Sono tendenzialmente d'accordo con le recensioni di wolkoff e Aleksandr (sulla caratterizzazione di Bloch il mio punto di vista è più vicino a quello di wolkoff).
Speravo in un acuto capace di dare una scossa al nuovo corso, invece ho trovato solo una buona storia che conferma quel che già si sapeva: Ambrosini sa scrivere Dylan.
O per lo meno sa scrivere il genere di storie dylaniate che preferisco, cioè quelle che spaziano fra noir, commedia e surreale senza prendersi troppo sul serio, ma senza neppure rinunciare a far riflettere.
Dopo gli eccessi delle prove più recenti della Barbato e certe derive action della fase due (penso soprattutto all'ultimo Color Fest), finalmente si torna ad un'atmosfera malinconica e onirica, nella quale gli elementi soprannaturali non operano sul piano della realtà, ma restano proiezioni dell'inconsio dei protagonisti.
Peraltro, se
Lacrime di pietra gioca tranquillamente in un'altra categoria rispetto alla maggior parte degli ultimi Dylan, è anche vero che mostra un Ambrosini piuttosto sottotono, sia nei dialoghi (non sempre scorrevoli), sia nella gestione dei tempi, sia nei disegni (che comunque avrei preferito in bianco e nero).
La continuity per il momento è più un fardello che un passo in avanti, anche se a conti fatti in quest'albo si riduce a qualche innocuo scambio di battute.
Sull'interpretazione della storia, la più corretta mi pare quella di Scisma83:
SPOILER SPOILER SPOILER
Scisma83 ha scritto:
Per me il numero 350 è un numero sulla disillusione, funereo come pochi.
Crediamo che Crispille sia una donna indifesa oggetto d'amor puro...e invece è una prostituta assassina.
Crediamo che la madre sia una devota che passa la vita ad accudire la figlia...e invece è una pappona assassina.
Crediamo che Bloch sia un uomo integerrimo...e invece anche lui è preda di umane pulsioni.
Il marito è un ubriacone incapace.
Dylan dichiara ormai passato il suo continuo innamoramento.
Perfino Groucho risulta negativo con le sue dichiarazioni sbeffeggianti su Bloch.
La santa, nel suo essere vendicativa e mossa da motivi più che terreni, è solo un modo di dire al lettore: occhio che ciò che ami/idolatri (persone, passioni, tutto) è perfetto solo perché tu vuoi vederlo così, in realtà è banale e gretto come tutto il resto.