Cravenroad7

Idem.
Perche' un autrice che scrive racconti per un antologia incubi e storie per Dylan Dog, esordisce con la versione a fumetti dei Cesaroni?
O forse voleva essere una specie di shojo italiano, fatto sta che dopo venti pagine mi ero già annoiato a morte e quindi non le ho concesso una possibilità.
Se mi dovesse capitare di recuperare gli altri numeri magari proverò a leggerlo per intero per vedere come evolve.
Magari cambierò idea.

In effetti voleva proprio essere uno shojo italiano, a detta della Barbato. Non lo era, ma ho comunque letto con piacere: la Barbato ci credeva molto e ha saputo dare intensità alle caratterizzazioni dei personaggi, protagonista in primis. Per me un ottimo esperimento, al punto che avrei continuato a leggere la serie molto volentieri.

Però siamo OT, quindi se si volesse continuare a discutere di Davvero sarebbe meglio trasferirsi nel topic apposito.

Qualche tempo fa, Manfredi, su facebook, rispondendo a domande sul non successo di Adam Wild e alcune critiche alle copertine, disse che queste, e i disegni e la grafica di queste, non spostano di una virgola il numero di vendite.

Ora, io sarò grezzo e ignorante, però quelle due viti e quel font (oh, inguardabili! Ci si sono messi d'impegno) fanno si che non comprerò UT. Al massimo lo compro in blocco fra qualche anno a prezzo modicissimo.

Una volta mi eri simpatico.

Concordo (sulla copertina, non sul fatto di non comprarlo). Se è vero che il successo di un fumetto è decretato dalla qualità delle storie, è altrettanto vero che copertine belle e accattivanti aiutano molto, invogliando all'acquisto lettori casuali o comunque non interessati a quella serie in particolare.

Manfredi è rimasto ai tempi in cui il successo delle testate Bonelli si basava tutto sul passaparola.
All'epoca, effettivamente, le copertine contavano poco. Se una serie era di qualità, il tam-tam tra i lettori era sufficiente a far vendere bene.

Oggi, purtroppo, i tempi sono cambiati. Senza una pubblicità e un marketing adeguato (cosa che include, ovviamente, anche le copertine e l'impostazione grafica) una testata passa quasi inosservata.
Adam Wild era un'ottima testata, ma è stata pubblicizzata male, come un fumetto di cinquant'anni fa uscito fuori tempo massimo. E le copertine, brutte e sbagliate, ci si sono messe d'impegno per farla affondare.

Per quanto riguarda UT, logo e font non piacciono neanche a me. Prenderò comunque il primo numero, però se il buongiorno si vede dal mattino...

Ah se Manfredi pensa questo ora capisco il flop di Adam Wild.
Oggi copertine,logo, font sono la prima cosa di un fumetto, sopratutto se si tratta di una miniserie.

Sinceramente, per dis-ingenuità da addetto ai lavori di lungo corso, non credo che Manfredi pensasse quello che ha detto, visti i risultati della serie da lui ideata. Mi sembra più la sbottata estenuata (e risentita?) di uno che vuole farsi carico tutto in solitaria del successo/fallimento commerciale della propria creatura (di penna) editoriale, ammettendo implicitamente di aver trascurato a priori certi fattori come il layout grafico (di pennino), o relegando questi aspetti soltanto ad un ruolo marginale per la riuscita del prodotto...
...come in realtà non è, e la SBE lo sa benissimo (v. colori di Orfani, giovani talentuosi su DD, copertine d'assalto + grigiorosso in ML, etc).
O magari, di rimbalzo, voleva lamentarsi tra le righe di come la SBE non l'abbia ajutato più di tanto nell'ottimizzare questo impatto visivo, soprattutto per le copertine e per il lancio "d'immagine", nonostante molti dei disegnatori su AW siano di livelli elevato.

Tornando in topic, a me la copertina non colpisce né dispiace. Di certo non la rigetto per il font.
Trovo però una disparità tremenda - anche a livello concettuale, tale da creare quasi confusione - tra la variant anime-cartoonesca e quella normale, che mi sembra invece la copertina di qualche casa editrice di nicchia, meno pop-eclatante, più minimalista, anche per carenza di mezzi.
Magari il bullone è svitabile poi...

ALOHA SBULLONATO

http://www.sergiobonelli.it/scheda/roma ... -fame.html
Mentre leggevo Sul sito della Bonelli la presentazione della miniserie evento che uscirà domani, mi chiedevo :
"Perché miniserie evento? "
Intendiamoci, sarà sicuramente strepitosa, come si intuisce dalle preview, ma perché è un evento?
Voglio dire, Neal Gaiman che dopo 25 anni pubblica un prequel di Sandman (tra l'altro bellissimo), è sicuramente un evento.
Ma Corrado Roi che pubblica una serie con la Barbato, lo è?
Più di che ne pubblica uno con Freghieri?
Questo mese ho molti extra da prendere, tra Panini, Bonelli e Aurea, quindi penso di recuperarlo la prima settimana di aprile.
La curiosità però è grande.

OT

A me il prequel di Sandman è piaciuto veramente poco.

Io lo sto leggendo adesso perché ho aspettato di averlo completo, non l'ho finito ma finora mi sta facendo impazzire...sarà l'effetto nostalgia. ...a te cosa non è piaciuto?

Ne riparliamo in un altro topic quando finisci di leggerlo
Non perché il finale sia più o meno brutto del resto eh! Solo per parlarne meglio senza rovinare i colpi di scena o condizionare la tua lettura.

Sono d'accordo ci aggiorniamo nel Topic giusto

Letto il primo numero.
Ahimè, i miei dubbi erano giustificati: ha tutti i difetti tipici delle storie "da" disegnatori. Dialoghi naif e balordi, narrazione scombussolata e spesso pasticciata, vignette e sequenze buttate lì un po' a caso. Assolutamente impalpabile la presenza della Barbato. Se ha dato una messa a punto professionale a un materiale del genere non oso immaginare come doveva essere il tutto allo stato grezzo.
Ovviamente un albo molto affascinante a livello visivo, con parecchi riferimenti al cinema espressionista e al romanticismo gotico, ma anche le tavole non "parlano" mai veramente da sole, anzi si eccede in dialoghi e didascalie.

Poi immagino che la riuscita di un prodotto così dipenda molto dal grado disponibilità che ognuno ha verso questo tipo di immaginario gotico-fabesco. Ecco, io ammetto che dopo esserne stato appassionato per anni, da qualche anno questo tipo di scenario mi ha un po' stufato. Quindi credo mollerò qui, ma chi cerca certe atmosfere ne rimarrà probabilmente soddisfatto.


Ti ripondono giusto nell'editoriale.

Alla fine quanto costava, 4 o 5 euro?