Cravenroad7

Lo stile narrativo adottato è molto poco didascalico (agli antipodi del canone bonelliano, quindi), per cui almeno un altro numero andrebbe acquistato per capirci qualcosa.

Ho apprezzato i disegni e la narrativa delirante (a tratti completamente controintuitiva e in un paio di punti proprio sbagliata) che fa durare la lettura il doppio di qualsiasi albo bonelli. Roi ci mette impegno, considera questa serie il suo opus magnum e c'è il palpabile tentativo di fare arte più che artigianato. Non ho ancora deciso se questo atteggiamento che costringe il lettore a prestare la massima attenzione ad ogni passagio e a ritornare sui propri passi più volte per capirci qualcosa mi piace veramente. Immagino dipenda dal risultato complessivo della serie. Per adesso sono incuriosito e, perché no, abbastanza affascinato. Trattare di futuri pseudo apocalittici/distopici rischia di essere un arma a taglio singolo (quello sbagliato) e non ho ancora capito dove Roi stia andando a parare. Ci risentiamo al prossimo numero.

Non l'ho presa.
Oggi è arrivato l'albo in edicola toccato con mano, sfogliato un pò. Piccolino, la copertina fronte e retro copra quasi 1/4 di tutto l'albo.
Potrebbe essere una bella miniserie, per carità, non lo metto in dubbio, 4 Euro però sono troppi. Se la Bonelli continua ad aumentare i suoi prodotti sarò costretto a pensarci bene, un'opera che sia un albo nuovo non può valere quei soldi.

In effetti, no, 4 euro sono troppo pochi: dovrebbe costarne almeno 5 o 6. Con 4 euro ci si compra una Coca alla spina al bar e ci si beve 4 caffè. Un fumetto che costa come una Coca alla spina o 4 caffè costa troppo poco, semplicemente. Secondo me, ogni volta che compriamo un albo bonelliano dovremmo, dentro di noi, ringraziare la Casa editrice per riuscire a proporci fumetti inediti a questo prezzo irrisorio.

E badate, non sto dicendo che 4 euro, in senso assoluto, siano pochi: ma lo sono per 100 pagine di fumetto inedito. Con la stessa cifra, negli States ci comprano 22 pagine di fumetto (colorato bene, per carità) che si leggono in 5 minuti circa.

Sono d'accordo, però (personalmente) è che in un mese non bevo 70 Coke però compro 70 fumetti.
Per questo non penso mai a "quanto costino poco". Magari mi ricordo che la Bonelli costa meno ogni volta che inveisco comprando un manga (che ancora non capisco come fanno, tipo alcuni della jpop ad arrivare addirittura a 9 euro per cento pagine ). C'è da constatare che un albo Bonelli da 3,20 arriva a costare 6 euro e passa perché colorato (questo mese ho dovuto lasciare in edicola il passato di Guitar Jim ) che poi il fumetto io lo preferisco mille volte in bianco e nero.
Quindi, non costano molto, ma non mi dispiacerebbe costassero meno.
L'importante è che ne valga la pena, di tutti i Dylan Dog (regolari) lasciati in edicola nei mesi scorsi (e letti a scrocco) non c'è ne' stato uno di cui mi sia pentito di non aver comprato.
Morale della storia: Buona Pasqua, leggete fumetti e non fate indigestione di cioccolata

rimatt, ancora con questa storia? evidentemente ti sta proprio a cuore..

ritengo doveroso parlare a titolo personale, come personale può essere il valore che ognuno assegna all'oggetto e decidere se acquistarlo o meno.
Non si tratta di un raffronto con altro, ma di quanto il lettore vorrebbe privarsi per avere il fumetto. tutto il resto è noia, nè ritengo giusto asserire con assoluta certezza (troppo pochi, dovrebbe)cosa sia giusto e cosa no.


Io, personalmente, l'ho trovato caro, ma ho deciso di prenderlo comunque, perchè attrato da Roi e desideroso di vedere se poteva valere quella cifra.
Non l'ho ancora letto del tutto, ma nel caso fosse "così così" non continuerò la serie e in quel caso il prezzo avrà detto la sua.
In caso contrario, andrò avanti, decidendo per il mese successivo.

Anche In quest'ottica va inquadrato il prezzo del fumetto. chi se ne frega se dovrebbe costarne 5-6 se poi qualitativamente non ne vale nemmeno 1?

WTF
Giudicare dal primo numero sarebbe inopportuno, ma la puzza di pasticcio comincia a solleticare le narici già alla fine di queste 94pp.

Bruttina la copertina, soprattutto per la rugosità più che ricercata. Ogni volta che lo tocco mi viene il prurito per quattro minuti di fila...
Di sicuro è un evento in quanto si scosta dall'ordinaria narrazione SBE - né eroi, né anti-eroi, né avventure, né indagini, né drammi di vita. Vorrebbe essere una fiaba gotica-distopica di squinterno insistito, ma alla fine non lo è perché non sfrutta appieno la libertà di genere per inchiavicarsi invece soltanto in una serie asfittica di passaggi ultra-ripetitivi a zonzo sincopato (Ut va, Ut torna, Ut cerca, Ut non trova, Ut rimanda, Ut riferisce, etc).
Era necessaria la Barbato per sceneggiare una cosa simile, con passaggi privi di logica a gogo? Era necessaria la Barbato per inseguire l'originalità dei sedici cagnetti impauriti dalla ripetizione di un concetto ?

Tranne Ut stesso ed il suo modo pittorescamente svitato/autistico di comunicare (anche tra sé), gli altri dialoghi non hanno nulla di fiabesco-simbolico, e si perdono troppo in chiacchiere prosaiche (v. Decio) o allusioni occultamente inafferrabili da lasollunga&vefaremosapé (le case? il bacino? i dimenticati? il circolo degli umani? ), senza creare un effetto-mistero realmente appealing. Ripeto, viste le potenzialità a manetta, ambientazione futuribile sfruttata malissimo - in alcuni casi sembra di rigirarsi per la provincia padana - con pochi elementi suggestivi e quasi tutti riconducibili al pennello di Roi (v. pag 39 o 45).

Ecco... invece che parlarne come ideatore della serie sarebbe meglio inquadrare Le Roi come projettore di visioni su tela...e qui devo ammettere che bisogna invertire Orazio con Ut poesis pictura. Elevata prova artistica - per quanto il mezzo tinteggiare verso il grigio alieni il risultato su orizzonti più pittorici che fumettistici - e di estrema qualità, che fa quasi impallidire nella vergogna esangue gli ultimi quindici anni di produzione dell'autore. Ma il potenziale andava sfruttato meglio, specialmente se si voleva goticizzare nel fantastico il setting, gli abiti, gli interni, gli edifici, etc. Così si galleggia sulla mezza via in attesa che il pandemonio visionario si scateni soltanto più in là .

In conclusione, un prodotto abbastanza deludente e fuorviante ma che forse promette derive ulteriori, anche grafiche
Continuerò a leggerlo per pezzi ed alla fine lo rileggerò al completo per farmi un'idea più organica dello sgangheramento da primo impatto.

ALOHA UT SENTENTIA TERMINEM

secondo me tutto questo discorso sul prezzo ha senso solo se rapportato al discorso prodotto-costi produzione-distribuzione ecc. Lasciando perdere il contenuto.
A casa ho la metamorfosi di Kafka costata un euro...secondo il ragionamento del contenuto avrei dovuto pagarla un milione, dal momento che per me è un capolavoro. oppure gli albi Aurea dovrebbero costare venti volte di più (imo) o un numero di DD scritto da Sclavi più di uno scritto da De Nardo (mi scusi).
Per come la vedo io Bonelli è nella norma (del mercato) su gli albi b/n Ma stracara quando si tratta di albi a colori...anche se bisogna darle il merito di non ritoccare il prezzo quando l'albo a colori è inserito nella serie regolare. Alcuni lo fanno.

Rispondevo a Furiadicheb, che diceva che un albo nuovo non può valere tutti quei soldi. Comunque sì, la questione mi sta molto a cuore, perché per alcuni fumetti che mi interessavano ho speso cifre molto più alte nonostante la mia disponibilità finanziaria sia limitata. Se ci si guarda intorno e si nota quanto costa la vita, si vedrà che, al di là di tutte le considerazioni squisitamente personali che si possono fare, il prezzo di 4 euro è più che adeguato – anzi. Che uno non sia disposto a spenderli è un altro discorso, e va da sé che se uno preferisce usare quei soldi in un altro modo non andrò certo a rinfacciarglielo, ma finché si verrà a dire che per un albo inedito di 100 pagine il costo di 4 euro è troppo alto, io replicherò SEMPRE.

Il discorso che fai alla fine, poi, può essere giusto, ma vale per qualsiasi prodotto artistico, ossia per qualcosa che compriamo sperando che ci piaccia ma che può benissimo lasciarsi insoddisfatti.



Cosa che si può dire per un disco, un concerto, un libro, un film che si va a vedere al cinema (spendendo cifre che sono come minimo doppie rispetto al costo di UT).

Personalmente concordo con Rimatt. La qualità non c'entra nulla in quanto altrimenti Blacky dovrebbe costare molto molto meno rispetto a Memorie. Il concetto è "Quanto si è disposti a spendere per un fumetto inedito di 94 pagine in bianco e nero?" Per me quattro euro è un prezzo più che buono. Alla fine costa meno di una birra media. E meno di un film al cinema che non posso neanche rivedere ma solo ricordare. Poi ognuno mette le sue scale di valori però 4 euro non mi sembra questo grande prezzo. Probabilmente io poi compro pochi fumetti quindi non intaccano di molto il mio bilancio.

Devo ammettere che sono un po' deluso...mI aspettavo qualcosa di diverso ed invece è il solito figurativismo bonelliano.
Sono indeciso se proseguire, gli intenti ci sono tutti ma alla fine, la sceneggiatura risulta molto canonica. Quasi da compitino. Ci sono molti richiami nelle atmosfere, però manca quel guizzo...non ci si immerge mai del tutto, alcuni passaggi li ho trovati anche noiosetti...
Senza spoilerare...I personaggi alla fine sono tutti più o meno antroporfi, avrei preferito fossero più immaginifici...ho trovato di gran lunga più deliranti la tavole di sette anime dannate o di dal profondo...Roi è ispirato...ma lontano da quei fasti.

Roi nella conferenza al Cartoomics ha detto che dal numero 4 in poi si sbizzarrirà, distaccandosi dal suo solito stile. Io sono curiosissimo, non so cosa aspettarmi.

Vedo con piacere che si è tornati a parlare dell'albo invece che del suo prezzo...
Rimane un difficile apprezzamento il mio, per quanto momentaneo. Certo che aspettare il 4° numero (su 6) per scatenarsi vuol dire avere le idee poco chiare su come allettare il lettore e girare a vuoto per metà della serie.

Si è capito che non è la trama il punto forte di tutto il pacco. Evabbé, non era dovuto...
Però se si voleva imprimere un qualcosa di particolare, secondo me bisognava insistere sull'aspetto non-canonicamente bonelliano e surreale dell'apologo/fiaba anche nel modo di raccontare gli eventi ed impostare le tavole, mentre invece ci si è attenuti al solito tipo di vignette gravate da una sceneggiatura a smozzichi e sincopata, che ricalca l'andazzo di un qualsiasi bonellide, e quando si discosta finisce per creare confusione più che altro...invece di "suggestione".
Come già detto salvo solo i dialoghi di/con Ut, per il resto sembra di sentire qualche esaltato di Brendon a corda libera. Eppoi troppe cose minestrate in modo approssimativo o sgangherato che non ajutano a capire di che mondo/piano narrativo si tratti, e delle condizioni di vita al suo interno, nonostante un buon inizio...seguito da un accumulo di riferimenti stralunati e non-comunicanti tra loro.

Una prova difficile per chi deve scegliere come spendere 4 euro il mese prossimo

ALOHA INVESTIAMO NEL FUTURO...UT DILECTUM CAPIAMUS

Pare che abbia deciso di fare così per non disorientare troppo i lettori con uno stile non canonico. Partenza soft e poi... LA FOLLIA!

Right, ma se è come tu riporti, sembra più che Roi voglia esagerare solo dal punto di vista grafico, superato lo scoglio del giro di boa, per ambientarci nel suo mondo. Non è detto che parli anche dell'impianto narrativo...che è il punto più carente fino ad ora e che non si è avvantaggiato di questo scalcinato ibridismo ai testi da "vorrei ma non (o)so" rispetto ad un ordinario bonellide.

E' una mezza via che può allontanare molti curiosi, non così pazienti da aspettare il "botto" visionario previsto per Giugno

IN MEDIA(loha)S RES EST...
... MEDIOCRITAS