Cravenroad7

il capolavoro della barbato!

La ricordavo come una storia molto bella è in effetti è così anche ad una rilettura del 2016.

La Barbato non è Sclavi. Intendo dire che gli stili sono molto diversi. Il creatore di Dylan mostra quasi sempre un atteggiamento ludico nei confronti del suo personaggio, mentre la Barbato tende spesso a elaborare storie complesse, molto più romanzesche rispetto a quelle, più cinematografiche e "impressionistiche", di Sclavi.

Questo albo richiede una lettura attenta, la finezza della scrittura comporta necessariamente a soffermarsi su tutte le vignette. Non è la classica storia che si legge in 40 minuti.
Votato ottimo!

BARBATO-MARI 10/2000

...la storia parte bene e si conferma interessante per tutto il racconto.
piacevoli anche i disegni di Mari anche se avrei messo qualche scena in piu' sui delitti e tolto qualche dilungazione sui testi.
comunque molto buono.

Viaggio allucinato, opprimente e angosciante nelle mente folle di un serial killer sfuggente, un ombra tra le ombre disseminate nell’affresco gotico servito da un Nicola Mari in stato di grazia, Joe Montero figura dirompente nell’universo dylaniato, fantasma tra i fantasmi di romanzesche carneficine, incubo tra gli incubi di un Dylan perso nei tentacolari meandri di una villa maledetta, non luogo ideale per lasciare libero sfogo all’inconscio pilotato che trasforma eroi in pazzi senza controllo.
Paola Barbato scrive una storia che non si dimentica, che pur inserendosi in un contesto stra-abusato nella letteratura di genere (la figura del serial killer) sfugge a qualsiasi stereotipo che non siano quelli basilari necessari alle definizione del personaggio, Lo specchio dell’anima fin dalle prime pagine ci trasporta in un mondo distorto, disturbato, folle, una dimensione dove il potere dell’immaginazione si mescola alla realtà, dove l’orrore sgorga da stanze vuote, dall’isolamento che porta alla metamorfosi mentale e fisica, alla perdita di qualsiasi appiglio logico, Dylan sfida l’ignoto e in parte ne esce sconfitto (alla fine le volontà del killer vengono esaudite).
La densità di scrittura della Barbato, sopratutto nelle prime prove non sempre si è rivelata ottimale, in questo caso l’ho trovata conforme al tipo di storia, ideale strumento per una narrazione contorta ma dal grande fascino, è un piacere perdersi nelle parole delle scrittrice e nei disegni straordinari di Mari, il quale sforna tavole magistrali per sintesi di tratto e indubbia forza emotiva.
Capolavoro?
Boh..forse si, forse no, alla fine poco importa.
Voto: 9

Thriller cervellotico alla Barbato. Storia Kinghiana, guarda caso con protagonista uno scrittore di gialli. Sempre forzature:

SPOILER

Il sosia trovato per caso....


Però sono classici del miglior periodo della Barbato su Dylan Dog. "Lo Specchio dell'Anima" ha poi altri due punti forti: ottima copertina di Stano e tavole di Nicola Mari da dieci e lode, il disegnatore che forse più di altri, assieme a Roi ha sposato al meglio la tecnica narrativa della scrittrice. Un Dylan vero indagatore dell'incubo che si immerge in un incubo, tra Shining e i romanzi stessi della Barbato (che forse all'epoca non aveva ancora scritto). Il talento di Paola sta in storie come queste.

lo specchio dell'anima
dopo pochi numeri dall'esordio, arriva subito il primo capolavoro di PAOLA BARBATO disegnato inevitabilmente dal grande MARI
è il primo capitolo delle sue personali memorie dall'invisibile, rompighiaccio di una nuova golden age dylaniana, durata purtroppo troppo poco
una paranoica QUARANTENA che progressivamente conduce dylan dog a vestire i panni iconici del serial killer joe montero, in bilico tra romanticismo (fa capolino anche il capitano achab) e slasher classico... anche se all'epoca veniva spontaneo accostarlo all'omonimo macellaio in maglia bianconera
dylan dog va in tilt dal punto di vista esistenziale ma in realtà riscopre sè stesso, torna ai fasti di un tempo (occhio all'utilizzo perfetto di BLOCH)
tutto questo all'insegna dello spiegazionismo, è vero... ma senza la retorica di sclavi e dei suoi succedanei...
copertina capolavoro
CAPOLAVORO

voto 10

Con la giovane Barbato il fumetto è diventato serio.

Scaruffi mode: 9,5/10

Prime 70 pagine da quasi eccellenza, poi si scivola nel... MEH!
Che le abbia scritte Claudione le ultime 20?
Che peccato...
Media voto... Direi 8 e 1/2
Peccato Paolina, peccato per la conclusione

Ho parlato di decade sfortunata ma il numero 161 e questo 169 sono di altissima caratura.
La trasformazione di Dylan in Joe Montero è straordinaria, Paola Barbato gioca col personaggio dandogli uno spessore di serietà finora quasi inedito. Ottimo come le ragazze di turno con lei diventino secondarie o assenti (come in questo caso. È evidente come altri autori maschi fossero invece "in fissa" coi fumetti osé anni 70)
Stupende le vignette col metronomo.
Giallo dal sapore Old School, quasi anni '30 magnifico. Le ingenuità sottolineate per me si possono benissimo conciliare col fatto che si tratta comunque di un fumetto
Copertina da occhi fuori dalle orbite.

9. Tra le migliori di sempre, tra quelle che mi hanno fatto appassionare al personaggio.

P.s. non recensirò il numero 170, la piccola morte, perché non l'ho acquistato (se posso evito i sequel per fissazione mia), dunque ci vediamo alla prossima decade