Cravenroad7

SPOILER


ANCORA SPOILER

Il finale (pagine 108-114) e la lettura che tu ne dai non escludono, anzi, avvalorano la mia interpretazione. Per Ambrosini tanto gli esseri umani quanto i "regrediti" fanno parte della natura e di un disegno più grande, quindi lottare per la conservazione della propria specie è inutile.
Fra l'altro nel resto dell'albo Ambrosini si schiera nettamente dalla parte dei "regrediti" e dei dissidenti che provano a proteggerli. I governanti sono rappresentati più o meno come dei gerarchi nazisti, i soldati come aguzzini guerrafondai e le politiche di contenimento dei "regrediti" come una specie di olocausto.
Questo nonostante i "regrediti", al di là dell'aspetto, non abbiano praticamente nulla di umano (non comunicano, non hanno coscienza di sé, non elaborano concetti astratti, non comprendono le conseguenze indirette delle proprie azioni) e, anzi, siano una grave minaccia per la sopravvivenza stessa della specie umana.

La specie umana no ha più alcuna speranza è il presupposto della storia … combattere una guerra senza nemico con strumenti militari oltre che inutile è stupido… la sola chance per il residuale umano è aprire la mente alle dinamiche della trasformazione… l'uomo ne sarà capace? la mente umana ha un potenziale inesplorato… . Indispensabile allargare la menta capire e scendere a più profondi livelli di comprensione.

Insomma, l'unica chance per l'uomo sarebbe rinunciare alla sua civiltà, alle sue leggi e alla sua stessa "umanità" e ridursi a vivere e comunicare con i regrediti e come i regrediti (penso all'esperimento sul grido del gibbone o alla scelta finale di Austin).
Si tratta di una visione piuttosto radicale, che può risultare interessante e persino condivisibile se lo scontro è fra uomini e altri uomini (magari diversissimi per etnia, cultura, religione o censo), ma appare un po' semplicistica se lo scontro è fra uomini e animali.

P.S. Sei Ambrosini? Come indizio è un po' debole, ma l'anno di nascita è lo stesso.

continui a non capire … siamo atomi , molecole… sistemi di aggregazione … forse pura intelligenza, l'umano è una delle infinite aggregazioni possibili.

No, dai, non dirmi che ho indovinato...
Maestro, se sei davvero Tu, perdona le mie critiche ignoranti e sappi che Ti stimo tanto.

La permalosita' può essere un buon indizio.
Se è permaloso, allora lavora in Bonelli!

Ho letto "Friedrichstrasse" finalmente,e l'ho trovato molto bello.La guerra fredda come sfondo,la cura nella caratterizzazione dei personaggi con un protagonista ottimo,credibilissimo.Una vicenda dolorosa e intensa,che sicuramente gioca molto con il concetto di colpo di scena.A volte troppo,ma mai in maniera sguaiata e meccanica.
Bella,uno degli albi migliori.

Recuperando recuperando... Ho letto il primo anno di questa testata.
Ecco la mia personale classifica di gradimento

#12 La pazienza del destino (Barbato-Freghieri) - tirare fuori da un tema usato e abusato una sceneggiatura con i fiocchi che tiene il fiato sospeso fino alla fine già non è da tutti, se poi aggiungiamo dei disegni perfetti per la parte ne esce un mix di alto livello. La sequenza della spiegazione finale è magistrale.
9

#5 Il lato oscuro della luna (Bilotta-Mosca) - Bilotta è un narratore con i controfiocchi e l'albo, pur essendo tutto fuorché banale, scorre via liscio. Pur pregna di complottismo, rimane comunque una storia triste e toccante, sapientemente orchestrata tra passato e presente, in un vortice di informazioni che si chiariscono solo coll'andare avanti dell'albo. Disegni a tratti molto belli.
8.5

#7 La pattuglia (Accatino-Casertano) - non fai in tempo a cominciarlo che già lo hai finito! La narrazione è di una rara fluidità e l'impressione è che Accatino potrebbe raccontare la spesa di sua nonna senza annoiare. La vicenda a metà tra realtà e fantasia è molto semplice ma efficace, anche se lascia alcune cose nel vago. Casertano a un buon livello, senza eccellenze.
8

#1 Il boia di Parigi (Barbato-Casertano) - bel racconto storico che rimesta nel torbido della rivoluzione francese. La Barbato mi stupisce perché crea una storia poco verbosa e che scorre via liscia. Buon Casertano che deve svolgere un compito neanche troppo complicato. Il tutto molto simile allo speciale Uccidete Caravaggio!.
7.5

#6 Ritorno a Berlino (Morales-De Cubellis) - veloce, frizzante, scorrevole e accattivante indagine nel marcio della politica. Finale che lascia un po' interdetti, ma nel complesso un albo molto divertente disegnato in maniera impeccabile.
7.5

#4 No smoking (Ruju-Ambrosini) - molto belle le ultime pagine, con la risoluzione inaspettata (ma non forzata) della vicenda; il resto è, comunque, una storiella di gangster. Interessante la narrazione quasi tutta per voce fuori campo del protagonista, anche se talvolta si sfocia nell'errore di descrivere la scena disegnata. Tuttavia, lettura gradevole e Ambrosini ai disegni non fa mai male.
7

#2 La redenzione del samurai (Recchioni-Accardi) - intrigante percorso di formazione di un giovane samurai. Recchioni non rinuncia al suo stile, ma è capace di creare un mondo in cui non stona. Il soggetto originale è sì molto semplice, ma anche solido e, come poi è stato, aperto a sequel. Accardi favoloso negli sfondi, un po' troppo accademico (e a tratti grottesco) nei primi piani. Sul gradimento personale influisce anche il fatto che non sia un amante del mondo de samurai e del Giappone feudale. Lettura comunque valida.
7

#10 Nobody (Bilotta-Vitrano) - questa volta Bilotta non mi convince pienamente: la storia è solo un pretesto per fare filosofia (anche più spicciola del solito, a dirla tutta) e, per quanto la narrazione sia interessante, pur tra alti e bassi, non è vivace e talvolta si perde. Finale fumoso a forma di punto interrogativo. Probabilmente è una storia di sensazione, che può essere amata o non capita; nel caso lo sia, ammetto di non averla capita. Disegni nella norma ma che non sbagliano.
6.5

#8 Amore nero (Simeoni) - la seconda indagine del commissario de Vitalis mi convince meno della prima, complici le poche pagine e l'impossibilità di crearvici all'interno una storia poliziesca abbastanza complessa. Ne risulta una narrazione un po' schiacciata, affrettata e molto verbosa. Nel complesso, l'albo risulta comunque godibile, ma è di tutt'altra pasta rispetto ai romanzi a fumetti di Simeoni.
6.5

#11 Il lungo inverno (Di gregorio-Ripoli) - parte bene, ma nel prosieguo dell'albo persiste il non succedere niente e si arriva sgangheratamente ad un finale che, boh, che me sta a significa'? Nun capisco. E i disegni sono molto tirati via. Nel complesso ha comunque mantenuto le aspettative che avevo per Di gregorio: un albo sceneggiato in maniera scolastica a inappuntabile, costruito su un soggetto troppo esile.
5.5

#9 Mexican standoff (Cajelli-Cremona) - confusionario, verboso e troppo lungo per essere narrato agevolmente in un solo albo. Aggiungiamo la mia allergia agli alieni, specie se usati come dii ex machina, e ne esce un albo dimenticabile, peraltro disegnato con un tratto molto (troppo) pesante per i miei gusti.
5.5

#2 La rivolta dei Sepoy (De Nardo-Brindisi) - per buona parte dell'albo, l'impressione è di leggere un libro di storia; la vicenda narrata è costretta in poche pagine e collegata forzatamente alla vicenda storica (tutt'altro livello rispetto a Il boia di Parigi). Brindisi fa sempre la voce grossa, ma non basta. Oltretutto, spesso verboso e farraginoso.
5

Sai bene qual è la posizione che non condivido nella tua classifica

Con la seconda annata ti divertirai di meno, ma alcune perle si trovano in questo periodo

Lo sapevo che saresti apparso
Immagino tu ti riferisca a Nobody, che mi ha lasciato piuttosto tiepido, rispetto alla media delle storie di Bilotta che ho letto.

Ahhh, la seconda annata: già che comincia con Gualdoni e finisce con Vietti... passando per Mignacco
Ad un certo punto però c'è un poker Ambrosini-Recchioni-Bilotta-Simeoni che promette bene.

Non li ho letti tutti, ma su alcuni voti non sono troppo d'accordo anch'io. Per me Il lato oscuro della luna è da 9 o più. La redenzione del samurai e Nobody (che può anche non piacere, non discuto, il difetto principale potrebbe essere ravvisabile nell'eccessivo citazionismo letterario) da 8. Mentre a La pazienza del destino assegnerei un 7 al massimo, forse qualcosina in meno, bella l'atmosfera, grazie anche al Freghieri noir, ma la storia, che è intuibile quasi dall'inizio, ha un po' troppo del calco di genere, ottimamente realizzato, ma senza alzate di creatività. Al contrario trovo Nobody, con tutte le citazioni e gli ammicchi che ne fanno un prodotto postmoderno, un ibrido interessante, capace anche d'emozionare.

Ovviamente


Nì.

Recchioni e Bilotta sì.
Ambrosini e Simeoni no.

Occhio che quella di Mignacco è una storia bellissima, tra le migliori della seconda annata. Per il resto, a parte Simeoni (da 5 o giù di lì), la prima annata della Storie è stata per me molto buona, con le vette assolute di Bilotta (la prima storia, ma anche la seconda è splendida) e Barbato (specie il boia).

Io metterei anche Morales e Recchioni tra le vette del primo anno

Le mie preferite del primo anno sono, in ordine di uscita, Il boja, No smoking, Ritorno a Berlino e La pattuglia.
Non ho letto Il samurai perché è un genere che lascio ai maestri giapponesi, mentre mi son perso con molto rammarico Nobody che vedrò di recuperare, perché m'ispira parecchio a livello di contaminazioni.
Lo stesso non posso dire di Amore Nero che posso tranquillamente definire come il flop dell'annata, anche per le aspettative collegate ai romanzi a fumetti di Simeoni .

Per quanto posso sembrare impopolare Il lato oscuro della luna si aggiudica a mio parere la medaglia di plastica - quinto posto, dopo le 4 con cui ho aperto: buona storia, intendiamoci, densa di scrittura arteggiante e di significati profondi... ma troppo ricercata nel suo compiacersi sin dalle prime battute e nel mirare ad una costruzione per paralleli simbolici auto-suggestionanti. Quando il cuore sprofonda rovinosamente nella testa viene la cervicale .
Purtroppo me ne sono sbarazzato e non posso scrivere una contro-recensione, ma senza dubbio riconosco sia una storia ben fatta quanto ambiziosa, e che in un certo senso vada letta in mancanza d'altro.

LA STORIA DI ALOHA E' CHE...