Cravenroad7

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 Oggetto del messaggio: Re: Riflessioni di un dylaniato quarantenne
MessaggioInviato: lun dic 14, 2015 9:22 pm 
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Iscritto il: ven giu 27, 2003 10:00 pm
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Mi sembra di essere uno dei pochi che apprezza la gestione Rrobe ,
Eppure guardando i voti e confrontandoli con la gestione precedente danno ragione alla nuova ,
Si vede che chi scrive lo fa spinto dal criticare (giustamente) , invece chi e' soddisfatto non scrive , al massimo che puo' scrivere ? Bell'albo !
E' normale , si scrive di piu' per criticare.
Pero' alcuni punti mi sembra abbiano gia' risposta , con la fase tre , la famosa continuity serrata penso che le cose cambieranno di piu' che nella fase due.
D'altronde c'e' chi dice che non lo compra piu' perche' e' cambiato troppo , e chi dice alla fine tanto rumore per nulla ,non e' cambiato niente.
Sono due teorie opposte , neanche simili.


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 Oggetto del messaggio: Re: Riflessioni di un dylaniato quarantenne
MessaggioInviato: lun dic 14, 2015 10:23 pm 
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Iscritto il: mer ott 30, 2013 9:02 pm
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Goblin ha scritto:
Mi sembra di essere uno dei pochi che apprezza la gestione Rrobe ,
Eppure guardando i voti e confrontandoli con la gestione precedente danno ragione alla nuova ,
Si vede che chi scrive lo fa spinto dal criticare (giustamente) , invece chi e' soddisfatto non scrive , al massimo che puo' scrivere ? Bell'albo !
E' normale , si scrive di piu' per criticare.
Pero' alcuni punti mi sembra abbiano gia' risposta , con la fase tre , la famosa continuity serrata penso che le cose cambieranno di piu' che nella fase due.
D'altronde c'e' chi dice che non lo compra piu' perche' e' cambiato troppo , e chi dice alla fine tanto rumore per nulla ,non e' cambiato niente.
Sono due teorie opposte , neanche simili.

Hai ragione, ti spiego ad esempio come ragiono io. E come probabilmente ragionano altri.
Sono uno che ha spesso e volentieri dato voti alti alla fase due: partendo dal presupposto che "questo -per me- non è Dylan Dog", ho dato un voto alla storia in sé e per sé, come se avesse un altro protagonista. E quindi anche Gli abbandonati può essere una storia carina (per quanto sia dovuto andare su wikipedia per ricordarmi della sua esistenza), o Nel fumo della battaglia o pure Al servizio del Caos, che forse è ancora la migliore del fumetto che nella mia testa si intitola "Fase due" e non più "Dylan Dog".

Così giudico io. Non posso essere nel complesso soddisfatto, perché non è Dylan Dog, però allo stesso tempo, essendo un lettore molto recente, non l'ho l'attaccamento al personaggio di certi lettori ultraventennali. E mi leggo "La fase due" e nel frattempo non sono ancora sazio delle riletture dei veri "Dylan Dog" 8-)

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Di solito ho da far cose più serie, costruir su macerie o mantenermi vivo.


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 Oggetto del messaggio: Re: Riflessioni di un dylaniato quarantenne
MessaggioInviato: mar dic 15, 2015 1:56 am 
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Iscritto il: ven feb 20, 2015 5:53 pm
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Secondo me il problema sono le storie e non il personaggio.
Se ci fossero delle storie potenti, poco importerebbe anche se Dylan Dog volasse. :D
Comunque non è vero che si scrive solo per criticare, anzi, si scrive anche quando un fumetto piace. Io scrivo spesso sul topic di pk e di Dago e finora ho scritto solo lodi. :oops:
Fino a due anni fa mi sembrava impossibile lasciare DD in edicola ma evidentemente mi sbagliavo.
Non lo compro dal 343. È vero, me lo prestano ogni mese, e dal 343 fino adesso, l'unica cosa che ho pensato chiudendo l'albo è stata: "bene, non ho buttato i miei soldi ".
Naturalmente, invece di tenermeli in tasca, mi sto comprando Ken Parker e mi sta piacendo davvero tantissimo. ;)
Questa la mia esperienza personale.

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Riflesso nello specchio,
vidi per la prima volta il mio vero oi.
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 Oggetto del messaggio: Re: Riflessioni di un dylaniato quarantenne
MessaggioInviato: mar dic 15, 2015 10:51 am 
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Iscritto il: mer apr 17, 2013 11:22 am
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Da quello che noto forse sono le aspettative ad essere diversi per ciascuno di noi. Come diceva Goblin io sono uno che penso che in questa fase Dylan sia cambiato rispetto alle ultime gestioni (Gualdoni Marcheselli) e "tenti" di avvicinarsi ai primi 100 numeri. Sono contento che in generale queste storie trattino di temi importanti (Il male, la schiavitù dagli smartphone, la ricerca di se stessi). C'è quindi un tentativo di portare DD ad un fumetto che cerchi di veicolare un messaggio o porre dei dubbi, che secondo me era quello che si era perso con il tempo. Ma nello stesso tempo Dylan mi sembra sempre Dylan (scusate ma proprio non riesco a vedere questi enormi cambiamenti di personaggio rispetto ai primi 100 numeri).

E' incredibile come si possa arrivare a conclusioni differenti leggendo lo stesso fumetto. Per Dipintendo il problema sono le storie, per me invece la qualità rispetto al passato (Gualdoni) è notevolmente migliorata. Forse veramente la differenza sta nell'attesa e nell'aspettativa. Io non mi aspetto più capolavori tipo Memorie ma storie sceneggiate con un piglio e che cerchino di dire qualcosa (non in maniera sclaviana - quello lo sapeva fare solo lui - ma nella maniera del singolo autore - per questo ho apprezzato Ratigher nell'ultimo numero, Recchioni in Al servizio del Caos, Gualdoni in Il calvario e La bomba e altri).

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Il mio testamento dovrà contenere non ciò che voglio lasciare quando morirò ma ciò che voglio trovare quando tornerò.

Bergonzoni Alessandro


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 Oggetto del messaggio: Re: Riflessioni di un dylaniato quarantenne
MessaggioInviato: mar dic 15, 2015 11:25 am 
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alemans123 ha scritto:
in questa fase Dylan "tenti" di avvicinarsi ai primi 100 numeri.
Ficcandoci a forza una continuity (lasciando stare quanto sia goffa)? Allora il problema non è la capacità di scrivere ma di capire quello che si legge.

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l tuoi noti "sarcasmo" e "voglia di flammare" non attaccano con me. (cit.)

Quindi, sgarbato Dear?
Sì, come al solito.
Sta dicendo cose assurde?
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 Oggetto del messaggio: Re: Riflessioni di un dylaniato quarantenne
MessaggioInviato: mar dic 15, 2015 11:35 am 
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Lascia perdere la continuity, Dear. Intendo per la qualità della storia e il tentativo di voler raccontare non solo una storia ma un tema, un concetto. Di usare la storia come veicolo per dire qualcos'altro.

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 Oggetto del messaggio: Re: Riflessioni di un dylaniato quarantenne
MessaggioInviato: mar dic 15, 2015 11:40 am 
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Ma davvero credete alla storiella che il Dylan delle vecchie gestioni era più politically correct di questo? :o
Solo a me sembra esattamente il contrario? Ogni volta che leggo un nuovo albo, mi sembra di vedere un film in fascia protetta!
Ma quanti anni hanno i nuovi lettori di Dylan Dog? Sei, sette? :o
E ci si lamenta della filosofia spicciola di Goblin, ma almeno leggere Goblin è stata una goduria, messaggio politically correct a parte.
Posso dire lo stesso di anarchia? Sicuramente no, perchè il prodotto è così freddo che sembra confezionato apposta apposta per ammiccare (o arruffianarsi) un certo tipo di pubblico.
Io non mi aspetto certo le storie di Sclavi, ma almeno delle storie negli standard qualitativi Bonelli (o ex Bonelli, non ho ancora capito bene l'andazzo).
E chiudono testate di qualità come Adam Wild!!! :o :o :o
"Doc, secondo me qualcosa è andato storto con la delorean e adesso ci troviamo in un futuro distopico!!! Non avrai mica comprato scottecs megazine quando eravamo nel 2015?" :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

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 Oggetto del messaggio: Re: Riflessioni di un dylaniato quarantenne
MessaggioInviato: mar dic 15, 2015 12:04 pm 
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Per citare gli esempi che hai usato tu non ci vedo questa grande differenza tra Goblin e Anarchia. Li trovo entrambi due buoni albi. L'unica differenza sta nel periodo di pubblicazione (sai come la vedo su questo fatto - per me molte storie tra le prime 100 pubblicate oggi verrebbero valutate più negativamente di quanto lo sono state a suo tempo).

Per me le storie pubblicate nella fase 2 (tranne le solite su cui tutti concordiamo) hanno dei buoni standard di qualità. Su AW non mi pronuncio, non avendolo mai letto.

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 Oggetto del messaggio: Re: Riflessioni di un dylaniato quarantenne
MessaggioInviato: mar dic 15, 2015 12:11 pm 
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alemans123 ha scritto:
Lascia perdere la continuity, Dear. Intendo per la qualità della storia e il tentativo di voler raccontare non solo una storia ma un tema, un concetto. Di usare la storia come veicolo per dire qualcos'altro.
Per fare la morale.
Ma non doveva starne alla larga il nuovo Dylan?
Davvero per te Caos è una storia di qualità?
Una non-avventura (non succede niente) dopata di moralismo consumistico e affossata dall'inedita idiozia del protagonista?
La qualità di una storia è la qualità della narrazione.
E la narrazione è fatta dalla caratterizzazione dei personaggi, dalla fluidità dei dialoghi, dal coinvolgimento di una trama e, gioco forza, anche (ma soprattutto a quanto pare) dalla gestione della (inedita altro che downgrade) continuity.
Il "messaggio" deve essere un valore aggiunto. Una ricompensa alla fine di un percorso appassionante. Non una sentenza disadorna ridotta a puerile moralismo.

Ma magari io sono severo perché non ho letto quasi nulla del periodo Gualdoni. Quindi la soggettività è solo legata alle nostre abitudini.

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MessaggioInviato: mar dic 15, 2015 12:19 pm 
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Goblin sta raggiungendo la vetta di storia più sopravvalutata dell'intero corso.

I primi cento numeri (divisione consuetudinaria) erano più natuali e spontanei, la fase due è molto artificiosa e a tavolino.
Tralasciando anche le interviste di Sclavi in cui dice di lavorare contemporaneamente a millemila albi, si nota che ha qualcosa da dire, ce l'ha chiaro in testa e lo dice come viene.
Adesso non sanno cosa dire ma hanno molto chiaro in testa come metterlo in fumetto.

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Ultima modifica di leonearmato il mar dic 15, 2015 12:27 pm, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: mar dic 15, 2015 12:21 pm 
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Nah. Il vecchio Johnny è irraggiungibile.

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Dear Boy ha scritto:
La qualità di una storia è la qualità della narrazione.

Questo deve essere il primo comandamento di chi scrive, produce, legge storie, a fumetti e non. :dito:

Dear Boy ha scritto:
Il "messaggio" deve essere un valore aggiunto. Una ricompensa alla fine di un percorso appassionante. Non una sentenza disadorna ridotta a puerile moralismo.

STRAQUOTO.
Non avrei saputo dirlo meglio. :wink:
leonearmato ha scritto:
Goblin sta raggiungendo la vetta di storia più sopravvalutata dell'intero corso.

Goblin è un buon esempio di ingredienti dosati bene, come ce ne sono tante altre della fase -1. :D

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MessaggioInviato: mar dic 15, 2015 12:43 pm 
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Questa chicca di umorismo involontario mi era sfuggita
alemans123 ha scritto:
gualdoni...Pecca per me in fase di gestione dei dialoghi.
E glieli dovrebbe correggere uno che storicamente ha nei dialoghi il suo tallone d'Achille?

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MessaggioInviato: mar dic 15, 2015 12:52 pm 
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Dear Boy ha scritto:
Nah. Il vecchio Johnny è irraggiungibile.

Fuori concorso per manifesta superiorità :roll:

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MessaggioInviato: mar dic 15, 2015 12:58 pm 
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Iscritto il: mar feb 03, 2015 10:01 pm
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Dear Boy ha scritto:
La qualità di una storia è la qualità della narrazione.
E la narrazione è fatta dalla caratterizzazione dei personaggi, dalla fluidità dei dialoghi, dal coinvolgimento di una trama e, gioco forza, anche (ma soprattutto a quanto pare) dalla gestione della (inedita altro che downgrade) continuity.
Il "messaggio" deve essere un valore aggiunto. Una ricompensa alla fine di un percorso appassionante. Non una sentenza disadorna ridotta a puerile moralismo.


Quoto per tutta la vita.

L'obiezione del "se uscisse oggi" è una corbelleria. Un lettore forte, di fumetti o di qualsiasi altra cosa, non ha difficoltà a godersi la lettura di un prodotto indipendentemente dall'epoca. Leggere oggi l'Eternauta e Corto Maltese è comunque un'esperienza potentissima, e lo stesso vale per i migliori albi di DYD. Il problema sta nella mano di chi scrive. Alcuni autori, non faccio nomi, sono talmente abituati ad essere celebrati per la fuffa che hanno disimparato (o peggio, non hanno mai imparato) a fare "non-fuffa". A chi piace buon per lui, ci mancherebbe. Però qua pare che uno si deve giustificare se preferisce Ellroy a Faletti.


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