Piccatto ha scritto:
Piccolo riassunto dell'età del fumetto da social network, ovvero: credere di avere qualcosa da dire senza che sia così. È infatti concesso spaziare da vetusti simbolismi a barbosissime sequenze di delirio controllato, convinti che si sia ancora nel 1910 e si faccia forse qualcosa di avanguardistico. Un vero peccato che l'unico a capire il proprio ruolo in questa operazione sia il buon Marco Galli, che produce un racconto semplice e ricco, sinceramente grottesco, senza sbavature e senza storpiare il Dylan Dog personaggio. Non così per Ausonia, il quale spedisce alle ortiche un'idea graziosa tirando in mezzo un protagonista falsamente sentimentale e scene francamente imbarazzanti, e nemmeno per Aka B - dal nome si sarebbe anche capito che il genio alberga altrove -, uno di quelli ancora convinti che la narrativa al presente in prima persona in italiano funzioni bene. Curatore ed autori, esaltati per l'inusuale veste grafica, si dimenticano che ci sono anche delle sceneggiature da scrivere e cedono paurosamente alla falsa profondità dei giorni nostri, dimostrando ambizioni sproporzionate quantomeno rispetto al proprio livello culturale. Tanto che si lasciano andare persino ad episodi di finto italiano (avvistati almeno un gerundio a casaccio, un'occorrenza dell'orrido verbo realizzare e un "non riesco"). Il voto è mediocre, perché di operazione mediocre si tratta.
In parte condivido , non so definire se e' un albo avanguardistico( che parola difficile da scrivere) , oppure molto retro' , e di certo non si e' inventato niente , pero' sicuramente questo albo e' diverso.