Il miglior Maxi di sempre? Di sicuro uno dei migliori.
Un Maxi imperdibile? Decisamente no.
Le sue tre storie offrono un piacevole intrattenimento e non avrebbero sfigurato sulla serie regolare. Però non sono così entusiasmanti da farmi cambiare idea su questa collana, che per me era e rimane inutile (o meglio, utile a riciclare scarti, mettere alla prova autori esordienti e dare un contentino ai lettori allergici alle novità).
A proposito di scarti,
Per amore del diavolo è esattamente la storia che mi aspettavo, cioè una prova "minore" di Chiaverotti: soggetto debolissimo, dialoghi naif e strampalati, anni '80, sogni, allegra follia e qualche guizzo surreale. Questa ergastolana forse era ai limiti della pubblicabilità (non a caso testo e disegni sembrano aver subito molti rimaneggiamenti), ma mi ha fatto piacere leggerla, non foss'altro che... per amore di Chiaverotti.
In fuga è la migliore delle tre. Certo è lontanissima dall'eccellenza (né ha la pretesa di arrivarci), ma la lettura scorre, i personaggi sono tutti interessanti e l'ironia riesce a nascondere l'esilità da b-movie del soggetto.
Il lago nero è indubbiamente ben scritta e abbastanza dylaniata, ma non mi ha appassionato. Si tratta di un cupo horror-thriller psicologico che affronta il soprannaturale con toni seriosi. Rispetto a questo genere di storie ho sempre preferito l'horror surreale e ironico, ma mi rendo conto che è questione di gusti.
SPOILER
fulcianoassoluto ha scritto:
La seconda ha uno dei finali più angoscianti e malati dell'intera storia del fumetto, imho.
Esagerato. Anche considerando solo Dylan Dog, abbiamo visto di peggio:
La bambina (Sclavi & Stano) è giusto il primo esempio che mi viene in mente.