Anche io ho sempre trovato una scelta facile mettere la bellona di turno come cattiva/non cattiva dell'episodio.
Il fascino del male, il diavolo tentatore, ci sono un sacco di robe che fanno pensare al male come qualcosa di suadente, e quasi sempre è così quando si parla di gnocca. Il problema è quello.
E poi è altrettanto facile individuare un certo gusto per il genere di donna circa i lettori di un fumetto prevalentemente horror.
Un'intellettuale occhialuta con la coda vestita da segretaria attira meno di una stangona pallida goth con tanto di tacco, frustino e pelle sadomaso. Si parla qui di stereotipi e non più archetipi.
Ci vuole forza nell'accettare qualcosa che, a detta di recchioni, non viene mai celebrata in libri, film, musica o poesie. La malattia.
Non ci vuole forza a fare sesso con una come lei.
Neanche se fosse bella fuori, ma marcia dentro, se avesse le piaghe da decubito ben nascoste, se tossisse sangue, se fosse fredda come una morta o facesse puzza di piscio o di bisogni in un pannolone, avrebbe senso, perché la malattia non è bella da fuori e brutta da dentro. E' brutta, fine. La morte è affascinante, bella, oscura e intrigante. Quello si.
Descriverla come una vecchia decrepita sarebbe stato troppo banale, così bella è un trucchetto da fanservice.
In un dylan di sclavi, metamorfosi forse, c'era uno scambio tra una bella cattiva ed una brutta buona, e lì non ricordo se dylan faceva niente con la cessa. In generale avrei usato una cosa simile, o addirittura avrei calcato la mano verso una bellezza si, ma sfiorita ed un corpo quasi inguardabile nel suo essere stravolto dalla malattia. Estremamente sottopeso, ad esempio, con labbra cianotiche ed enormi occhiaie, magari anche senza capelli, per la paura intrinseca della chemio e dei tumori.
Sarebbe stato estremo, tantissimo, e probabilmente la bonelli non avrebbe accettato. Però la bonazza di comodo no.
PS. Aggiungo e concludo dicendo che, secondo me, mater morbi funziona perché cinematografico al 100%.
E' dinamico nelle tavole, facilmente oscuro nel setting, e riprende caratteristiche carpenteriane.
Non dimentichiamoci che recchioni è quello che "dà del tu a carpenter".
Mater Morbi è figlio del cinema anni fine anni 80, primi 90. Con molto ritardo, ma comprensibile, dato che lo stesso cinema horror ha virato verso il nulla negli ultimi vent'anni.
Funziona per questo, e per caratteristiche facili come inserire la bellona dominatrix che poi si lascia andare, per la storia strappalacrime del bambino, e per la paura della malattia che in Italia è quasi al livello della paura per gli incidenti.
Ci avete mai fatto caso che parecchi film italiani, tra le commedie (non cinepanettonimerda) e i drammatici, a circa tre quarti di film c'è sempre un incidente stradale che unisce famiglie o coppie divise, che fa morire personaggi principali con elaborazioni del lutto per gli altri personaggi o robe così?