Cravenroad7

E non dimenticarti la storiellina del primo Color Fest di Gualdoni / Brindisi ´DYLAN IN WONDERLAND ´...Anche li´ abbamo un Dylan bambno in quel di Crossgate...

Ottime rubriche e ottime pure le due storie.
Con le rubriche (come anche lo scorso anno) si è finalmente tornati a respirare quell'atmosfera perduta dopi i primi 3 almanacchi, le storie meritano un commento a parte.
La prima, sentito omaggio ai Fratelli Marx e a Brian Yuzna... con qualche sfumatura di "The Graduate", con colpi di scena ottimi.
La seconda: un po' Alain-Fournier e un po' Mark Twain... storia sull'infanzia perduta. Mi ha ricordato (per contesto, non per trama) una storia dei Simpson in cui Homer appare giovane negli anni '90 (di solito Homer è giovane nei primissimi anni '70)... sotria alquanto efficace. Questa breve dylaniana non è da meno, Dylan, che dalle prime storie ci ha fatto intuire di essere un ex-sessantottino, qui appare bambino negli '80... ciò non va a contrastare minimamente con il personaggio.
Speriamo che i prossimi magazine siano sempre a questi livelli.

giusto.
una qualche storia legata ai genitori adottivi del nostro ci vorrebbe...per esempio, sto ancora aspettando il confronto tra il padre adottivo di dylan e xabaras/vergerus nella famosa torre laboratorio, poi incendiata, di inverary! (cit.la zona del crepuscolo)

si vero , c'è anche Dylan in wonderland, la prima storia del color fest, bellissima, riproposta di recente nei colori della paura di Gazzetta. La sfortunata protagonista , amica di Dylan , mi ha ricordato per certi versi un vecchio film dove e' un Mac Culkin enfant prodige che ha la stessa fine di alice, ovviamente ispirato al grandissimo romanzo di Lewis Carrol. Il film non ricordo il titolo, però mi è venuta subito in mente questa scena, nel film è il protagonista a stare male dopo le punture delle api e a non farcela, lasciando la sua giovane amichetta/neo fidanzatina nella disperazione. Ah, il protagonista adulto è un quanto mai formoso e pantofolaio John Aykroyd, molto diverso da come l'abbiamo conosciuto in Blues Brother, ad esempio.

Papa´,ho trovato un amico.....

Spiace per Bacilieri e Ostini, gettati in pasto ad una pubblicazione con redazionali ottusi e superficiali come pochi. Il problema è sempre una redazione che vuole parlare di tutto - Frediani e Co. si occupano della gestione di tutti i magazine Bonelli - ma nello specifico conosce molto poco, limitandosi a svolgere un compitino alla portata di mouse e wikipedia. Cosa che diventa un problema quando assume contorni totalmente svogliati, vedi alla voce Fassina e il solito spottone verso titoli pescati a caso, come sempre impreciso (Layers of Fear un horror psichedelico, va bene..) e anacronistico (si va dal 2013 a uscite TBA, non male per un magazine 2016..). Poi vabbè, il classico carico di refusi e informazioni non corrette, tralasciando certe critiche all'acqua di rose che riescono ugualmente ad essere pretestuose (con tutti i problemi di Fear the Walking Dead si cita una ridicola analogia con WWZ, really?..). Sono sconfortato da come SBE continua a gestire la questione (beninteso che il coinvolgimento di rrobe suppongo sia limitato alla sola scelta delle storie, qui veramente pregevoli e unico motivo di acquisto). Voto 5, ingiusto considerare solo la parte fumettistica senza valutare il magazine nella sua interezza.

Votate per il terzo turno!!!!
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(Doppia) storia del magazine promossa, Ostini cura molto bene ambiente e personaggi, peccato per il soggetto che sa troppo di gìà visto, per cui la lettura risulta piacevole ma un filino noiosa. Per fortuna il colpo di scena finale la ravviva un po'. L' ultima pagina (della prima) invece secondo me non sta in piedi

Ci fosse stata solo la prima avrei votato 6/6,5, alzo a 7 grazie alla storia breve (in realtà legata per modo di dire alla prima), poche pagine ma che ti lasciano qualcosa dentro. E poi il filone delle avventure giovanili di Dylan raramente delude.
Tra i meriti di Ostini anche quello di scrivere le migliori battute per Groucho degli ultimi anni. Ma anche Jenkins ...
Invece non gli perdono di aver usato questo maledetto neologismo "settimana scorsa" senza articolo (pag. 76). Se mi prende piede pure sui Bonelli è la fine.
Bacilieri che mi pare stia addolcendo il suo caratteristico tratto che personalmente ho sempre fatto fatica a digerire, e la cosa può solo farmi piacere. E poi devo dargli atto di essere un maestro in fatto di espressività, vedi in particolare il Dylan corrucciato delle prime pagine. I suoi mostri invece li trovo piuttosto anonimi, oltre che amorfi. Per quanto riguarda il disegno a doppia pagina, anche a me ha ricordato la Settimana enigmistica. Se il gioco è di trovare Dylan, potrebbe essere in alto a sinistra della seconda pagina, vicino ai tavoli.

7

Dice tutto quello che deve dire, tipo che Hellboy è un fumetto Vertigo (non è vero, è Dark Horse) e Layers of Fear un horror psichedelico (non è vero, non ha nulla della psichedelia).. A me certe castronerie possono al limite infastidire ma la disinformazione operata sui disinformati rischia di diventare deleteria oltre che dannosa. Però redazionali di un certo livello e interessanti da leggere, avanti così! Ma poi dove ha visto rkc l'horror files dedicato ai freak? Il titolo è "Com'è bello essere freak" in diretto riferimento a Guillermo del Toro (il regista, non Benicio l'attore..) e infatti il "dossier" si limita ad una superficiale carrellata delle sue produzioni cinematografiche (e solo quelle, non è certo una disamina sul ruolo del freak).

@ rkc

Dylan adulto nella storia breve è ancora (tra)vestito da cameriere, infatti la si può considerare una scena tagliata dalla prima storia che parte proprio dal momento in cui parla con Geoffrey.

Ma fottesega dei redazionali, habemus Paulum!

SPOILER
Parto a commentare la storia principale, che mi è piaciuta, mi ha divertito, inquietato, lasciato col fiato sospeso e fatto tirare un sospiro di sollievo con la sarcastica pagina finale.
Finalmente si dà un senso a Wickedford, finalmente (al terzo tentativo, eccheccazzo) si respira la preannunciata aria di Twin Peaks, dove i gufi non sono quello che sembrano e lo special agent Dylan Cooper si trova catapultato in un mondo che pensa di conoscere come il palmo della sua mano e che invece lo stupisce, lo lascia interdetto, lo fa ricredere. Molto bravo Ostini a dosare la sceneggiatura e a far interagire i molti personaggi del microcosmo wickedfordiano (anzi, stringendo ancora di più, del matrimonio) in maniera sapiente frizzante (tra cui un buon Groucho).
Bello (come sempre) Bacilieri, soprattutto nei primi piani ricchi di espressività e nei campi lunghi dettagliatissimi: la finta pagina doppia è una gioia per gli occhi. Qualche sbavatura, forse dettata dalla fretta (l'ultima tavola è firmata 2016, ipotizzo sia arrivato un po' tirato con le consegne) non inficiano l'arte di un grande disegnatore. Storia promossa a pieni voti.
Un po' più border line la breve, interessante, filosoficamente condivisibile, in linea con quello che è e si immagina sia stato Dylan Dog. Disegni un po' caricaturali e tricromia fastidiosa: due storie in tricromia di Dylan Dog e ancora zero splatter per mettere una bella chiazza di rosso sulla tavola... Non ci siamo!
Sempre carina la vignetta iniziale, ancora una volta ad opera di Bacilieri.
Come avrete capito dal mio incipit, non ho degnato di uno sguardo gli articoli.

Voto complessivo: 8

Urge qualcuno che non degni di uno sguardo le storie per riportare equilibrio con un voto "complessivo" di 2..
L'impressione - lecita e comprensibile - è che pochi vogliano un almanacco/magazine di fattura migliore. Pubblicazione superficiale per lettori superficiali o ampiamente disaffezionati (purchè la storia sia meritevole!), in fondo sembra che a tutti vada bene così. E non siamo neppure nel campo dell'opinione, perchè se uno scrive fesserie e invece di correggerlo e dargli dell'ignorante (o quantomeno del disattento nel riportare quanto copincollato da una ricerca web) gli si dice "redazionali interessanti e di un certo livello" beh..

Per i servizi ritenuti scadenti l'unica è inviare una lettera di protesta in Bonelli, se non è la sola magari prima o poi prenderanno in considerazione un cambiamento. Criticare qui è inutile, tanto non ci leggono e se lo facesse Recchioni non potrebbe farci molto comunque, aveva già detto (mi sembra un paio d'anni fa) che lui è responsabile solo delle storie.

Per quanto mi riguarda preferirei eccome una pubblicazione con solo storie (tipo un secondo speciale con una storia lunga e una-due brevi), ma così non è e sono anch'io tra quelli che lo acquista solo se gli autori della storia lunga gli garbano (inutile dire che per Bacilieri l'avrei preso forse anche se fosse costato il doppio, magari rinunciando ad altri fumetti mensili), altrimenti lo lascio tranquillamente in edicola, come ho fatto spesso (una volta visto che qui ne avevano parlato abbastanza bene, ho recuperato poi su una bancarella quello contenente La cara mamma di Marzano). A volte spero quasi che l'Almanacco/Magazine contenga una storia che m'ispiri poco per risparmiare euro 6,30.
I servizi al massimo li sfoglio, quelli di quest'anno non ero nemmeno invogliato a farlo e, ripeto, mi piacerebbe eccome se sparissero (e magari in virtù di questo il prezzo diminuisse anche di poco).

Il tuo ragionamento è giusto.
Dal canto mio, io ammetto candidamente di non avere interesse per qualsivoglia produzione horrorifica (e di essere maggiormente legato ad una sfaccettatura di Dylan Dog che non è quella horror, tra parentesi) e quindi di non avere il benché minimo stimolo nei confronti di articoli che non leggerei mai, a prescindere che siano sul Dylan Dog magazine o sul Venerdì di Repubblica. Detto ciò, a sfogliarli in cerca delle storie, mi sono fatto l'idea di una gran banalità, soprattutto perché siamo nell'era di internet e le notizie su Walking Dead direi che sono sui palmari di tutti. Che facciano un bell'articolo di critica al (fantozziano ) cinema espressionista.

Comunque anche io ho comprato il magazine solo per Bacilieri, cosa devo farci