Dylan ha toccato vette malinconiche da "paura". Definirne "Una" soltanto è impresa assai ardua. Ma se proprio devo dirla: "Il lungo addio". Più che altro perché la malinconia delle giovinezze (e delle occasioni) perdute, ti accompagna per tutto l'albo con il pugno finale nello stomaco della consapevolezza della morte di lei. Si... decisamente Il lungo addio è la "storia" per antonomasia più malinconica di Dylan. Ma un gradino sotto vi è la fila: "L'eterna illusione", "Totentanz", "La bambina", episodio "Ghor" de "Gli orrori di Altroquando", "La terza faccia della medaglia", "L'isola misteriosa", "Il volo dello struzzo", "Margherite", "Accadde domani", "Memorie dall'invisibile", "Ghost hotel", "Johnny freak", "Marty" e tante altre che magari non sono pervase dalla malinconia e dalla tristezza lungo tutto l'albo ma che con scene finali e vignette dall'effetto garantito, ti lasciano il magone. Così su due piedi penso a "Il gran Bastardo", "Oltre la morte", "Doktor terror", "Il mosaico dell'orrore", etc... Infine, ho tre storie che definisco "malsane": per tutta la trama sono angoscianti, opprimenti e con vette sublimi di malinconia. Quindi sono fuori classifica ma mi piace citarle: "I peccatori di Hellborn", "Mater Morbi" e "La bomba".
_________________ "Sono gli anni, i mostri ... gli anni che passano ... "
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