Cravenroad7

Gli lasciavo passare il paragone per due motivi.

1) Sono sensibile, in qualunque campo, ai "salons des refusès", quindi un po' di ragione gliela do.
2) Non ho mai letto nient'altro di questi autori, quindi che ne so io, magari sono davvero tre geni dell'ermeneutica. Boh?

Però sì, sostanzialmente non ti do torto, anche se io mi esprimo magari meno cinicamente.

Fra l'altro credo chi si possa "dibattere" giusto sull'aspetto grafico di questo albo.
Ammettiamolo, la prima e la terza sono ennesime sceneggiature metatestuali che potevano anche essere venute fuori da Recchioni o Barbato e la seconda, con un minimo di brio in più nei dialoghi, la potevi spacciare tranquillamente per opera di (udite udite) Sclavi.

Alla fine si è osato (tirato la corda?) giusto con i disegni di Galli e Aka.
Che non dovrebbero lamentarsi delle critiche. Se volevano restare "puri" non dovevano confrontarsi nell'arena del fumetto Popolare.
Ma evidentemente il tornaconto (economico e di visibilità) valeva il rischio.
E giustamente, aggiungo.

Da ragazzino andai in Inghilterra per imparare l'inglese e mi ritrovai un mese a sfondarmi di popper ascoltando death metal; una volta tornato in Italia, per togliermi la dipendenza da sniffaggio da odori forti, me ne andavo a odorare la benzina ai distributori, o avevo sempre un pennarello in tasca da odorare, oppure presi uno degli ovetti di plastica della Kinder, ci spremevo dentro un succo di limone, e di tanto in tanto lo aprivo per odorarne l'aroma pungente.

Ah l'adolescenza! L'odore di questa carta mi ha fatto tornare a mente tutto ciò, le palpitazioni, la dipendenza, le risate, la paura che ti sgamassero a sniffare popper sull'autobus.
Votato ottimo.

Per i più giovani, il popper è legale in Italia ma in versione estremamente blanda - lasciate stare. Quello che vi consiglio è comprare la colla per il plexiglass industriale, basta farla sciogliere.

Boia! A sto punto aspetto la versione variant in carta di canapa.
Io ho provato varie vernici e primer per parquet, ma almeno mi pagavano.

Aperti i sondaggi del primo turno del Galeone D'Oro:

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VOTATE!!

Io quando frequentavo l'accademia dormivo con l'acido nitrico sotto il letto (per le lastre di incisione ) immagina i sogni acidi.
Il bagno invece era adibito a camera oscura per sviluppare le foto.
Nella stanza olii e trementina per le tele.
Praticamente gli anni di accademia per poter dare gli esami mi sono drogato pesante

gli odori inebrianti degli smalti...e sopratutto gli odori a volte pungenti dei pantoni ricaricati artigianalmente..ahhh i pantoni misti ai marcatori di diverse fogge e colori applicati su carte dalle grammature inferiori...quali sensazioni...ecco, se codesto color fest empio d'albagia odorasse proprio cosi, allora forse forse me lo faccio regalare...perchè comprarlo di mia iniziativa manco morto!

Bellissimo albo. L'unico che secondo me perde un po' è Aka B, i suoi lavori in bianco e nero sono molto più suggestivi.

lasciando stare l'aria da radical chic degli sceneggiatori da "tu non hai le basi culturali per comprendere la mia opera", questo color fest rappresenta quello che dovrebbe essere la prassi su questa collana.

Bene, molto bene. Complimenti agli autori.

titolo del cf azzeccatissimo le storie sono davvero inquietanti

Il titolo è preso da qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Tre_passi_nel_delirio
Che contiene il capolavoro Toby Dammit di Fellini.

Non sarebbe male un Color Fest con tre storie ispirate ad altrettanti racconti di Poe, non necessariamente dell'orrore, ma anche quelli grotteschi o arabeschi (come appunto l'episodio che ispirò Fellini).

bellissimo e conturbante toby dammit...con un terence stamp leggendario.


MAGARI!! ...un CF sifatto, si che lo comprerei...

Sono stato smentito su tutti i fronti dalla lettura.
I CF non li ho letti tutti, fin'ora solo dal 13 in poi, ma partendo da quello, è sicuramente il CF più bello di tutti. È vero, la carta patinata ha il suo fascino, ma mi è stato dimostrato che forse non è adatta per certe storie, come ad esempio quelle contenute qui.
Premessa: Mi sono innamorato subito degli autori che hanno fatto tutto da sé e hanno fatto per 3, anzi, molto di più.

Sir Bone – Abiti su misura
Ho apprezzato molto questo Dylan disorientato, schiavo del cambio del guardaroba, che è un po' come mi sento io quando vado a fare spese. La sterilità della polemica sul ciuffo -so che c'è stata ma non l'ho letta per paura di spoiler, dopo recupero - ha raggiunto livelli epici. In realtà ha un senso che va ben oltre l'apparenza grafica.

Grick Grick
Un demone si reca a casa di Dylan e sta li a digrignare i denti e mangiare.
Dylan è comprensivo
La ragazza è insofferente
Canos è angosciato.


Claustrophobia
Non riesco a descriverla, il flusso di coscienza di Dylan è meraviglioso, E se non sbaglio, in tal caso correggetemi,

Graficamente parlando le tre storie posseggono uno stile tremendamente adatto.
Per me questa roba è da ottimo.

SPOILER

E’ stato come vedere un proprio sogno realizzarsi! Si aveva quest’idea fin dalla prima pubblicazione, ma quello che ne uscì fuori era ben lontano dagli obiettivi prefissati.
A partire dai colori (mai incisivi ne memorabili, mai imprescindibili), per passare alle storie (solo poche sono state di buon livello). Tutte caratteristiche che non mi hanno mai fatto apprezzare questa pubblicazione al meglio.
E poi esce questo Color Fest numero 16: dettagli apparentemente insignificanti come la scelta della carta porosa (che restituisce i colori in modo più carnale e genuino); la possibilità di “alterare” il numero di pagine a favore delle storie; maggiore attenzione al coinvolgimento di outsider; il cambiamento della periodicità (con abbassamento obbligato del prezzo) sono le novità più eclatanti. Tutte decisioni che avrebbero dovuto essere prese fin dal principio. Ma si sa, si ha sempre paura di osare, di destabilizzare (anche in positivo).
Questo numero di rottura è stato coraggioso e il coraggio dimostrato mi fan ben sperare anche per il futuro. Dico ciò perché tutte e tre le storie appartengono in modo completo agli autori che le hanno realizzate (nomi mai apparsi nel mondo Bonelli, con tre caratteri molto forti), quindi il loro coinvolgimento per “raccontare” il personaggio è stato radicale.
Si parte con Ausonia il quale ci fa sapere dove si rifornisce Dylan (e non solo lui) per il suo guardaroba. Colori e disegni straordinari e un personaggio, Mr. K, eccezionale.
Poi c’è lo stile di disegno di Grick grick, che mi ha ricordato Aeon Flux. Mi ha colpito molto anche il montaggio delle scene e le varie divagazioni (il cane, i lampioni, un aereo che sfreccia, i primissimi piani, i giochi d’ombra). Qui la storia si fa meno cupa ma si rimane sempre nell’ambiguo, nel surreale. Il demone che incontriamo nella sua storia, rispecchia secondo me la volontà celata delle emozioni: a Dylan Genny non interessa, ma non sa come liberarsene (mia interpretazione), così come il bambino non si trova a suo agio con la sua nuova “madre”.
Infine Aka B mette davanti il personaggio le sue paure più radicate, la claustrofobia, la solitudine ma soprattutto se stesso. Quando si è soli si incomincia ad interagire con se stessi, e se non si hanno cose da dire, beh la mente incomincia a vagare come una nave senza timone. Profondo e bellissimo l’approccio scelto dall’autore. Anche i disegni mi sono piaciuti. Rimanendo nel campo delle “rimembranze”, mi hanno fatto venire in mente il video dei Radiohead, Ok computer.

Ottima anche la copertina!
In definitiva sono contento come un bimbo che ha avuto il suo giocattolo preferito, agognato da anni.

A memoria il miglior Fest uscito fino ad ora. Innovativo nella forma e nel contenuto, disegni semplicemente fantastici e storie assurde. Ecco come deve essere il color fest. Proprio così. uno spazio dove sperimentare, "giocare" e divertirsi. Luogo di passaggio per artisti sopra le righe che amano capovolgere una realtà ormai consolidata come quella dell'universo di Dylan. Sono fiducioso per il futuro. Voto 10!