Cravenroad7

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#352 - La calligrafia del dolore
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Mediocre (5) 32%  32%  [ 28 ]
Accettabile (6) 21%  21%  [ 18 ]
Buono (7-8) 28%  28%  [ 24 ]
Ottimo (9-10) 3%  3%  [ 3 ]
Voti totali : 87
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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: lun gen 04, 2016 1:50 pm 
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Iscritto il: sab dic 29, 2012 8:06 pm
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Località: un ROMEvarlo a Ferrarendàrt
dipintendo ha scritto:
Votato buono.
Questa del Cavaletto, in questa fase 2x-1y, è sicuramente la storia meglio scritta della serie regolare. :)
Finalmente un albo che dura in mano più di cinque minuti e che non passa altrettanto in fretta. Non ne sono stupito, perché "il Cavaletto" aveva già dato prova di una bella scrittura e, cosa importante, riconoscibilissima. :wink:
Non posso dire altrettanto dei disegni. Non che siano brutti, anzi, ma da otto mani (ottomane?) :D mi aspettavo qualcosa di diverso.
Comunque si beccano una sufficienza, da dividere in quattro. :mrgreen:
Ora passiamo a quello che non mi è piaciuto, sperando che i "suggerimenti" vengano accolti bene. :wink:
Copertina: Concept ottimo, realizzazione troppo rozza.
E' strano, perché, quando Stano dovrebbe esagerare col segno, riesce ad essere pulitissimo, quando invece dovrebbe levigare, lo appesantisce.
Per la storia:
1) Ma davvero volete farmi credere che la ricerca su internet è un espediente narrativo migliore o più originale, delle "carte passate da Bloch" tanto odiate dagli autori?
2) A pag 63 Dylan si ricorda di una notizia "banale" come l'aggressione di un "maganate" della finanza perché l'ha letta sul giornale "qualche tempo fa". :o
Ecco, forse io non mi ricordo nemmeno cosa c'era scritto su quello di stamattina, di giornale, quindi detto da uno che, appena un pugno di numeri fa, afferma DI NON LEGGERE I GIORNALI suona davvero molto strano.
Quindi, DYLAN, QUESTI GIORNALI, LI LEGGE O NON LI LEGGE? :evil: :evil: :evil:
Ma come, volete la continuity a tutti i costi e non vi mettete d'accordo nemmeno sulle caratteristiche peculiari del personaggio? :roll:
3) I refusi una volta erano una rarità, adesso abbondano. Si si, vabbè, colpa mia che son nostalgico, poi se scrivo che dovrebbero controllare meglio mi danno dell'hater. :wink:
Infine, io non sentivo la mancanza dello smartfon e dell'assistente vocale dell'assistente, perciò assisto, ma non assolvo. :g:
EDIT
Dimenticavo la battuta di pag 93. :o :o :o
Ma che brutta. Per favore, eliminatela dalle prossime ristampe.
Rovina una bella storia. Ah, la scena finale mi è piaciuta moltissimo, l'ho trovata molto horror vecchia scuola. :D

Stavolta siamo poco in sintonia, meglio i disegni rispetto alla storia, per me. Sui punti successivi ...
1) Questa cosa di uno che fa per mestiere l' indagatore e non usa internet bisognava risolverla prima o poi. Semplicemente non gli si doveva dare tutta questa enfasi, passando poi all' eccesso opposto creando questa intelligenza artificiale fin troppo avveniristica.
2) D' accordissimo che questo denota una scarsa cura editoriale. Sul fatto del ricordo, probabilmente però si riferisce semplicemente al fatto generico della caduta in disgrazia di Cunningham.
3) Ho notato anche io l' aumento dei refusi, una volta rarissimi alla Bonelli. Io individuo la causa nell' adozione del lettering inserito al computer, cioè tramite tastiera : fatto a mano come una volta era difficile che la letterista gli potesse scappare un "maganate" dovendolo materialmente scrivere.
Quella di pag. 93 è la classica recchionata, ormai me ne aspetto sempre almeno una per albo ... :(


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: lun gen 04, 2016 2:07 pm 
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Iscritto il: ven feb 20, 2015 5:53 pm
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Ciao Dark Star, felice di rileggerti. :)
Mi è piaciuto leggere questo albo, complice il desiderio di leggere una storia "classica" di Dylan Dog.
Probabilmente avrei avuto una percezione diversa se fosse uscita ai tempi di :r: , quando soggetti simili abbondavano. :wink:

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Riflesso nello specchio,
vidi per la prima volta il mio vero oi.
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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: lun gen 04, 2016 3:31 pm 
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Iscritto il: mar ago 30, 2011 8:46 pm
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Località: inferno ,uno dei tanti possibili (torino)
A me non e' piaciuta. Trovata molto banale e scontata,senza sussulti.

_________________
26 09 2011. ciao sergio.

ci sono state storie fantastiche , alcuni capolavori e poi..memorie dall' invisibile

"imbecille ? no : libertà"


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: lun gen 04, 2016 4:35 pm 
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Iscritto il: mar feb 09, 2010 6:34 pm
Messaggi: 241
Purtroppo un albo da completa insufficienza.
Mi dispiace per Cavaletto (la cui presenza qui ovviamente genera simpatia e soprattutto ha il mio pieno appoggio per il suo impegno nell'horror puro) ma la storia di base qui è proprio banale. Senza spoilerare, quello che è il riassunto del soggetto in sè lo trovo decisamente privo di un reale interesse.
Invece ho apprezzato alcune caratterizzazioni della sceneggiatura. In particolare tutta la parte iniziale nel rapporto tra Dylan e la sua ex l'ho trovata molto ben scritta e stimolante. In realtà l'intera scrittura è più che dignitosa in questo albo. Quello che manca realmente è una storia di base che abbia anche un minimo interesse e uno sviluppo che generi un minimo di attenzione.

Discorso completamente a parte per i disegni: finalmente possiamo vedere delle tavole firmate Piccatto che siano degne di questo nome. Ma per averle ci sono voluti, oltre a lui, altri 3 disegnatori. Il tratto di Piccatto (che era uno dei miei disegnatori preferiti in assoluto, in altri tempi) era ormai diventato così insopportabilmente di basso livello che evidentemente Rrobe ( o qualcuno per lui) ha dovuto chiedere di essere affiancato da altre persone. Vorrei capire esattamente i ruoli dei 4, ma è piuttosto evidente che molti background siano opera NON di Piccatto, così come gran parte degli inchiostri e delle rifiniture.
In ogni modo per lo meno in questo modo abbiamo finalmente un tratto firmato Piccatto nuovamente della qualità che dovrebbe avere questo autore (ma poi la paga viene divisa per 4? :) )


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: lun gen 04, 2016 6:10 pm 
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Iscritto il: ven mar 18, 2005 12:15 pm
Messaggi: 12588
Località: Verona
Non credo proprio che sia stato il RRobe (o chi per lui) a chiedere a Piccatto di farsi dare una mano, ma credo sia stato lo stesso Piccatto a decidere di ricorrere all'aiuto dei collaboratori in questione (che, se non erro, fanno parte del suo studio e quindi sono stipendiati direttamente da lui).

_________________
È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: mar gen 05, 2016 3:46 pm 
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Iscritto il: ven giu 27, 2003 10:00 pm
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Anzitutto ho cambiato opinione sulla copertina ,
Dal vero mi fa un ottima impressione ,
Diversa dalle altre , mi fa piacere osservarla.

La storia.
L'ho trovata ottima , assieme a quella di Ambrosini e' la storia migliore nella serie regolare del 2015.
Si tratta di un albo di Dylan Dog nella sua piu' classica intenzione.
Nella serie ci sono state tante storie del genere , ma in questo caso si affonda nel male , e non ci sono censure , tranne che in un caso in una vignetta , non ci fa vedere l'atto , cmq rispetto al passato non c'e' solo la causa del male , ma anche l'effetto non censurato , ed e' fatto anche in modo originale , vedi la scena dei cani che mi e' piaciuta molto.
Ci sono appigli alla nuova fase , ispettore e irma , a me non danno fastidio le comparsate .
E poi Piccatto aiutato , con un dylan meno dark e' migliore nell'aspetto.
Cavaletto , mi ricordo la storia delle rane , insomma ci prova , ci prova a fare paura , e questo mi piace , sa di dover scrivere dylan dog e non nick raider o napoleone e lo fa nel modo corretto.
Super promosso.

STORIA 7,5
DISEGNI 7,5


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: mer gen 06, 2016 7:09 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Località: Inverary 2.0
Senza zompettare d’entusiasmo come una fan-cavaletta qualsiasi che attende di spiovere dal cielo (insieme alle rane, di piaga in piaga) sono mediamente soddisfatto da quest’albo :wink: .
Vuol dire che il lettore-mediamente dylaniato che è in me ha passato un’ora e mezza gradevole in sua dignitosa compagnia, mentre l’outsider schizoide che attendeva qualcosa di più fervente è rimasto irregolarmente deluso, non trovandoci motivi di apprezzamento particolarmente sulle righe, passaggi significativi né sferzate di incubo da stringente tensione, come invece ho visto ne I Sonnambuli, per esempio.

Anche se non ritengo il mio voto indicativo, indicherei di aver votato idealmente un 6 ½ che avrebbe potuto virare sul 7 con qualche accorgimento più dis-ingenuante e un percorso meno lineare, agli occhi di tutti. Comunque alcuni spunti irrisolti mi sono piaciuti molto, i dialoghi sono quasi tutti in palla, e anche questo Piccatto ripulito e liftingato dal suo studio-so gruppo di soci ci guadagna mica poco 8-) .

Seguono epifanie di commenti vari, in attesa di strozzarmi con un’autoreggente nero-carbone piena di dolce carne da fresca stregaccia (v. data odierna):


SPOILER ∞ SPOILER ∞ SPOILER ∞

SPOILER ∞ SPOILER ∞

SPOILER ∞



OK, d’accordo che l’impronta di questa storia non spasseggia sul sentiero dell’indagine mysteriosa a tutte svolte suspe(n)se, ma spiattellare letalmente tutto il motif/riferimento della storia già nel paleserrimo trittico copertina-titolo-prima pagina, dopo un millisecondo fa perdere quantomeno una libbra d’interesse carnosa verso l’albo da spolpare, e rende più difficile costruire un sensazionale crescendo di trama quando si spiattella già donde sgorghi tutto...e sgorgherà, infine :| .
‘Nsomma, Sine Signo Scisco lo stesso, e se si deve metter una firma [i.e. signum ] per far cambiare in sede di ristampa almeno la copertina (dozzinale, colorata coi Carioca e finto-pulp) io sono tra i primi in coda al gazebo .

Abbastanza strano, se non approssimato, lo starter di tutto, cioè la rimpatriata di fiamma soft: non mi sembra tanto normale che dopo oltre un decennio Dylan l’antifestajolo vada a trovare senza un motivo preciso - quinto senso e mezzo a parte, qui neanche citato - ,se non per accettare l’invito per pura cortesia/curiosità da rendez-vous, una vecchia fiamma intanto sposatasi e mondanamente snob, tra un brindisi astemio ed un ballo ingessato a prova di adulterio :roll: .
Mavabbè, in fondo, nonostante alcuni passaggi di questa sequenza carburativa siano un po’ lunghetti (ben 11 pagine, tra p. 12 e 22…qualcosa andava tagliata), il ritmo tiene bene, la sensualità da splendida 40enne di Diane non sbava – anche grazie alla mano rinfrescata di Piccatto&co - qualche ironia in libero scambio funziona come condimento, ed una minorenne (d)a spasso svestita aggiunge pinzimonio al buffet :oops: .

Anche l’effetto malinconia tra le righe non sfocia nella stucchevolaggine, per quanto io non sia d’accordo su quanto detto in precedenza da altri: è probabile che il giovine Dylan “amasse” a modo tutto (diversamente) suo le squinzie di turno, Diane compresa, ma non credo che quanto detto qui sia un rigurgito da corollario del #342. Alla fine è SOLO Diane che rinfaccia arbitrariamente di non esser stata davvero amata all’epoca (p.15.vi) mentre il Nostro Oldboyfriend risente in modo piuttosto ferito nel proprio core d’hommo di questa affermazione tendenziosa, e fa per andarsene (p.16.i) con un (al) diavolo per capello. E quanto fosse sinceramente legato a Diane lo dicono anche le pagine 94-96, quelle del cimitero, in barba alla forzosità dei revisionismi sentimentali di stampo recchioniano.
Le dita fredde sul cuore di Diane non sono senza dubbio quelle del caliente Nostro :3 .

Molto riuscita e dal sapore vecchiocuoreDylaniato la sequenza della tripla aggressione notturna a Mooncaster Manor (pp.24-31), con tanto di incubo rifratto nel reale, fanciulle seminud&sanguinanti, corridoi in fuga, coltellacci in colluttazione, etc.
Menzione particolare anche per i disegni, con Piccatto che ben spalleggiato dal suo team trova un tratto più sicuro nei dettagli (v. interni della villa di pag28, nulla a che vedere con gli scarabocchi tremolanti di qualche tempo fa), con l’aggiunta di quelle convulsioni grafiche più “sporche” (vedi volti di p.32) che rendono la sezione horror meno rassicurante :tc: .

Adesso non voglio far i conti in tasca nelle casse del Ministero della Sanità di sua Maestà la Buzzicona II, ma trasferire (p.33.i) un malato per un taglio alla gola da quel di Carlisle – in pieno NordOvest, al confine con la Scozia – all’estremo opposto dell’Albionisola, alle foci del Tamigi, cioè fino a Chatham, SudEst, comporterebbe un esborso tale di £££ per il trasferimento, da far pensare più ad una polizza sanitaria da sceicco londinese che ad uno spiantato come Dylan. O forse è stato John Ghost a prestare l’elicottero di tasca sua? :mrgreen:
Immagine

Interessante la melò-filosofia spiccia sull’ingratitudine filiale – tema ricorrente, vedi quadretto degli ereditieri Cavendish, a seguire – e sul bisogno di procreare per garantirsi una vecchiaja comoda, abbozzata da Lord Mooncaster durante il suo thè (molto) amaro preso con Dylan (pp. 36-39) :( .
Non interessante, anzi direi la parte più annaspata dell’albo, il balletto di chiacchiericcio paciosamente annacquato nell’officina (pp.41-45) per farci familiarizzare coi suoi occupanti o dare un qualche spessore ai demoni/timori vagolanti di Anne … per quanto il mastino meccanico nell’ombra (p.44) sia davvero inquietante, e mi ricordi certi grovigli alla Tetsuo :D .

Piccatto quindi in parziale spolvero, come si vede anche nel notturno da autostrada, molto curato (p.46.i); lo stesso non posso dire per lo sconquassamento dell’incendio (p.50) o per l’ammucchiata di mostrazzi buttata un po’ lì poco dopo, nonostante i richiami simpatizzanti a Golconda (p. 52.iii, in alto a sinistra ed al centro sulla destra) :dito:

Ancora una volta controproducenti se non penosi gli inserti dovuti alla continuity: Carpenter risbuca nel solito cameo di scorbuteria (pp.54-55) giusto per ricordare ai lettori che esiste e che bisogna ribattezzarlo ogni volta con l’autospot di se stesso… diversamente dalla sua spalla saccente Rania, evaporata da sé per pudore, non avendo nulla da dire, o da scrivere, a parte il nuovo contratto da partner di confidenze da bar per Dylan :* .

Come se non bastasse, la già poco esaltante googlericerca tramite Irma ricade nell’inevitabile goffaggine da incongruenza causa ripensamento editoriale postumo, quando Dylan dice di aver ricomprato nantro sottuttofono di tasca sua, magari con una banale visita al centro commerciale detrolangolo (p.63)… mentre in Al Servizio del Caos, ci viene più volte ricordato dallo stesso Ghost come il modello in dotazione a Dylan sia UN MODELLO UNICO – alla faccia dell’Irpef – personalizzato appositamente per il Nostro, interfacce occulte incluse :x: .
Mettere due vignette in croce e collegarle alla crociata pro-continuity si dimostra come sempre una via crucis piena di chiodi fissi mal strutturati e peggio improvvisati, auto-coronandosi di spin(e)off mai richiesti. :evil:

Griffatamente ordinario un Dylan che torna a fare il suo, cioè indagini e domande in giro come in ogni storia che (si) rispetti il canone classico, ormai centellinato ai lettori: e così dopo la visita alla magione sfitta, a Lord Mooncaster, o alla bruciacchiata Anne, va a trovare Calloway in un confronto più spigoloso di quello che sembra, per quanto la questione naufraghi subito sul tema del collezionismo (pp.59-61).

Non capisco perché Dylan si debba portare come spalla in giro una Anne post-degente – anzi, lo capisco benissimo, a giudicare dalla minigonna, p.66 :P – quando va dall'altro collezionista, vale a dire da Cunningham.
Gli alti e bassi a suon di firme da parte di Cunningham impregnano questa parte del succo metaforico dell’albo, tra successi ed fallimenti segnati da una penna a cui legarsi morbosamente. Forse alcuni retroscena sono un po’ gonfiati – ‘ ha fatto LA storia. E’ passata per le mani di presidenti, dittatori, geni e assassini’ (p.71.ii), ma il monologo semi-esaltato dalla parabola disfattista di Cunningham ha un suo che, come nel finale autodistruttivo, con una ritualità simile alla morte di Mark, lama in gola (pp.74 e 31).

Abbastanza disorganica in questa fase la scrittura di Piccatto, che sembra disegnare con due mani spiccatamente diverse prima Dylan e poi Cunningham nella stessa pagina (p 73.i Vs .vi), anche se il corredo di cianfrusaglie collezionabili (e riconoscibili) è di tutto rispetto.
Confesso di aver tirato un notevole sospiro di sollievo, quando parlando di rigattieri di oggetti stramboidi (p.73.ii), non si è imbucato costui :mad: :
Spoiler!
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Considero la sua assenza uno dei migliori regali per queste feste 2015-16 .

Non capisco in che modo si ritrovino le ceneri di Henry James ( :?: :!: ) come urna soprammobile di casa Cavendish (p.77), ma il giro di vite a suon di cerberi indiavolati contribuisce a dare un tocco soprannaturale abbastanza gradito alla mattanza vendicativa del padrepadrone(dei beni £££), ed alla fine viene anche suggerito sibillinamente come il modus spettrale della strage potrebbe essere stato soltanto immaginato da Calloway il giustizialista (p.83.iv), in projezione…con qualcosa di simile, come traccia scritta col sangue, alla morte auto-indotta e semi-rituale dei Goldfinch nella notte d’apertura.
Non direi qui Piccatto sugli scudi, visto come ricade sgusciando in certe sue pigrizie storiche (pp.81-82) :cry: .

Il faccia a faccia conclusivo tra Dylan e Calloway poco dopo (pp.84-89) suggella la quadratura del pentacolo con una non-spiegazione non circolare e non risolutoria, e di questo va dato atto all'autore per aver saputo lavorare – cosa non semplice, su questi lidi – senza l’ansia di creare il colpo di scena rivelatorio, il ribaltone di turno, o il making of dell’incubo tramite dettagli razionalmente limpidi e infilati in logica serie ricostruttiva :3 .
Quindi alla fine Calloway più che spiegare allude… a qualcosa che forse neanche lui ha molto chiaro, tranne un certo giustizialismo ambiguamente un po’ confuso nella finalità ultime a doppio taglio, che per fortuna confonde anche un Dylan perplesso e fortunatamente non-Ratigheriano nel suo essere a corto di certezze retoriche o sermoni da predicare.

Io non mi fiderei mai di quanto dice un notajo: di certo non è solo una semplice penna maledetta la causa/nodo di tutto, ma anche il modo in cui è maneggiata (p.85.iv) e le persone coinvolte. Forse c’entra lo stile grafico/font (v. titolo) delle firme da apporre? forse il formato dei moduli da redigere? forse bisogna servirla – come dice Cunningham, p.72 – con qualche dazio cerimoniale o con un tributo di contratti particolarmente forieri di dolore? In assenze di risposte, mi sta quindi molto bene la patina d’incertezza lasciata, meno il ricorso simbolico alla mostrimorfosi telefonata & gratuita – tariffa All inclusive, se non erro – di Calloway (p.90), che non fa il pajo con l'azzeccata voragine dentata di tre pagine dopo :o .

Alla fine anche mettere una firma per un mutuo o per le rate DY un'auto può essere un condanna, e la mia è forse di dovermi firmare sempre così.
Spoiler!
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SINE ALOHA NON SCRIBO

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Io no capito, io no capito

(anta baka?! [...] kimochi warui)


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: gio gen 07, 2016 11:22 am 
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Iscritto il: mar gen 31, 2012 9:11 am
Messaggi: 98
l'unica cosa che mi ha entusiasmato sono i disegni,per il resto...na penna maledetta che fa robe...un pò banale. Bravi i disegnatori. Accettabile


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: gio gen 07, 2016 11:42 am 
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Iscritto il: lun mar 01, 2010 4:23 pm
Messaggi: 913
Onestamente un tipo di storia "da maxi" che non avrei più voluto leggere sul mensile.
Non brutta, non noiosa, ma implacabilmente ordinaria, senza un sussulto che sia uno. A parte la minorenne in tanga, che son passati gli anni e l'ispirazione, ma Piccatto i culi li sa sempre disegnare.
Dopo Gli spiriti custodi un'altra "gualdonata" (materialmente o solo concettualmente poco importa) che avrei preferito fosse evitata.
Direi la meno riuscita dell'autore.


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: gio gen 07, 2016 1:23 pm 
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Iscritto il: ven giu 12, 2015 7:29 pm
Messaggi: 2148
come ormai da qualche mese a questa parte non do un voto, ma mi limito ad un giudizio.
In generale la storia mi è piaciuta, come hanno detto altri molto "classica" e con finale in stile vecchi film horror con la scena finale che smentiva l'ora e mezza di film appena visto :D
In questo caso questo finale da quel qualcosa in più, proprio per uscire dal troppo "classicismo". Altra cosa che mi è piaciuta è l'aver caratterizzato bene l'ex fiamma di Dylan e relativo marito, quasi che fossero i protagonisti del mese, per poi invece farli morire dopo qualche pagina. Spesso i personaggi che muoiono alla svelta vengono invece trascurati.
Sui disegni poco da dire, ormai lo standard medio è sempre ben sopra la sufficienza, salvo rasi casi. E poi c'era un'intera squadra di calcetto a disegnare, voglio anche vedere che il risultato non sia buono :D

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Regola numero due: Il 6 è un voto contemporaneamente positivo, negativo e neutro.


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: gio gen 07, 2016 11:32 pm 
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Iscritto il: lun dic 21, 2015 5:31 pm
Messaggi: 258
Votato 5, quasi sufficiente.
Non ha un perché, come storia, e già questo è tutto.
La scena iniziale con l'attacco a dyd mi è pure piaciuta ma poi fine.
Magari dopo faccio una mini rece qui, ma non saprei bene che altro dire.
Avanti col prossimo vestito! (non ti offendere cava, non credo sia colpa tua)

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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: ven gen 08, 2016 12:38 pm 
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Iscritto il: mar mag 26, 2009 2:24 pm
Messaggi: 608
E chi si offende, Drake?
Da parte mia so di aver fatto un buon lavoro ma so anche che si può sempre fare meglio. E proprio per questo accetto e apprezzo (come sempre) critiche e complimenti. E l'obiettivo rimane sempre quello di migliorarmi e fare di più, su Dyd come in qualsiasi cosa che faccio.
:)


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: ven gen 08, 2016 1:16 pm 
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Iscritto il: sab nov 08, 2014 3:28 pm
Messaggi: 67
Località: Locride
Io ho trovato molto brutta, contro ogni regola di stile, la parte in cui la ragazza a letto in ospedale dice ricordo ancora quando ho firmato nella sede del notaio tizio ecc.
Avresti dovuto pensarci un po' di più e trovare un modo non forzato di fare andare avanti le indagini.


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: ven gen 08, 2016 3:27 pm 
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Iscritto il: mar mag 26, 2009 2:24 pm
Messaggi: 608
Ne prendo atto.
:g:


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 Oggetto del messaggio: Re: #352 - La calligrafia del dolore
MessaggioInviato: ven gen 08, 2016 5:04 pm 
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Iscritto il: mar nov 03, 2015 10:15 am
Messaggi: 44
letto da una settimana e già non mi ricordo più niente...devo farmi controllare...???? :mrgreen:
oppure... :D


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