Cita:
gli autori Bonelli sono una miriade ed è impossibile che tutti sappiano tutto di tutti
Ma infatti gli autori Bonelli intervistati hanno parlato solo di quello che era di loro competenza e conoscenza (non mi vorrai far credere che proprio Serra non sappia di che sta parlando quando parla di Legs ad esempio). Ed è proprio in merito a quella conoscenza circoscritta in cui dicono fatti, eventi e non opinioni soggettive o ipotesi, per cui bisogna dar loro credito.
Cita:
è davvero così importante quel che c'è dietro alla creazione di un personaggio, quando il personaggio stesso trasmette determinati valori? I lettori hanno in mano l'albo e quello leggono, i restroscena valgono poco o niente.
E' importante nella misura in cui questo topic si impegna a documentare degnamente i processi che hanno portato la Bonelli a nascere e sviluppare determinate questioni rilevanti ovviamente nella misura in cui queste informazioni ci dicono qualcosa in più della percezione della tematica omosessualità in casa Bonelli, almeno in un dato periodo storico. Che i retroscena valgano poco e niente, questo lo dici tu. Senza i retroscena, sarebbe impossibile capire che ad esempio, proprio in Legs, una storia come
"Io Robot" voleva essere una denuncia verso i diritti di uguaglianza dei gay, che però non poteva essere espressa in maniera esplicita ma solo attraverso simboli ed allegorie (in questo caso per mezzo dei robot) per non incorrere nelle ire di casa Bonelli che proibiva di schierarsi esplicitamente a favore dell'argomento, allo stesso identico modo in cui i movimenti considerati eretici un tempo dalla Chiesa (ad esempio gli alchimisti) per vedere pubblicati i loro libri dovevano ricorrere a criptici simboli velati nel testo per trasmettere il loro pensiero solo ad altri addetti ai lavori capaci di leggere i testi tra le righe per non incorrere nelle ire della santa inquisizione.
Quindi si, i retroscena sono molto importanti, non solo perchè permettono di capire meglio e con il giusto occhio il lavoro svolto dietro un albo o un personaggio o un'intera testata, ma ci permette di comprendere anche importanti messaggi altrimenti nascosti e dimenticati che proprio questo topic si impegna a rivelare.
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ma anche a quelli di cui non era amico (Enoch) era solito lasciare carta bianca, se riteneva che se la meritassero.
Riguardo questa questione ti porgo ancora una volta l'opinione di Valeriano che ipotizza e motiva di come mai ad Enoch sia stata data più libertà rispetto ad altri autori commentando esattamente le famigerate tre interviste di fumettologica qui citate:
http://lightelf.blogspot.it/2015/06/il- ... enoch.htmlRiporto i punti salienti:
l'intervista solleva alcune perplessità, che tendono ad oscurare il suo tono ottimista e possibilista.
La prima si ricollega a quello che ha detto Antonio Serra nella sua intervista, e cioè che la libertà creativa concessa in una serie Bonelli e inversamente proporzionale alla sua diffusione. Le serie gestite unicamente da Luca Enoch per Bonelli, finora, sono state miniserie semestrali, destinate già ad avere una naturale conclusione e rivolte ad un pubblico che - per gli standard bonelliani - non può certo considerarsi "popolare", bensì di nicchia. Un pubblico anomalo disposto persino ad aspettare sei mesi fra un'uscita e l'altra, per intenderci.
Probabilmente le proposte di Luca Enoch in Bonelli sono state accettate (anche) perchè era ritenuto un autore alternativo e "giovane", in grado di coinvolgere un tipo di pubblico che l'editore - in quel periodo - iniziava a rendersi conto di raggiungere con sempre maggiore fatica... E che che comunque non andava a sovrapporsi troppo al suo pubblico tradizionale, quello che magari avrebbe mal digerito Sigfrido, ad esempio. Quindi se Luca Enoch dice che con lui l'editore è stato permissivo può anche essere vero, ma bisogna considerare la situazione nel suo insieme.
(...) sostiene anche che:
"Il fumetto Bonelli è narrativa popolare e non vedo impedimenti perché anch’esso possa adottare, in futuro, atteggiamenti più rilassati di fronte al mondo omosessuale."
Futuro? Ormai siamo nel 2015 (il 2015!) e le tematiche LGBT sono già state ampiamente sdoganate in tutte le forme di intrattenimento (di successo)... E anche la società italiana non è più così ostile (tanto che, sondaggi favorevoli a parte, in Italia quest'anno ci saranno cortei del gay pride in 15 città diverse, e probabilmente in tutti i casi verranno supportati da buona parte dei comuni cittadini). Quindi a quale futuro bisogna guardare? Cosa bisognerà ancora aspettare per avere atteggiamenti più "rilassati" in Bonelli? Che ci sia un totale scollamento fra la casa editrice e il resto dell'entertainment a cui si sarà abituato nel frattempo il grande pubblico (e in particolare quello composto dalle nuove generazioni)?
Forse sbaglio, ma nel ragionamento di Luca Enoch, apparentemente disteso e ottimista, mi pare di cogliere l'ombra di una situazione poco incoraggiante. Soprattutto in considerazione del fatto che l'intervistato è un autore che, una ventina di anni fa, era considerato a tutti gli effetti un innovatore e un "ribelle" (in senso buono). Purtroppo la sensazione, a questo punto, è che nel 2015 non ci sia più nessuno che sia l'equivalente (in versione aggiornata) del Luca Enoch provocatorio e socialmente impegnato degli anni '90... Nemmeno lo stesso Luca EnochCita:
il modo in cui certe tematiche, tra cui quella omosessuale, venivano trattati in Bonelli dipendeva dalla sensibilità degli autori e dalla loro effettiva volontà di affrontare determinati argomenti, più che dalla politica imposta dall'editore.
Se quello che tu dici fosse vero, Serra non avrebbe mai avuto impedimenti di alcun tipo nell'affrontare tematiche gay e non si sarebbe mai lamentato di aver continuamente scontratosi con "muri di gomma", nè sarebbe stata cosi' problematico generare la lesbicità in Legs. Pare più coerente con quello che dicono tutti e tre gli autori (cioè Manfredi, Serra ed Enoch stesso) ciò che suggerisce invece Valeriano : ovvero che più un fumetto è di nicchia meno teme la censura perchè tanto in ogni caso deve rendere conto in ogni caso a pochi lettori, più invece un fumetto è popolare e maggiori saranno i compromessi con i quali deve scendere per non incorrere nelle ire dei benpensanti (cattolici in questo caso) che potrebbero minacciare seriamente cali vertiginosi di vendita e dunque di riflesso, con gli editori.
Cita:
Perché, con tutto il rispetto, stai parlando di una realtà (quella bonelliana) che per tua stessa ammissione conosci meno bene di quanto la conosciamo io e alcuni degli utenti che sono intervenuti.
E a tua volta tu la realtà bonelliana la conosci meno degli autori Bonelli quando parlano con cognizione di causa di fatti che hanno vissuti in prima persona in casa Bonelli. Per questo ritengo più autorevole l'opinione degli autori Bonelli che conoscono tutti quei famosi retroscena che ai comuni lettori come te ed altri sono preclusi leggendo semplicemente gli albi affidandosi unicamente alle proprie interpretazioni soggettive e arbitrarie. Gli autori sono in grado dunque di fornirci un quadro molto più completo e accurato della questione gay nel mondo Bonelli guidandoci verso la corretta esegesi della verità storica dei fatti di cui si parla.
Cita:
Ti si sta dicendo che, se avessi una conoscenza più completa e approfondita della storia della Bonelli, ti renderesti conto di quant'è insostenibile la tua posizione.
Guarda, perfino una persona dotta e acculturata come Dall'Orto, prendendo in esame non solo DYD ma tutto il resto della produzione Bonelli è infine giunto alla conclusione che i casi in cui prevale la stereotipizzazione dell'omosessualità superano di gran lunga quelli in cui viene mostrata in maniera matura ed equilibrata come tu dici, citando puntualmente gli albi per ogni testata di riferimento dal primo link che già diedi. Quindi evidentemente la mia posizione non è insostenibile, per il semplice fatto che a dirlo non sono solo io, ma altre persone che meglio di me conoscono ed hanno letto della produzione Bonelli, compresi autori Bonelli stessi. Infatti mi viene il sospetto che tu non abbia nemmeno letto per intero la pagina di Dall'Orto che analizza tra le altre cose pure il Nick Raider che tanto difendi e che pure mostra citando puntualmente gli albi in cui la tematica dell'omosessualità è trattata in maniera infelice, in linea con quella che è tendenzialmente la linea editoriale Bonelli sul tema.
Cita:
Ma niente, son parole al vento, perché tu, avendo letto un paio di interviste a un paio di autori bonelliani, pensi di aver chiara la situazione più di chi legge fumetti Bonelli da quarant'anni.
La tua posizione è molto arrogante, perchè credi di avere un sapere superiore in cui illuminare me della verità che detieni che agli autori Bonelli stessi è esclusa. E sarei io quello dogmatico che non è disposto a contrattualizzare, mettere in discussione ed eventualmente abiurare le sue posizioni? Intanto partiamo dal presupposto che
potresti sbagliarti. Eh si, lo so che sembra incredibile nonostante la tua pluridecennale esperienza di fumetti Bonelli, ma nonostante tutta questa scienza infusa che ti vanti di avere,
potresti peccare di ignoranza in determinate questioni e dunque potenzialmente potresti dover
rivedere le tue posizioni. Prima che mi dica che io sono blindato dietro a quelle che io considero per logica fonti autorevoli, ti rendi conto almeno che la tua invece è
autoreferenzialità pura e che sei convinto di avere la verità inobiettabile che nessuno si deve permettere di contraddire (perchè altrimenti mente per ignoranza o malafede)?
In ultima analisi infatti la differenza è questa : Io non mi sono autoreferenziato mai in queste 15 pagine di topic e non ho mai strumentalizzato nessun sapere personale immenso per fare affermazioni apodittiche. Al contrario, mi sono affidato a
fonti esterne dal mio giudizio personale esattamente per tentare di fornire una visione quanto più possibile obiettiva e neutrale, se non altro perchè non parte dal mio soggettivo personale, ma da riferimenti
esterni a me, e che per giunta fanno perfino parte delle persone chiamate direttamente in causa in questo topic (gli autori Bonelli che parlano dell'omosessualità in Bonelli all'interno di un thread che tratta dell'omosessualità di un fumetto Bonelli).
Le mie fonti sono incomplete? parziali? può essere, mai detto di avere la verità in mano : la mia è un'opinione che sostengo a motivo di solide argomentazioni logiche che ritengo sensato difendere. Ma, permettimi che la presunzione di usare come vessillo che taccia ogni altra fonte e argomentazione il semplice e banalissimo vissuto personale (cioè la tua pluridecennale esperienza di lettura di fumetti Bonelli) è al confronto un'argomentazione molto più povera, che per quanto rispettabile, non può permettersi di tacciare ogni altra posizione che dissente da questa sapienza soggettiva erta a baluardo dell'unica verità assoluta superiore evidentemente alle testimonianze di Serra, Manfredi, Busatta & Masiero, etc. che screditi unicamente perchè contraddicono quella tua percezione soggettiva particolare di Bonelli che hai maturato in questi quarant'anni.
Comunque guarda, solo per il fatto che tu ritieni che il tuo pensiero non possa essere ribaltato perchè convinto di star già dicendo la cosa giusta da pagina 1 del topic, mentre pretendi che io mi allinei col tuo perchè la mia posizione sarebbe oggettivamente errata perchè sostenente il contrario di quel che affermi rende inutile continuare la conversazione, perchè manca proprio un terreno comune per cui poter instaurare seriamente un dialogo vagamente sensato e un confronto civile. Per dare un'idea a che punto siamo arrivati, se per assurdo ti portassi su un piatto d'argento il 95% del materiale che darebbe torto alle tue tesi tu invocheresti il restante 5% come rappresentazione della totalità del 100% per confermare la tua idea già bella che formata sul tema dicendomi inoltre che quel 95% di materiale l'ho interpretato male io e l'ha interpretato male perfino chi quel materiale stesso l'ha prodotto!!!!
Lux