Cravenroad7

Sono in parte d'accordo con Nikolaj e Dear.
Bilotta affronta un tema conosciuto da tutti e abusato, lo fa nel modo in cui tutti ci aspettiamo che lo faccia e assume la posizione più ovvia e condivisibile. Non ci dice nulla che non sappiamo già.
Nella storia non c'è un guizzo, non c'è sorpresa, non c'è un punto di vista originale.
La tesi dell'autore è sbandierata fin dalle prime pagine e la trama non si sviluppa mai.

Nonostante ciò, riconosco che la storia di Bilotta è ben sceneggiata, abbastanza dylaniata e molto coinvolgente. Se l'autore voleva intrattenere e nel contempo fare denuncia sociale, ha senz'altro raggiunto l'obiettivo. Il problema sta a monte, cioè nella velleità di quell'obiettivo: sfondare una porta già aperta.

Eccellenti le tavole di De Tommaso. Per Dylan, lui e Bacilieri sono senza dubbio i migliori acquisti.

Francamente, a me il discorso di Bilotta non sembra neanche così banale. Vedi il discorso della scimmia: niente che non si sia già sentito, per carità, ma in ogni caso è un punto di vista non del tutto scontato. Che si tratti di tematiche vecchie di quarant'anni è probabilmente vero, ma a ben vedere la situazione non è cambiata poi molto; anzi, quel che era vero allora è ancor più vero – grottescamente vero – oggi. Dirò di più: probabilmente era proprio il momento giusto per (ri)scriverla, una storia come questa. Non arriverò a dire che ce n'era bisogno, ma insomma...

Il fatto è che questo non è un albo di denuncia sociale, così come non è un albo che induce a particolari riflessioni...è una storia qualunquista, sceneggiata in maniera piuttosto fiacca.
Ha detto bene Nikolaj....è un albo che rassicura tutti, retorico e populista quanto basta.
Mater Morbi gli passa la paga.

SPOILER

Ecco, il discorso della scimmia è l'unica timida concessione di Bilotta all'altra campana (fra l'altro, quel discorso forse rispecchia il pensiero di Recchioni: vedi il dialogo fra Rania e Dylan nel finale di Al servizio del Caos, o anche alcuni post scritti dal curatore su Facebook a proposito del referendum sulle trivelle). Mentre leggevo quella sequenza, speravo che la storia prendesse una direzione un po' meno prevedibile. Invece, quando la scimmia chiede a Dylan: "Capisce cosa intendo?", Dylan-Bilotta la liquida immediatamente con una battuta che non lascia spazio a interpretazioni o sfumature: "Certo... ho capito che non potrà mai esserci una soluzione non-violenta".

Secondo me non è solo una concessione timida, ma è un cambio di prospettiva interessante: praticamente si dice che

Mi sembra che questo punto di vista (non allineato con quello sclaviano) basti a dotare la storia di una certa originalità.

Bilotta si conferma uno dei migliori interpreti del personaggio di Sclavi, affrontando con pari classe e bravura le tematiche a lui care. Senza mancare di inserire giustamente elementi onirici, surreali o metaforici. E anche mistero ...

De Tommaso autentica rivelazione, dopo averlo conosciuto con le copertine di Morgan Lost. Non vorrei esagerare, ma io ci ho visto un riuscitissimo mix di Roi (soprattutto) e Stano, con un pizzico del vecchio Trigo, ma tutto rielaborato con grande personalità. Mi sono piaciute soprattutto le scene a casa di Dylan, più affollata di "mostri" di quanto siamo abituati a vedere. Certo con la vignetta centrale di pag. 90 forse ha un po' esagerato ...

8,5

La differenza con fantozzi , sta che qui e' un horror , ma in realta' e' piu' uno spaccato della realta' , invece fantozzi era talmente estremo che era irreale , anzi in fondo paragonandoli ai tempi nostri quelli di fantozzi erano privilegiati , avevano una pensione prima dei sessant'anni , avevano un mese di vacanza , avevano tutto sommato colleghi simpatici.
Invece nell'albo di dylan e' piu' reale , colleghi arpie , colleghi che stanno zitti basta che non siano loro la vittima designata , datori sadici,
Insomma ci sono spunti molto intelligenti.
Disegni di de tommaso stupendi

STORIA 7,5
DISEGNI 8,5

una rece parecchio difficile....

Pur apprezzando diverse critiche lette,anche se non condivido...di fronte a certe recensioni fiume,come si suol dire,piu' interessate a fare sensazione che a parlare dell'albo,tanto da ricordarmi una brutta versione di quell'Antoine Ego di Pixeriana memoria,chiuderei il tutto con l'emblematico "vi meritate di leggere Gli artigli del drago ogni mese".
Ci sta che non tutti possano essere soddisfatti,per non dire entusiasti...pero',onestamente...
Io trovo che Bilotta sia tra i pochi che ad oggi,quasi sembrano capaci di prendere la macchina del tempo e tornare a certi periodi,a certe storie che sono sicuro uscissero oggi,avrebbero un trattamento altrettanto divertente.
Non e' tanto la questione della critica sociale che si presta alle piu' svariate interpretazioni a mio giudizio.Ma quanto questa influisca su Dylan,sulla storia del mese in generale,sulla "continuity" se vogliamo.Che effetto ha questa premessa in Dylan?...cosa ci viene raccontato e perche'?...inoltre,quante volte abbiamo assistito a storie nelle quali Dylan veniva risucchiato suo malgrado in un incubo quotidiano,ordinario,e con "poco" a disposizione dal punto di vista soprannaturale,si lasciava spazio alla follia,al surreale,al grottesco?...Bilotta e' profondamente attuale,quanto profondamente ancorato alla "realta'" di Dylan.
Invito tutti a rileggere.

Scusa rkc , ma ho notato nelle videorecensioni che hai uno strano tik ,
continui a muovere gli occhi a destra e sinistra , poi su e giu' ,continuamente , mi fai un po' impressione , come mai ?

Recensione come sempre molto piacevole e completa. Un applauso a Rkc.

In realtà mi concentraVo sul gatto. ..mentre quando guardo giù leggo gli appunti che mi son fatto...inoltre questo dyd mi ha reso nervoso...era una recensione un po tesa!

Per me si tratta di una grandissima prova, a cui ho dato il massimo dei voti.
Mi ha ricordato certe atmosfere di V per Vendetta.
E, si, questo qui è il vero Dylan, IMO.

se sia questo il vero Dylan, anzi se esista un vero Dylan giuro che non lo so e forse neanche mi interessa più di tanto, però so che questo è un ottimo numero, lo definisco addirittura speciale che è forse la dimensione che più si addice a Bilotta: quella dell'eccezione, dell'unicità, del what if.
L'incubo kafkiano è sempre attuale, anzi lo è ora più che mai, pertanto è più che giusto che si continui a battere il tasto, sebbene qualcuno reputi il tema esaustivamente trattato.
De Tommaso è una scommessa che appare sempre più azzeccata; mi piacerebbe vederlo osare ancora di più, credo sia fra i pochi che potrebbe permetterselo.

Tutto molto bello, votato ottimo. Notevolissimo De Tommaso, ho adorato l'uso del bianco che, non so come cazzo si possa fare, ma da l'impressione di luce fredda, quella sterile dei bagni, sparata e artificiale. Bello Groucho che cambia fisionomia in funzione della serietà di quello che dice.
Non mettere Fine dell'albo alla fine sarebbe stato un tocco in più.
Come detto da molti, la copertina con gli stronzemon non ci azzecca.

Una cosa che è giusto una cazzatina: l'aver alleggerito il logo rendendo trasparente lo sfondo (cosa che a me piace perché lo svecchia notevolmente senza far urlare alla blasfemia gli storici) in alcuni albi, tipo questo, sposta la scritta nettamente a sinistra dando un effetto decentrato un pochino spiacevole, almeno per me.