Letto. Non so bene da dove iniziare a parlarne perché se la storia è confusa, di certo i commenti alla storia non possono essere linea retta da punto A a punto B. Carino l'aneddoto del Roi sedicenne ispirato che disegna roba a caso, suggestionato qua e là, mentre lavora coi genitori. Mi piace. Mi piace molto meno quando uno sceneggiatore viene usato come strumento da un disegnatore carente di talento in scrittura. Esistono artisti completi, ed esistono artisti specifici, nel disegno e nella sceneggiatura. Invadere un campo altrui con un soggetto, rimaneggiato poi da altri che lo fanno per mestiere, raramente crea qualcosa che sia fedele alla visione originale. Ut stesso non è puro come vorrebbero le visioni di Roi, a mio avviso, e non ha nulla di Barbatiano, ammesso che la Barbato abbia ancora un fil rouge che collega la sua produzione recente (discorso fatto anche nel topic dell'uomo dei tuoi sogni).
Graficamente è un fumetto eccelso, molto ispirato e sentito da Roi, e credo che il meglio debba ancora venire, ma dialoghi spesso veramente accessori e la sceneggiatura è confusa ed inconcludente. Ci si ispira alle fiabe, rese nere dal disegnatore ed ideatore, e proprio le fiabe hanno due caratteristiche immancabili, una delle quali presente già dal primo numero. L'ingenuità. Non quella di Ut, ma quella della vicenda, che, passando di palo in frasca, di situazione in situazione, introducendo personaggi veramente strani, al limite tra l'insensato e lo stereotipato, rende la storia estemporanea rispetto alla normale produzione bonelliana. E questo va bene. L'altro elemento fiabesco è il messaggio, avere qualcosa da dire. Ogni elemento, ogni personaggio, ogni sequenza, tutto deve portare inevitabilmente ad un significato. Non una morale, non c'è Simeoni qui, ma un messaggio di qualunque tipo.
Il problema è che messaggio/significato e suggestione visiva nata da un sedicenne che, crescendo, ha divorato espressionismo tedesco e arte gotica, non vanno a braccetto. Roi sembra lasciarsi guidare dalle sue visioni fantastiche, la Barbato si lascia guidare da Roi, e noi siamo costretti a farci guidare dalla Barbato, dato che hanno voluto far sceneggiare a lei questo fantastico libro di illustrazioni. Perché alla fine di questo si parla, di fantastiche illustrazioni dark, e due vie si potevano prendere. 1. O si trattava come libro di illustrazioni? 2. O si lasciava Roi anche alla sceneggiatura. Meno talento ma totale paternità e sopratutto più genuinità nel racconto.
Il secondo lo prendo, ma per me non ci si discosterà un granché dal canovaccio, perché la barbato è bonelliana dalla nascita artistica, e alla bonelli non esistono altre vie, e quando sembra che esistano è solo una maschera.
Ps. Togliete a Mari il diritto di scrivere, vi prego. In due/tre pagine ha copincollato roba da wikipedia su ogni cosa che gli veniva chiesta circa una misera copertina variant del cazzo, su. Basta farsi grossi, torna a disegnare, che lì sei uno dei miei preferiti.
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