Cravenroad7

Ma che JD è diventato il metro di paragone per DD dà fastidio solo a me?

Può essere. Io non credo, come già scritto in altre parti, che questo forum sia rappresentativo dei lettori di DD.

Fermo restando che ho votato buono e a me piacerebbe avere storie del genere ogni mese. Magari ogni tanto una storia con qualche sussulto emotivo più elevato come "E cenere tornerai" o con qualche messaggio in più come "Al servizio del Caos" o anche un pò più strana come "I raminghi dell'autunno" oppure un pò più elaborata come l'ultima di Ambrosini. Per me DD ha tante anime ed è bello leggee anche diverse interpretazioni. Alcune volte piacciono meno ("Gli spiriti custodi") altre volte di più ma fa parte del gioco. E del piacere della lettura.

Dipintendo: Non è diventato il metro di niente. L'ho solo usato come esempio per far vedere a Don Cristo come non sempre un fumetto con una continuity sia brutto o non possa avere successo.

Ho votato buono. E' uno dei soggetti piu' interessanti degli ultimi venti anni, con una solida e brillante sceneggiatura e dei disegni molto belli. Peccato per la copertina insulsa, colorata in modo pessimo. Con qualche piccola modifica questo sarebbe potuto diventare un albo memorabile de Le Storie.

...in effetti rimettendo in moto il cervello e la memoria mi rendo conto che dylan di gran botte ne ha sempre prese..anche in maniera esagerata...l'albo che citi (oltre la morte) era il surplus delle ferite e mutilazioni esagerate.
Forse quello che notavo, in questo caso, era solo che negli ultimi albi la concomitanza di malmenamenti e ricoveri ospedalieri del nostro, erano un po troppo frequenti e ripetitivi..o magari le sceneggiature dei nostri autori a volte vanno a coincidere con certe scene...poi oh..ripeto, nelle dinamiche di un fumetto ci può stare...se accettiamo una torcia umana inseguitrice al volante, possiamo accettare anche queste cose dopotutto...

Questo albo non mantiene le promesse fatte nell'editoriale.
Cito testualmente l'editoriale:
Sinceramente, mi aspettavo capapulpe e capapultamenti, capi e cape, papaveri e papere.
Va beh, scherzo. L'albo è bello.
La Capaculpa è dell'editoriale.

E chi lo legge più l'editoriale, oramai

Se lo leggessero prima di pubblicarlo ci risparmieremmo tutti questi refusi
Dylan Dog concorre al premio per il fumetto più sgrammaticato d'Italia. Roba che l'omino bufo si metterebbe le mani nei capelli

forse la causa di tutta questa moria di refusi è perchè accade questo in redazione.

fine OT!

addirittura?

Vent'anni fa (a scriver le storie) c'era ancora TIZIANO SCLAVI!!!!
Perché Dylan che indaga su un cacciatore di streghe dovrebbe essere un soggetto più interessante di Dylan che indaga su un robot che sogna pecore elettriche o qualsiasi altra cosa? Che so, tipo penne maledette o fusilli indemoniati?
Poi se invece affermo che CACCIA ALLE STREGHE (per stare sul tema) è un capolavoro, mi risponderete che devo essere oggettivo e che il mio giudizio è offuscato dalla nostalgia.

espandiamo di un micrometro il termine soggetto, e otteniamo che il soggetto di questa storia è un film horror che letteralmente esce dallo schermo. Mica male, soprattutto considerato che tutto si svolge su due piani temporali

Hai colto in pieno quello che intendevo dire. Inoltre i due piani temporali si incastrano alla perfezione.

caccia alle streghe a mio avviso è l'unico albo, pur andando messo assieme a quelli "storici" come il lungo addio e johnny freak, su cui non si può dare una valutazione. Va "solamente" considerato in quel contesto storico, come risposta di Sclavi alla censura, equiparata all'inquisizione.
Tornando a questo albo, non mi sembra un soggetto così originale rispetto a tanti altri di albi passati, ma anche accettando che sia un ottimo soggetto, deve essere sorretto da una sceneggiatura di pari livello e a ma non sembra questo il caso.

SPOILER

I misteri che girano intorno a opere e a geni "maledetti" o anche soltanto "ombrosi", mi hanno sempre affascinato e piaciuto tantissimo (per esempio Cigarettes Burn è per me un capolavoro assoluto!). Di conseguenza questo albo mi ha colpito molto. Non soltanto perché prende in considerazione la storia di un regista realmente esistito e della sua breve carriera (uno di quelli di cui si parla poco, troppo poco), ma anche perché l'idea di basare una nuova indagine sulle vicende che hanno preceduto la morte di Reeves, prendendo spunto da un suo script e ipotizzando che la figura dell'inquisitore (e del suo aiutante), fosse tratta dalla realtà (e che nei secoli si sono succeduti i suoi eredi), ha costituito il successo di questo bellissimo numero di Dyd.
Atmosfere cupe, personaggi ambigui, un po' d'ironia che riesce a non inficiare il mood e una conclusione degna dei migliori Dylan Dog: senza sensazionalismi, senza spiegoni. C'è solo la quintessenza dell'artista che non si piega a nessuna imposizioni e che muore per la sua arte. Questa è poesia pura!
I disegni mi sono piaciuti, ma per una storia del genere secondo me era più adatto il tratto di Mari.

La parte migliore è indubbiamente quella in cui il luminare di storia medioevale si lancia nel racconto della vita di un tale vissuto nel XVII secolo. Scena che per forza di cose assurge ad indiscussa rappresentante delle qualità dell'albo. Forse, ecco, se la gioca con l'inseguimento con l'inquisitore in fiamme o con Groucho che racconta le sue esperienze in fatto di onanismo.