Cravenroad7

Anche secondo me comunque "L'assassino della porta accanto" resta senza dubbio la migliore di Accatino.

A livello di trama mi interessava ma leggendolo mi ha annoiato molto.E l'ho trovato un po' ingenuo nel risolvere alcune situazioni tipo

SPOILER
quando bruciano tutti in una capanna piccolissima solo loro si salvano,lei tutta nuda senza neanche una bruciatura (pag 73).O nel presentare la figura del ragazzo innamorato sembra che da sempre su Dylan Dog gli uomini siano tutti fatti con lo stampino sensibili impiastri rifiutati dalle donne e che impazziscono

voto 5

per me come storia è ottima, non mi pare che ci sia da cercare il tuorlo nell'uovo.

Votato buono. storia piacevole da leggere, soggetto lineare, un po` troppo semplice, sceneggiatura molto buona, groucho in gran forma, mezz'ora di buon intrattenimento.

Non mi piace.

Nonostante tutta la buona volontà e la stima che ho per Accatino, neppure io sono rimasto soddisfatto.

Di questa storia si può dire sostanzialmente quel che è stato detto per l'albo del mese scorso: routine di lusso, realizzata con professionalità ma senza acuti.

seguono possibili
S
P
O
I
L
E
R

Accatino parte da una premessa molto interessante (la carriera del regista Michael Reeves e le circostanze della sua morte) per poi sfornare quella che, alla resa dei conti, si rivela una banale variante sul tema delle "sette religiose", puntualmente guidate da fanatici che all'inizio sfoggiano modi urbani ma poi si rivelano pazzoidi capaci solo di accoppare a dritta e a manca!

Tutto già visto (I giorni dell'incubo, Lettere dall'inferno...), senza alcun nuovo spunto di riflessione che giustifichi l'ennesimo sfruttamento di un tema tanto logoro e risaputo.

La storia di Accatino non sfiora nemmeno la complessità del film di Reeves che, oltre a esporre gli scheletri nell'armadio della civilissima Inghilterra (paese in cui l'Inquisizione propriamente detta non aveva mai messo piede), era un'amara riflessione sul Potere e su quanto questo corrompa, al punto che nemmeno chi lo combatte riesce a salvarsi dal "contagio".
Qui il Bene e il Male sono divisi in maniera nettamente manichea, e il Buono (Dylan) resta puro, integro e incorruttibile.


Intendiamoci, i fanatici religiosi non piacciono a nessuno, ma la loro caratterizzazione è talmente rozza e semplicistica da renderli semplici macchiette.
Ogni volta che leggo questo genere di storie non posso fare a meno di ripensare anche a film tipo The Believers - I credenti del male (di John Schlesinger, 1987), capace di affrontare con profondità il tema della religione e di ciò su cui si fonda, dove il Bene e il Male in quanto complementari diventano necessari e inseparabili.


Sull'albo mi limito ad aggiungere che il soggetto è davvero troppo esile. Basti vedere quanto Accatino la tira per le lunghe con il grottesco inseguimento automobilistico.

Inoltre mi pare molto strano che Dylan non sapesse che Hopkins è realmente esistito. Tanto più che in Inghilterra si trovano parecchi libri (anche 'divulgativi') sul personaggio, e che una metal-band come i Cathedral gli ha dedicato un concept-album.
Ma probabilmente per Recchioni -così come a suo tempo per Gualdoni- Dylan è un povero ignorante caduto dal pero, capace di leggere al massimo i vecchi romanzi di Stephen King.



Disegni senza infamia e senza lode.

Per chi volesse saperne di più su Michael Reeves, suggerisco la lettura di The Remarkable Michael Reeves di John Murray, ottima e curatissima biografia.

A me non è dispiaciuto: frizzante, non retorico e autocelebrativo, abbastanza horror, un pelo trash, Groucho in forma.
Lettura estremamente piacevole (funestata da un errore ortografico da prima elementare a pagina 21, ma oramai ci abbiamo fatto l'abitudine a questa ortografia del dolore) che nel finale mi ha fatto girare pagina con gusto e desiderio di arrivare alla fine. Non poco, di questi tempi, bravo Accatino.

I disegni... beh, non mi convincono. Bravino Casalanguida, eh, le espressioni facciali sono interessanti. Ma un po' di impegno nei particolari e nello sfondo? A un certo punto ci sono quattro vignette in cucina, durante la cena vegana con Groucho cameriere, con sfondo completamente bianco. Embe'? E tutti 'sti retini, poi... uff.

Comunque promosso, albo buono, tendente all'8. Vado a leggermi i commenti degli altri

Wow, vi è piaciuto parecchio. Volevo votare mediocre, soprattutto per la gestione a mio avviso non buonissima degli spazi narrativi, ma a questo punto prima me lo rileggo. A caldo posso dire che la storia mi ha irritato, ha un ritmo diseguale tra moltissimi tempi morti, inutili precisazioni, dialoghi superflui (oh, niente a che vedere con i testi ridicoli di morgan lost, capiamoci) e improvvisi strattoni in cui succede un po' di tutto. Il soggetto è originale e ben pensato, ma questa storia poteva fare una paura della madonna e non la fa. Quindi, a ripensarci, non è una storia irritante, perché aveva del potenziale, ma deludente sì.

Commento telegrafico: quoto Leone.
Groucho mi ha fatto spaccare, da anni non mi capitava di leggere così tante sue battute divertenti.
Voto buono.

Vale come vincere il post del mese

Precisazioni SPOILEROSE


il film non è commissionato per far sapere dell'esistenza di quell'organizzazione, ma per rendere omaggio al suo fondatore. Da qui la segretezza sui fondi, mentre l'omicidio non è diretta conseguenza dell'aver fatto il film ma dell'aver tradito la Verità.

Datemi un sussulto vi prego...uno solo.

Albo ottimo, in certi momenti meraviglioso. E questi momenti sono: la narrazione della storia di Matthews Hopkins, il finale, la nottata di Groucho. Storia scorrevole ma per nulla (ma proprio zero) banale, forse perde poco poco solo nella parte dell' "azione", nel senso che si poteva insistere di più sulle torture a DD e alla ragazza o magari rendere in qualche modo più avvincente incendio del capanno e fuga dei due. Ma sti grancaz*i.
Votato ottimo.

Storia confusa, ad un certo punto non ci ho capito niente più....basta per un INSUFFICIENTE

Posson seguir SPOILER

Certo, Accatino ha scritto di meglio, ma è una buona storia (un 7,5 complessivo) e per me tra i migliori mensili della gestione Recchioni. Va precisato subito che si tratta di un albo decisamente old style (nessun riferimento a continuity o nuovi personaggi), con ambizioni horror, spesso riuscite - ma non sempre, ed un'interessante interpolazione tra realtà, film e finzione fumettistica, come riuscita è la gran parte dei personaggi (difficile scordarsi subito dell'inquietante Trevanian).
Se il soggetto che regge l'albo può sembrare fin troppo semplice (semplicistico?) la sceneggiatura è, come consuetudine con questo autore, di buona fattura ed appassionante, dove nulla è dato per scontato. Si apprezza tanto la storia, in flashback, di Michael Reeves quanto l'indagine del nostro, qui non solo in carattere, ma pure in buona forma (e l'ironia, in ogni situazione, ne è una pregevole manifestazione), così come un Groucho che più vecchio Groucho servi tè-sforna battute non si può.
Tra i film citati mi pare abbia un certo rilievo anche un altro di Reeves: Il killer di Satana (The Sorcerers). Non l'ho visto, ma leggendo su internet ho trovato i nomi di un paio di personaggi riutilizzati nella trama (Marcus ed Estelle) nonché un finale ad inseguimento con un'auto che esplode ed incendi. Riguardo a Contratto per uccidere di Don Siegel il regista ne è talmente preso che finirà per avere un destino simile, cioè l'accettazione della sua condanna a morte, alla base sia del racconto di Hemingway, The killers, sia dei due film che ha ispirato (quello di Siodmak prima di quello di Siegel).

Disegni sufficienti, maggiormente valorizzati nelle scene coi grigi.