tommaso ha scritto:
wolkoff ha scritto:
Quindi quando le cose andavano bene era merito di Sclavi e Marcheselli, quando andavano male il demerito era tutto suo?
Proprio così.
[In realtà non ho un pensiero così tranciante su Chiaverotti - tipo che per me le sue cose migliori sono alcune storie post-100 e post-Sclavi, più equilbrate e meno trashose dei (presunti) classici dei "tempi d'oro" - ma non ho una gran voglia di discuterne]
Aspé, famme capì.
Prima dici che, sulla base dei meriti, le migliori migliorie apportate per far performare l'opera del Chiave erano tutte da attribuire al controllo revisionante dei padroni/padrini Sclavi&Marcheselli... e poi dici che il suo periodo d'oro è quello post-Sclavi, quando aveva quasi completamente ruota libera
Qui c'è qualcosa che non quadra, come disse il compasso in una spirale di triangoli ottusi...
... e comunque non ho più di tanto interesse ad approfondire queste geometrie discorsive.
Per rimanere in argomento:
rimatt ha scritto:
Ilnomeutenteinserito ha scritto:
boh a me sembra che il Chiaverotti di ML sia mille volte meglio di questa presunta ergastolana...
Anche a me. A dire il vero non ho ancora letto il Maxi,
però è un dato di fatto che, pur con tutti i suoi difetti, trovo il Chiave di oggi molto ma molto più maturo (e più "autore") rispetto a quello dylaniano.
Io non ho ancora letto la storia in questione, ma il Chiave di "oggi" era fino a poco tempo fa era quello sbeffeggiato dal 90% degli utenti nell'immediato quasi-presente per il suo
Brendon (
di cui non sono un grande estimatore, anzi )
Mi sembra strano che adesso si inneggi alla sua improvvisa maturazione su
ML, anche perché, avendo letto all'epoca dell'uscita soltanto il primo numero, mi sembra più vicino a certi albi del suo cavaliere di ventura, che al Dylan di
Anima Nera. ALOHA LOST IN IDENTIFICATION