Cravenroad7

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#351 - In fondo al male
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 Oggetto del messaggio: Re: #351 - In fondo al male
MessaggioInviato: sab dic 05, 2015 9:25 am 
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Iscritto il: sab ago 23, 2008 12:39 pm
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Alfa e Omega?


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 Oggetto del messaggio: Re: #351 - In fondo al male
MessaggioInviato: sab dic 05, 2015 10:14 am 
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Iscritto il: ven ott 10, 2014 1:54 pm
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Esordio interessante e che non manchera' di far discutere a lungo quello di Ratigher sulle pagine di Dylan Dog.
"In fondo al male" e' certamente un albo controverso.Coraggioso,a tratti estremo.Non perfetto,diverse cose non mi hanno convinto.Sia per quanto riguarda l'evoluzione del racconto,che le caratterizzazioni.Penso all'approccio iniziale del personaggio di Fiona.Penso all'arrivo nel paese di Fort Frost.Di impatto,certo.Ma abbastanza gratuite e sbattute in faccia.Al contrario,l'atmosfera malata che contraddistingue l'albo in generale e soprattutto nella seconda parte permette di notare quanto l'autore abbia un'idea abbastanza chiara di cosa vuole raccontare,e l'uso di immagini e situazioni simboliche e' a mio giudizio funzionale alla riuscita della storia.Un clima disturbato,malato e che certamente rende "In fondo al male" un'opera prima a cui non manca la voglia di osare.E' un albo vivo,forte.
Dove forse un finale frettoloso per quanto poco consolatorio(apprezzo) non rende giustizia alla costruzione delle sequenze finali,davvero suggestive e coinvolgenti.Non per tutti.Non ne ho apprezzato l'eccessivo moralismo,a mio avviso forzato e per certi aspetti fin troppo didascalico.
Ma come dicevo,la perfezione non abita qui.
I disegni di Baggi bene a corrente alternata.Anche qui non e' mancata la voglia di fare qualcosa di diverso.
In buona sostanza,un albo bello e non banale.Soprattutto non banale.Che,mio parere...si fara' ricordare.


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 Oggetto del messaggio: Re: #351 - In fondo al male
MessaggioInviato: sab dic 05, 2015 10:42 am 
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Iscritto il: ven ott 24, 2014 3:09 pm
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Provocazione.

L'albo è stato così "iconoclasta" relativamente alla gabbia bonelli o allo stile grafico convenzionale di dyd (non nel senso che lo stile dei disegnatori di dyd sia convenzionale, ma nel senso che recentemente la maggioranza dei disegnatori si è allontanata dal puntinato o dallo stile retrò alla montanari e grassani, e che è quasi impossibile trovare degli sfondi "ideali" come quello con luna e sole mentre dyd e fiona discutono) perché recchioni ha interceduto per ratigher permettendogli di sperimentare in virtù del suo essere conosciuto nell'ambito underground e molto atteso come "esordiente", o semplicemente la bonelli non impone paletti particolarmente fissi e quindi basta "chiedere" per avere?

Nel primo caso diciamo che ci sarebbe un'innocua raccomandazione da parte di Recchioni e una licenza che non tutti gli autori possono avere, nel secondo caso invece c'è una piattezza nello stile degli autori bonelli e un'omologazione che si potrebbe spezzare "chiedendo".

Io opto per la seconda ma sono entrambe soluzioni interessanti. Che ne pensate?


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 Oggetto del messaggio: Re: #351 - In fondo al male
MessaggioInviato: sab dic 05, 2015 10:54 am 
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Iscritto il: mer apr 17, 2013 11:22 am
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Località: Corbetta
Quello che non capisco Drake è su che base si afferma che la Baraldi non avesse la necessaria grammatica fumettistica. Solo perchè ha fatto un prologo più lungo del normale? E interrompeva il climax andando a raccontare le vicende invece di mostrarle? Ma queste sono legate alla narrazione non tanto all'uso del media fumetto. Ma lasciamo stare questo discorso perchè ne abbiamo già parlato.

Provo a giustificare la mia visione. Se l'obiettivo fosse stato solo far vedere la meschinità umana sarebbe bastato il più forte che sovrasta il debole(citato da Fiona). Invece è il debole che sovrasta il più debole. Quindi è sempre un forte contro il debole ma facendoti notare che c'è qualcosa di più forte dei due "contendenti". I due deboli si accapigliano mentre il più forte non ne viene intaccato così i due deboli si indeboliscono aumentando la distanza con il più forte. Da qui mi è venuta in mente quella critica sociale.
Oh poi non è un problema. Io la vedo voi no. Male che vada avrò avuto delle allucinazioni. E non sarebbe neanche la prima stupidata che dico.

Con Gualdoni ero più accomodante? Quando ce n'era bisogno sì. Con il calvario, La bomba sono stato anche molto positivo. Con Blacky no, non ce l'ho fatta, era troppo anche per me. :-)

Per la tua ultima domanda Drake credo che sia la seconda. Anzi probabilmente Recchioni a mio parere incoraggierà sempre di più alcune forme più sperimentali. Anche perchè lui già le faceva su Orfani (ricordo l'ultimo albo di Orfani la cui ultimà metà era praticamente solo disegni a tutta pagina). E non è negativo, anzi. Credo che sia giusto provare a sperimentare "nuove" tipologie di graiche. Metto tra virgolette perchè so che non sono nuove in altri ambiti ma ad esempio nelle graphic novel americane.

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 Oggetto del messaggio: Re: #351 - In fondo al male
MessaggioInviato: sab dic 05, 2015 11:01 am 
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Iscritto il: ven ott 24, 2014 3:09 pm
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Quindi pensi che la bonelli non imponga paletti e i paletti se li creino gli autori o almeno il 95% di loro?
Perché ad esclusione di Recchioni e Ratigher (e qualche big che può avere voce in capitolo) non ricordo numerosi esempi di gabbia spezzata o soluzioni grafiche sperimentali.

Per Gualdoni però citi due storie di fase 1, dunque già in era recchioni, mentre bocci guarda caso un episodi del periodo gualdoni.
Secondo me quando ti hanno chiesto se eri accomodante con gualdoni intendevano con la gestione più che con i singoli albi scritti da lui.

Per la Baraldi ho spiegato i motivi già tempo fa, e non era solo il ritmo narrativo schizofrenico senza motivo apparente o i cliffhanger raccontati piuttosto che rappresentati, o la verbosità di certe parti, tutte caratteristiche plausibilmente normali per chi proviene da un ambito letterario, in cui non si narra per immagini e in cui spiegoni o stacchi netti sono più possibili rispetto ad un fumetto.


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 Oggetto del messaggio: Re: #351 - In fondo al male
MessaggioInviato: sab dic 05, 2015 11:04 am 
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Iscritto il: ven feb 20, 2015 5:53 pm
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votarxy ha scritto:
Alfa e Omega?

Ho controllato. Si anche in Alfa e Omega si vede il culetto di Dylan. :D
Questo topic comincia ad assumere una stranissima piega. :mrgreen:
Drake ha scritto:
Ps. Per Dip, l'originale effetto notte l'ho capito, è semplice, ma voglio capire bene com'è la tua concezione di fumetto notte applicabile ad un fumetto. Magari fai qualche esempio pratico con storie di Sclavi.


L' ho già fatto. MemoriE dall'invisibile è un esempio di questo magico filtro effetto notte che usava Sclavi.
La sensazione di immergersi completamente in un incubo fumettoso. Il contrario è la sensazione di leggere fiction. Tipo, non me ne voglia la Barbato, la morta non dimentica.
Comunque meglio di così non so spiegarla.
Si basa sulle sensazioni.

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 Oggetto del messaggio: Re: #351 - In fondo al male
MessaggioInviato: sab dic 05, 2015 11:20 am 
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Iscritto il: mer apr 17, 2013 11:22 am
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Località: Corbetta
Diciamo che sinceramente non mi ricordo. Sono entrato nel forum nell'aprile 2013 e ho sempre cercato di essere super partes. Non mi è piaciuto l'albo "gli spiriti custodi" e "Benvenuti a Wichedford"-insufficienti per me. Mentre non mi hanno intrippato gli albi "La morta non dimentica" e "Gli abbandonati" dando comunque un 6. Il mio ingresso corrisponde al nuovo corso quindi con Spazio Profondo e in precedenza avevo dato 6 a "Giovani Vampiri".

Cerco di non essere prevenuto, tutto qui. Ricordo begli albi anche con l'era Gualdoni. L'assassino della porta accanto, La dea Madre, Il giudizio del Corvo e probabilmente me ne dimentico altri.

Credo che i paletti se li impongano gli autori. Quando sei abituato a certi stili poi è difficile cambiarli. E probabilmente la direzione non ha fatto molto per cambiarli. Ora c'è un cambio di registro e credo sia corretto quello che sta facendo Recchioni. Un fumetto non è solo una storia ma è anche disegni. Probabilmente al 50% e 50%. Ed è inevitabile che dei disegni ben fatti possano anche farti dimenticare qualche punto della storia magari non ottimale. Ed è sotto gli occhi di tutto che se c'è qualcosa che è migliorato nella nuova gestione è proprio la qualità dei disegni. Questo credo che nessuno lo possa negare.

Non solo, la finestra mi sembra talmente bassa che quando Dylan è davanti secondo me il sindaco vede anche qualcos'altro :D . Ora sì che la piega è decisamente strana... :D :D

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 Oggetto del messaggio: Re: #351 - In fondo al male
MessaggioInviato: sab dic 05, 2015 11:22 am 
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Iscritto il: ven ott 24, 2014 3:09 pm
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Forse intendi la creazione di un'arena building (una situazione, un contesto, un setting) con regole interne diverse da quelle reali, un contesto chiuso in cui ci sono differenze rispetto alla nostra realtà e quindi il lettore si immerge in qualcosa che vive da sé, senza riferimenti alla realtà (tipo the walking dead e smartphones vari)?
Però in quel caso l'unico elemento che mi farebbe pensare a questo è l'invisibile che diventa tale perché anonimo.

Un esempio letterario in quel caso potrebbe essere "il processo" di kafka, e sclavi di kafkiano ha tantissimo.
Un esempio filmico potrebbe essere il corvo, che sembra una realtà a parte, realistica (dopotutto è il nostro mondo) ma intanto diversa, e quindi ti immergi nella vicenda senza punti stabili che invece storie totalmente inerenti alla nostra realtà possiedono.

Se non è questo ho visto cose nel tuo discorso che in realtà erano solo nella mia testa. Un rischio Ratigher, insomma lol.


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 Oggetto del messaggio: Re: #351 - In fondo al male
MessaggioInviato: sab dic 05, 2015 11:33 am 
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Iscritto il: ven feb 20, 2015 5:53 pm
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Il discorso era proprio quello. Sclavi era molto bravo ad amalgamare tutto quello che veniva introdotto nella storia con questo "filtro" .Al punto che, semmai ci fosse stato pure uno smartphone quello non sarebbe un elemento stridulo. Un esempio è la tecnologia di Wells. Il corvo è un bell'esempio, ci può stare.

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 Oggetto del messaggio: Re: #351 - In fondo al male
MessaggioInviato: sab dic 05, 2015 11:37 am 
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Iscritto il: ven ott 24, 2014 3:09 pm
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Ma questo perché se studi il medium su cui operi, se hai una cultura vastissima e variegata, se hai uno stile tuo forgiato nel tempo, con regole interne e tutto, in quel caso puoi piegare tutto alla tua visione, cosa che in Bonelli ormai è praticamente assente, se non per qualche dinosauro dell'era pre sclaviana o giù di lì.

E co 'sto effetto notte hai aggiunto un tassellone al discorso "perché sclavi funziona e gli altri no?"


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 Oggetto del messaggio: Re: #351 - In fondo al male
MessaggioInviato: sab dic 05, 2015 12:06 pm 
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alemans123 ha scritto:
Credo che i paletti se li impongano gli autori. Quando sei abituato a certi stili poi è difficile cambiarli. E probabilmente la direzione non ha fatto molto per cambiarli. Ora c'è un cambio di registro e credo sia corretto quello che sta facendo Recchioni. Un fumetto non è solo una storia ma è anche disegni. Probabilmente al 50% e 50%. Ed è inevitabile che dei disegni ben fatti possano anche farti dimenticare qualche punto della storia magari non ottimale. Ed è sotto gli occhi di tutto che se c'è qualcosa che è migliorato nella nuova gestione è proprio la qualità dei disegni. Questo credo che nessuno lo possa negare.


Ma si parla di qualità dei disegni o di struttura della tavola e rottura della "gabbia"? Sono cose molto diverse.

Detto questo, non credo proprio che i paletti se li impongano gli autori: attualmente, immagino che molto dipenda del curatore di testata. Recchioni, su Dylan, è evidentemente permissivo e aperto alla sperimentazione grafica; anche Burattini, in un paio di recentissimi albi di Zagor, ha permesso che venissero utilizzate soluzioni grafiche innovative (per un Bonelli), peraltro in una sua storia; d'altro canto, autori come Boselli o Berardi sono molto più tradizionalisti, e difficilmente nelle loro storie si vedranno stravolgimenti della "gabbia bonelliana".

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È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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MessaggioInviato: sab dic 05, 2015 12:28 pm 
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Però in dyd ad esclusione di Recchioni e Ratigher non ricordo molta sperimentazione tra fase 1 e 2.


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 Oggetto del messaggio: Re: #351 - In fondo al male
MessaggioInviato: sab dic 05, 2015 12:49 pm 
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Secondo me la verità(s) sta nel mezzo...
Spoiler!
Di trasporto Immagine


Nel senso che molti autori o una volta bonellizzati, o per retaggio secolare implicitamente abitudinario, si accomodano a quello che è lo stile "ufficiale" della tavola 2x3 o SBE, con poche varianti sul tema.
Una vola assunti assumono implicitamente la cifra/marchio stilistico che contraddistingue il prodotto dell'editrice, senza imposizioni coatte di sorta o palistica assortita nel recintarsi da contaminazioni esternanti.

Adesso alcune cose stanno cambiando, e ai novelli che si affacciano in SBE non viene inculcato più di tanto questo elemento di distinzione, ma viene "suggerita" una maggiore libertà di visione, senza allargarsi troppo per paura di innovarsi confondendo il lettore.
Quindi Recchioni arruola un suo beniamoide come Ratigher dicendo che sono ben-venute - fuori coitus? - le sue variazioni personalizzate sul tema, anche per svernare i cliché d'impostazione, ma senza che queste prendano il sopravvento perché alla fine sempre di SBE si tratta, e che non si può fare vignettistica caotico-acrobatica. Si può apprezzare come no, per quanto non veda poi tanti autori cimentarsi in questa decostruzione della tavola, almeno su DD :| .

Da questo punto di vista, per me qui Ratigher fa un buon lavoro in alcune tavole, ma si notano TROPPO gli scompensi di scrittura nella sceneggiatura, che chiaramente proviene da un autore non avvezzo a sviluppare dalla cabina di regia una storia entro le tempistiche/ritmi narrativi delle 94pp. Non perché non scorra bene, anzi... si lascia leggere in un'oretta... ma perché molti passaggi funzionano singhiozzosamente per scatti talvolta goffi e palinfranscanti.
Da vignettista, appunto. :roll:

IN ALOHA VERITAS
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Io no capito, io no capito

(anta baka?! [...] kimochi warui)


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MessaggioInviato: sab dic 05, 2015 1:38 pm 
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Ma veramente avere Sei o due o una vignetta per pagina è così importante e innovativo per voi?
Per come la vedo io: più splash Page= meno vignette e meno balloon. Non dico che sia uno spreco. ...ma a volte servirebbe una vignetta in più, anziché una in meno.
Mi piacciono le gabbie di Crepax e Bacilieri (quando non disegna per bonelli ) , più vignette per tavola, più inquadrature ecc.
Alla fine il fumetto te lo devi leggere, mica appendere.
A che vi serve questo poster? :o

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 Oggetto del messaggio: Re: #351 - In fondo al male
MessaggioInviato: sab dic 05, 2015 1:50 pm 
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Iscritto il: mer apr 17, 2013 11:22 am
Messaggi: 991
Località: Corbetta
Caro Rimatt, ne ho fatto un discorso unico ma in effetti, hai ragione, sono due cose diverse.

La qualità dei disegni è nel complesso migliorata. Ora non so se dico questo perchè vi sono in questa fase più autori vicino alle mie corde (Mari, Cestaro,...) o se sia vero in generale.

Insieme a questo vi è anche, come dice Wolkoff, una maggior libertà nel provare ad uscire dalle dinamiche bonelliane (sempre parlando di disegni), probabilmente incoraggiata dal curatore (cosa che prima probabilmente non veniva fatta - per ragioni più editoriali che per colpa gualdoniana).

E' vero però che per fare delle splash page o delle immagini che occupino due tavole ci vogliamo dei disegni fatti bene, quindi in generale qualità dei disegni e diversa struttura delle vignette possono andare di pari passo (ecco perchè le avevo messe insieme). Vedremo quante sperimentazioni vedremo ancora ma non credo si andrà oltre a questo (che già comunque è buono per me).

Dipintendo: Però capisci anche che il fumetto usa il disegno come media e non è sempre detto che più vignette e più baloon sia meglio. Per i corsi di teatro mi dicono sempre che meno è meglio, non so se lo stesso vale per un fumetto. Se si riesce a dire lo stesso concetto in due baloon anzichè in quattro ne guadagna anche la lettura (o almeno credo). Poi si sta parlando di questioni di lana caprina ma se si riesce a spiegare più cose anche senza usare parole per me è meglio ed è più immediato ed emozionante per un lettore. Che è un pò la differenza che intercorre tra la tragedia greca e un testo di Strindberg.

Tema: La gelosia. Un uomo saluta in maniera troppo calorosa una donna che esce di scena.

Teatro greco: "La gelosia nei tuoi confronti mi attanaglia, mi pervade. Non riesco a sopportare l'idea di non vedere quello che fai e non avere il pieno controllo delle tue azioni." (molto condensato erano pure più lunghi.)

Teatro moderno: La donna guarda il martio mentre fa questo saluto e poco dopo esprime in maniera infastidita: "Me ne vado a dormire."

Teatro contemporaneo: La donna guarda il marito senza emettere una sola parola. Poi guarda la porta dalla quale è uscita la donna. Poi riguarda il marito. Il marito china il capo. La donna gelosa anche ed esce di scena.

Differente, non trovi? Non so se lo stesso è esprimibile anche in un fumetto.

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Bergonzoni Alessandro


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