Dear Boy ha scritto:
[...] questa è strategia sul brevissimo termine.
Battere il ferro finché è ancora tiepido.
Mungere al massimo il fedele bonelliano.
Non solo moltiplicando le uscite del personaggio preferito ma proponendone anche di nuove.
Perché pensate che i lettori di Morgan Lost non lo siano anche di Dylan?
Sante parole.
Non è una politica che pagherà nel lungo termine. Tanto più con la crisi che, checché ne dicano i nostri politici, incalza e non dà un minimo di tregua.
Inoltre, parere strettamente personale, credo che la Bonelli non si è saputa adeguare ai tempi e al mercato. Vi riuscì, praticamente, fino alla creazione di Dylan Dog, poi è come se si fosse addormentata sugli allori perdendo mordente.
Negli anni '80/'90 Dylan Dog aveva saputo intercettare tutta una generazione di lettori (di ambedue i sessi) perché seppe rappresentare in qualche modo il loro disagio e allo stesso tempo ne soddisfava il bisogno di evasione (celata dietro la maschera dell'horror, lo splatter, il sesso e l'ironia).
Quale altro personaggio è riuscito ad ottenere ciò in casa Bonelli? Nessuno! Anzi... semplificando ed edulcorando al massimo lo stesso Dylan, per presunte paure (proprio sull'onda del "a 200.000 copie chi ci smuove?"), non hanno fatto altro che darsi la zappa sui piedi facendo allontanare generazioni di lettori. E a causa dell'incapacità che ho scritto prima dell'intercettare i giovani, credo che la Bonelli ha un buco generazionale enorme di lettori (dai 25 anni in giù circa). Tutto ciò si traduce in un ampliamento dell'offerta che però è soddisfatta dai medesimi acquirenti. Prima o poi questi o passeranno a miglior vita o, più semplicemente, si stancheranno di spendere denaro e riempire le librerie di multicolori costine.
Non ho ricette per risolvere le cose. Insegnando a scuola non ho potuto fare a meno di notare che i ragazzi di oggi sono molto più "scafati" di come lo eravamo noi: più in cerca di sensazioni forti, maliziosi, morbosi, superficiali e allo stesso tempo furbi. Non riesco a vedere personaggi in casa Bonelli che rispondono a tali richieste. Anzi... spesso il troppo filosofeggiare fumettistico che tanto piace a noi di "vecchia" data li fa scappare a gambe levate, preferendo altro. Credo che ormai i personaggi attuali, con gli anni, saranno costretti a morire (salvo operazioni di restyling particolarmente forti e non certo stupidi cellulari pensanti e figurine come comprimari).
Inoltre, la Bonelli non fa nulla per "incattivire" l'offerta. Salvo qualche operazione di facile marketing (vedi iniziative di ennesime ristampe allegate a quotidiani nonché "strilli" internetiani) non si muove più di tanto dal suo arrocco. Invece di crearsi un suo filone in altri media (stile Marvel e a breve DC) rimane a guardare gli scempi (saltuari) fatti da altri ai suoi personaggi. Invece di creare un suo "universo" bonelliano dove tutti possono incontrare tutti (salvo situazioni temporali particolari) si continua con questa politica legata all'esclusività seriale dei personaggi (e dei loro autori). Invece di puntare anche al "cazzeggio" facile, si cerca sempre la Storia che faccia gridare al capolavoro.
Metteteteci pure la vasta scuderia di autori che negli anni fan parte della casa editrice (e che giustamente si mira a conservare) e alla quale bisogna far fare qualcosa, ed ecco che il sistema si avviluppa su sé stesso.
Giunluigi Bonelli era un grande per il suo tempo.
Sergio Bonelli è stato un grande del suo tempo.
Davide Bonelli è bene che si svegli prima che si ritrova fra una decina d'anni un'azienda totalmente in profondo rosso.