Cravenroad7

ho potuto leggere solo adesso l'albo.
la storia non è proprio originale ( ma si sa che nell'horror è un riciclo continuo di canovacci) , rifà Carrie .
mi è piaciuta la caratterizzazione di Dylan ( quasi vecchia maniera) e la gestione di Groucho ( una delle cose piu difficili insieme all'introspezione per chi si trova a sceneggiare dylan dog) .
lo avevo letto senza nessuno spirito analitico e polemico ( dopo un mese in amazzonia pure gualdoni avrei letto con piacere ),
invece mentre leggevo trovavo il vecchio Dylan che faceva le cose alla Dylan ( analisi e accettazione del caso, indagine alla dylan , non alla Marlowe delle storie moderne ) e nonostante le banalità della trama mi ha lasciato soddisfatto, pure per la parte grafica ( sempre di stano si tratta) .
ad ogni modo è una buona storia che nulla toglie e nulla aggiunge alla testata ( forse aggiunge se paragonato singolarmente ad altre storie) .
voto 7
buone feste a tutti.

Dopo un mese in Amazzonia o torni con una qualche rara, e letale, forma di malattia tropicale, o ti leggi il 316.
Non so, in onestà tutta, cosa sia peggio....

Io lo devo ancora leggere, ma se continuate a parlarne così mi sa che è meglio che prenoti una scappatella in Amazzonia, dengue malarica compresa nel pacchetto turistico.
L'influenza nostrana non basterebbe...

Eppure pensavo di essere vaccinato ormai a storie simili...

ALOHA MY (MENTAL?) HEALTH

Albo decoroso, per quanto mi riguarda. Forse fra i migliori dell'annata passata, ovviamente più per demeriti altrui che per meriti suoi. Tolte le recenti cover votate al riciclo e al risparmio, Stano rimane uno fra i disegnatori che prediligo e un albo interamente disegnato da lui rappresenta comunque un piccolo evento. Peccato non si sia voluto prendere alcun rischio in fase di sceneggiatura, scorre ozioso riservando un'unica parte ad alto livello godereccio (per quanto derivazione di dozzine di revenge-movie, la mattanza in palestra è uno fra i momenti dylaniati del 2012 che varrà la pena ricordare). Purtroppo il finale fatica a raccogliere quanto (poco) seminato; In effetti non sono affatto sicuro di avere compreso appieno cosa Stano abbia voluto dire o significare con quel personaggio, segno su quanto sia tirato via quel tentativo di twist che rincorre l'eccesso barocco.

Beh ragazzi, stano è la scuola del fumetto... e in più come inizio alla sceneggiatura è più che soddisfacente... votato buono (molto abbondante)

Ho votato buono...E' uno dei pochi albi delle ultime due annate che è riuscito a convincermi. Storia semplice ma non noiosa...

una storia non male, anche se preferisco lo stano disegnatore a quello di sceneggiatore

voto 6,5

Votato buono. Storia molto gradevole e che alla fine ti lascia un pizzico di malinconia per il personaggio di Moheena. Ottimi i disegni e la copertina, che ricorda quella de "Il progetto". Voto 7

Questo lavoro di Stano potrebber essere una buona sceneggiatura per un film di Carpenter (anche se parte da "Carrie" di De Palma)

"La legione degli scheletri" ha tutto: spiegazioni molto vaghe, horror, protagonisti credibili e un finale in cui i cattivi (o quelli che sbagliano valutazione) muoiono. Tutti, senza nessuna pietà.


Abbiamo una Londra grigia e piovosa, un Bloch perplesso, un Groucho pimpante e utile e una ragazza irritante che sbatte la porta in faccia a Dylan. C'è un mistero che resta tale e un indagatore che ce la mette tutta. Poteva essere un perfetto Speciale (dedicando qualche pagina in più al rapporto non certo alla pari tra Moheena e Dylan; per dare una spiegazione al tutto) ma va bene anche in quella regolare. Negli albi regolari è meglio che ci sia la spiegazione finale (che a pochi qui del forum non piace) se non c'è si è di fronte a uno speciale nella serie regolare come "Ascensore per l'inferno" o "L'ultimo uomo sulla Terra".

non è questione di cinema di Carpenter, è la radice stessa del genere horror, che è sempre stato (dietro a tutti gli effettacci e le budella in vista) un genere profondamente conservatore e "moralista". Le cattive ragazze (che vanno nel bosco coi maschi) finiscono male, quelle che restano a casa con i genitori sopravvivono. Oggi la regola non è così fissa (benchè Saw abbia ripreso, reso palese ed estremizzato questo moralismo) ma 30-40 anni fa era quasi ferrea.

Io ho apprezzato che Stano esordisse con quest'impostazione quasi classica: è come quando entri in una casa... inizi a salutare dalle persone più anziane come forma di rispetto

Per quanto mi riguarda,Stano promosso.Vince e convince.
"La legione degli scheletri" e' un albo ben fatto,rigoroso se cosi' si puo' dire...basato su canoni Dylandoghiani di vecchia scuola con qualche strizzata d'occhio al lettore.
Non tutto entusiasma,questo si...la soluzione finale sorprendente,non so...stupisce ma niente di clamoroso.Il collegamento con la malattia di Moheena,personaggio ben scritto e a suo modo commovente,non e' cosi' solido come potrebbe.
Pero',per scorrevolezza del racconto...e semplicita' non e' sinonimo di banalita' o piattezza,per Dylan che e' parte piu' che attiva del racconto e dell'indagine(capito Ruju???),per Groucho che...ah,sospiro di sollievo,finalmente anche lui collabora davvero,e' anche lui attivo,smorza i toni ma non troppo,non e' relegato all'apparizione di routine...per l'atmosfera horror,e per la storia che e' perfettamente in linea con lo spirito di Dylan Dog...che altro dire?buono,molto buono.
Alla prossima Stano!

Come ho anticipato nella presentazione, seguo anche le ristampe. Questo mese è il turno del 315.
Aspettavo con discreta trepidazione questa storia, prima e finora unica non solo disegnata ma anche scritta da Angelo Stano. Ci ho trovato una sincera voglia di seguire le orme di Tiziano, soprattutto nel fattore “finale aperto/angosciante/irrisolto”. Per il resto, premetto che l’ho letto solo una volta, tra l’altro stanotte, e quindi non l’ho ancora metabolizzata benissimo, mi è sembrata una protagonista troppo simile a quella del numero 310 “io e il mostro”. Per me la storia è pienamente sufficiente ma la rivalutazione è sempre dietro l’angolo, come spesso mi accade, quando si parla di storie dell'inquilino di Craven Road.

Si respira aria di vero Dylan Dog, questo va ammesso. Ma il soggetto è molto/troppo esile e sconclusionato e alcuni dialoghi andavano rivisti da uno specialista.

Comunque, storia godibile e che un 7 se lo merita

la legione degli scheletri
qui potrei recensire in una sola riga senza stare tanto a dilungarmi: disegni stupendi, storia sufficiente e nulla più, da "almanacco"
sui disegni c'è poco da dire, solo applaudire, bellissimo il finale pittorico ma siamo sicuri se sia così semplice separare i disegni dai testi?
soprattutto quando sono realizzati dalla stessa persona, una specie di custode del sacro fuoco di vesta dylaniano...
la storia è una chiaverottata adolescenziale, con tanto di pupazzo parlante e controfinale classico, anche se la sceneggiatura è più asciutta fortunatamente
se fosse stata pubblicata negli anni ottanta sarebbe passata inosservata, per quanto mi riguarda... in questo periodo pare invece chissà che cosa...
è interessante il rapporto che si stabilisce tra autore e lettore, soprattutto il vecchio lettore, una "complicità" metafumettistica vedi prima vignetta di pagina 96
ma c'è anche prima con tutta questa raffica di citazioni che ci solletica (profondo rosso, carrie, l'armata delle tenebre, la sindrome di stendhal)
stano sembra dire:"io so che tu sai che io so... qual'è il vero dylan dog"
tralaltro mi è piaciuto molto il nome "moheena"
simpatica anche la copertina

voto 7

Riletta ieri, e l'ho trovata di nuovo un gioiellino.
Nella massa di numeri un tanto al chilo, questo non lo skipperei velocemente, consiglierei di leggerlo come un cioccolatino d'autore.

Una storia che vive dello Stano autore completo. In mani differenti, il racconto sarebbe stato niente di che. Esaltato invece dalla stessa mente che lo ha immaginato con voglia e passione, eccoci in un qualcosa che é più della somma delle parti. Sequenze cinematografiche pure.

Consiglio al nuovo/vecchio team che ha in mano il personaggio la rilettura di questo albo.
C'é tutta la calda tradizione che ci piace (personaggio più vitale della media, Groucho bello presente, rapporto amichevole tra i due - forse anche troppo?), unita ad un certo modernismo ricercato negli ultimi anni (un "come" più che un "cosa", un po' di horror ad effetto dettato anche dai disegni, lettura veloce, psicologia qua e là - mi ricorda molto "L'ora del giudizio") e le passioni di un autore che mette dentro sé stesso (la pittura).

Spero in un bel bis di Stano!