Daryl Zed ha scritto:
Il Sime secondo me scrive indubbiamente bene... ma su Dylan non c'entra veramente niente.
Questo lo si era capito dall'inizio. Adesso dopo 4 anni di attività dylaniate personalmente ne ho la scatole piene di questo pataccaro piazzato nel posto sbagliato nel momento toppato. O ha tutto un presepe di santi in paradiso per trattenerlo ancora in questa posizione, oppure gli attuali curatori non hanno capito una mazza del suo spessore, se lo ritengono ancora autore cardine (assieme alla Barbato) per la serie inedita
.
Ha migliorato lo stile dei dialoghi, in corso d'opera, e non sembra ricadere più nei pipponi socio-impegnati di un tempo, ma in questa recente fase più rilassata e leggera non ha di certo preso possesso del personaggio e del suo mondo, a livello di storia "classica" da impostare. Specialmente in prospettiva di genere:
ha un'idea di horror meno che elementare, senza ambiguità, iper-lineare, manichea, tanto insipida quanto saccarina nel rassicurante, semplificata nel piattume, con soluzioni da "piccoli brividi", senza intrigare né con finali aperti né con inquietudini di fondo. Senza contare che oramai le sue priorità prevedono altro, tipo il trascinamento della macro-trama e dei siparietti che coinvolgono i suoi paladini selfmade, ovvero Rania e Carpenter
.
Su 9 storie lunghe ne salvo appena due, sopra la sufficienza:
Anarchia nel Regno Unito (per il sommovimento di fondo) e
Dormire, forse sognare (per quanto il lato onirico facesse pena, e non mancassero le solite incongruenze a gogo). Sul resto meglio sorvolare, perché non ho il coraggio di riprendere in considerazione castronerie di conclamata mediocrità - quando non peggio - come
Il sapore dell'acqua, Miseria e crudeltà, Horror Express e
La macchina che non voleva morire .
Quando ci saluterà sarà sempre troppo tardi
CHI ROMPE PAGA E GLI ALOHA SONO I SUOI