in un bonelli. Un cacciatore di taglie con una maschera tatuata in faccia, muscoloso, figo, con un passato tragico, con una macchinona, bravo a combattere, bravo a sparare, solitario, con una casa eccentrica, che indaga ma alla fine le soluzioni gli arrivano right in da face (quando non viene letteralmente portato alla soluzione da bloch con le minne e la trelkovski giovane e bona).
Due elementi sono potenzialmente interessanti: la balbuzie e la passione per i film, ma il primo è stata usato per una pagina su 7 numeri, e pare collegato alla vista di quello che gli ha ucciso la ragazza (e mò che sa che è viva, non dovrebbe neanche avere più tutto quel terrore atavico per quel tizio), ed il secondo sembra solo un divertissement che, in un caso o due, lo ha aiutato nelle indagini (ma presto, riproponendolo ad ogni numero, verrà a noia, secondo me)

Non mi convince, sebbene qua e là vi siano alcune zampate carine (la sequenza iniziale è carina, il plot idem, l'oca che urla durante il combattimento fa sorridere, e la citazione di candyman è sempre bene accetta).

Interessante la disanima qui sopra.

Vulcano 7 migliore dell'albo precedente, ma una sufficienza stiracchiata (6-). Un buon inizio, un discreto finale, qualche sequenza godibile... strappa un sorriso la diva-oca (macchietta vecchiotta) che urla per i cimeli-regalo durante la colluttazione (tra l'altro prima cita un simpatico personaggio interpretato da Woody Allen )... tante tette a far contento/distrarre il lettore... ma in pratica ben pochi sussulti.

Durante la lettura di Vulcano 7, l'albo non mi sembrava così male; la trama era tutto sommato carina, anche se, IMHO, poco originale; le pagine sono filate via lisce e non mi stavo accorgendo del tempo che passava, fino a quando... IL FINALE!

Il classico finale assurdo che usa un espediente che non c'entra assolutamente nulla con quanto raccontato finora. Come nei gialli in cui si scopre che l'assassino è un personaggio mai visto prima e che appare solo alla fine. I finali ammoscia-entusiasmo sono tipici di Chiaverotti, soprattutto su Dyd, perciò un po' me l'aspettavo, inoltre io non amo quando viene usato il voodoo/ la magia come "scusa" per quello che è successo, quindi sono anche un po' biased dal gusto personale.

Il personaggio di Pandora mi da un fastidio boia, capisco che fare quel lavoro può essere stancante e traumatizzante, ma ha meno espressioni di un cyborg! Sembra in stato vegetativo perenne, maremma!

Io voglio altro Ganlòst!!! Non mi basta mai!!!

Confesso che da quando ha tirato fuori pure le mosse di Karate sta un po' sulle scatole anche a me...
A volte Chiaverotti sembra avere problemi quando è il momento di frenare...il rischio che diventi un minestrone è sempre in agguato.

Continuo a dire che bisognerebbe ogni tanto cambiare struttura. Questo ultimo albo non mi è piaciuto per niente stavolta. Mi pare siamo già al settimo o ottavo numero, non ricordo, e impostare tutta la collana MLost sempre sulla stessa struttura narrativa mi sembra un suicidio. Poi magari mi sbaglio.
Comunque di questo albo si salvano solo: copertina (quelle di Morgan Lost sono sempre belle) le nudità disegnate davvero bene, i disegni in generale ottimi, ecco manca purtroppo la storia.

Per quelli che pensavano (e c'erano, magari non qui), che per salvare dyd dall'anonimato by gualdoni bastassero minne e sangue.
Ps. Per salvare ML da ciò che me lo fa considerare un fumetto dimenticabilissimo bisognerebbe uccidere Morgan Lost e rendere protagonisti l'amica coi capelli corti, quello pelato, bloch con le minne, lisbeth e pandora con la tutor bdsm.
Avremmo un cast corale, avremmo ben cinque donne, di cui un paio provviste di nemesi, avremmo la prima co protagonista paffuta, avremmo la prima protagonista assassina seriale, avremmo le prime due co protagoniste lesbo (a parte Legs), il primo co protagonista bonelli pelato (se non ricordo male) e tutti vorremmo lo ship con la cacciatrice di taglie figona.

Allora è Vulcano 6-

Facciamo pure Fumarola 6-

Scherzi a parte sembrerebbe che nei primi numeri lo schema, magari con la presenza di qualche storia prevalentemente onirica (come la n. 3, finora la mia preferita), sia piuttosto fisso, così come i rapporti tra protagonista e comprimari. Magari poi potrà esserci maggior spazio anche per questi ultimi e storie più variegate. Me lo auguro perché rimanendo così, nonostante come lettura d'intrattenimento nemmeno mi dispiaccia, tenderei ad acquistarlo di tanto in tanto, ad ispirazione.

Chiaverotti ha dichiarato proprio che tutte le storie avranno questo schema con un assassino diverso ogni mese

Assassino diverso è un parolone

Meglio diversamente criminale

Diciamo più che altro "stesso assassino con look e nome diverso". Non è il caso di Neil Armstrong, ma i tizi con le mamme stronze (il mini assassino nel primo episodio e il coccodrillo se non ricordo male), o quelli con le ossessioni per le donne (sandman e wallendream), gli assassini col senso dell'umorismo (i coniugi rabbit, il coccodrillo stesso, in un certo senso wallendream, sandman idem.

Ha un suo stile, che sicuramente non è versatile, variegato, multitematico etc...molti al Chiave perdonano più che a qualsiasi altro autore (e io sono fra questi).

Di certo il suo Dylan è il migliore dopo quello di Sclavi, e l'unico che in alcune occasioni raggiunge le vette del maestro.

Brendon aveva una delle ambientazioni più fighe che si siano mai viste in un fumetto, il personaggio era tostissimo, ma in effetti io lo abbandonai verso il n 50 per l'eccessiva ripetitività delle storie.

Morgan Lost è appena agli inizi, ma per ora copertine, tette, culi e qualche trashata me lo stanno facendo piacere assai.

per me finisce qui; averne a noia al numero 7 non promette bene. peccato perché copertine in primis, tricromia ed estetica scenografica sono piuttosto affascinanti ma le storie sembrano un telefilm degli anni 80, una la fotocopia dell'altra.

Morgan Lost è un classico procedural. Il referente più diretto parerebbe Criminal Minds e, pur riconoscendo il buon lavoro svolto dagli sceneggiatori di quella serie sui personaggi, personalmente seguo quella serie per il plot e per vedere il "maniac of the week" (che ai tempi belli di X-files era il "monster of the week" categoria che ha regalato secondo me i migliori episodi di Mulder & Scully): quindi il classico "I nostri eroi contro xxxx".
Anch'io ci rivedo molto delle serie anni 80, solo che secondo me Magnum P.I. è una signora serie che lavora benissimo sul formato "episodio auto-conclusivo" (cosa che fa in tempi recenti anche NCIS e numerose altre serie)
Io poi in questo numero 7 ci ho visto diverse idee con il quale la "formula" di Ml viene ricombinata in modo diverso:
- la dottoressa affida a Ml un caso, invece di essere eterna consulente del protagonista.
- La modalità slasher - l'intreccio chiave del Chiave (oooops!) - non ha al centro un serial killer come in indagini precedenti ma lo spettro di un astronauta
Dovrei riprendere il numero in mano, ma credo ci siano altri smarcamenti dalla classica tabellina di ML.
Ovviamente ci sono cose che stridono, ci sono alti e bassi, ma dire che le storie di ML sono tutte uguali non mi pare esatto. Sarebbe come dire che le storie di Diabolik sono tutte uguali (non lo sono) e credo sia l'opinione di quelli che apprezzano Dylan Dog solo quando viene pubblicato un "Very Special Episode" della serie, e snobba numeri anche validi perchè sono "gialletti".
Da rimproverare a Chiaverotti è semmai un certo "ragionar di accetta" quando lavora sulla psicologia di protagonista e comprimari, ma la carica visionaria delle sceneggiature al momento per me controbilancia questo difetto e anche che il numero 7 abbia i suoi buchi logici nella risoluzione non mi crea alcun problema.