Cravenroad7

Anche Dario Argento scrive così.

Bellissima storia questa "La mano sbagliata". Disegni e testi creano atmosfere e citazioni Hitchcockiane-Aldrichesche che trascinano il lettore in un crescendo coinvolgente. Un finale che lascia un po' di stucco... ma è il migliore possibile.

Quoto in toto il primo post, quello di Bertuccia. Di mio aggiungo la definizione per questa storia: un bacio perugina gotico. Di pessimo gusto.

Però... però visto che sono masculo forse voterò buono per gli occhioni azzurri della Baraldi.

(Rrobe se ci sei, ascoltami: se recluterai anche Sasha Grey tra i volti nuovi di Dylan Doe, giuro che mi avrai conquistato )

ma quanti anni ha? dalle foto sembra che dimostri più della sua età (si lo so non è un complimento, sto dicendo che se li porta male), ma forse è solo una mia impressione...

Intendo che ad alcune sequenze è dedicato troppo spazio e ad altre (come il finale) troppo poco, e che in generale l'eccesso di parole impone una lettura troppo lenta.

E sopratutto l'episodio, per metà delle pagine, è solo un lungo prologo con un lungo flashback e lungo spiegone iniziale.

Torno all'acquisto di Dylan incuriosito da alcuni vostri commenti e, in sintesi, dico la mia...
Intanto il voto, che è la cosa meno importante: 7

Copertina: bocciata. Questa, la prossima e pure quella del 350, ma siamo OT. Semplicemente prendo atto che il tratto di Stano non mi dice proprio più nulla, che a volte Dylan sembra in fase pre-licantropia, con sopracciglioni e orecchie a sventola, e insomma, male!

Disegni: solo quelli valgono più che abbondantemente il prezzo dell'albo. Mari magnifico, libero, oscuro (non amo il termine "gotico"). I primi piani, gli occhi, la vignetta 5 di pag 29, il Dylan di pag 30, i movimenti, gli arti/artigli. TUTTO! Se passo da Ferrara giuro che lo stalkerizzo per un autografo sul DyD...Mari, non ascoltare il buon Rimatt, va dove vuoi, non ti bloccare!

Soggetto/Sceneggiatura: La Baraldi mi piazza I Joy Division sul maggiolone e già minimo la sufficienza è garantita Scherzi a parte, la storia è, molto semplicemente, bella, interessante, onesta (capitemi). Certe piccole sbavature non impediscono affatto di apprezzare l'atmosfera cupa/decadente che aleggia per tutta la storia. Dylan in realtà non indaga? Carpenter è solo una macchietta pure imbecille (vero)? beh, chi se ne frega, il punto di forza di questa storia è un altro: echi argentiani e rapporti malati, il senso di tragedia e sconfitta (magari fintamente decadente eh), Dylan trascinato in un mondo che, tutto sommato non gli appartiene, ma sembra sguazzarci bene, (tanto per troncare di netto la noiosissima faccenda del "le storie nuove sono criticate pesantemente per ogni virgola quando invece Il Mistero del Tamigi...e bbbbbaaaastaaaa!!)...e pazienza se alcune parti andavano meglio curate rispetto ad altre, preferisco mille volte un prodotto così alle simeonate che mi sono sorbito nel recente passato!

Contento. La prossima la salto senza remore. Waiting for Ambrosini...

PS: pag 98 vignetta 4: troppe mani direi...

PPS: albo consigliato anche a tutti coloro che non apprezzano la fase 2, i suoi cambiamenti, il suo stile: qua non c'è cellulare o altre cose nuove (cospirazioni, Ghost ecc), Dylan non dice cretinate tipo "Il Papa è Cattolico?" ecc... Sì, appare Carpenter, ma come in passato apparivano altri ispettori che sbattevano Dylan in cella fino all'arrivo di Bloch-con-bistecca

Ciao

Visti i primi, entusiastici commenti apparsi su Facebook, ho comprato questo "La mano sbagliata" animato da una buona dose di curiosità. E che ne è saltato fuori?
Copertina bocciata. Ultimamente Stano alterna copertine meravigliose (vedasi "Nel fumo della battaglia", "...e cenere tornerai", "Anarchia nel Regno Unito" o il futuro "Lacrime di pietra") a copertine tipo questa. Mah...
Un numero carino, ma decisamente sotto aspettative. Sarà che dello stesso Dario Argento, che adoro, ho forse preferito l'evoluzione nel thriller/horror con "Profondo rosso" e "Suspiria", piuttosto che i gialli, manifestamente richiamati nei toni in questo numero, alla "L'uccello dalle piume di cristallo". Comunque, tornando alla storia, una trama lineare, con un "colpo di scena finale" facilmente intuibile a metà albo. Salvo i disegni di Mari, al solito meravigliosi, e l'atmosfera che la Baraldi è riuscita a creare (alle volte, però, rovinata dalla dicotomia forzata sensualità/morte).
Sono "contento" di ritrovarmi nei vostri commenti più tiepidi e contenuti, perché tutto l'entusiasmo di Facebook proprio non lo capisco. Non mi resta che dire "Waiting for Ambrosini". Hype!

Lista delle grandi minchiate di questo albo

1. La collana di cui non si separa mai si trova sempre dentro un vasetto che lascia a casa.
2. La pittrice ricca e famosa vive nello stesso condominio con quella morta di fame sfigata gattara.
3. La pittrice ricca e famosa vive nello stesso condominio dove ha subito anni fa un forte trauma che ancora non è riuscita a superare.
4. "Non mi sono preoccupata. Tutti gli ascensori hanno un sistema di sicurezza..."
5. Se una persona perde una mano in un ascensore e la mano non si trova nasce un'indagine. Dove è finita?? Un maniaco può averla presa, forse non è stato un incidente, e di questa indagine rimangono gli atti.
6. La pittrice ricca e famosa vive nello stesso condominio dove forse vive un maniaco.
7. La mia preferita. Un dottore (Dottor WHite pg. 28) cerca di convincere la pittrice che la memoria l'inganna, nonostante abbia un moncherino nella mano destra e ci sia stata (?) un'indagine per una mano trafugata dal luogo dell'incidente.
8. La polizia interroga, anzi NO, perquisisce, la casa di una pittrice perché ha fatto un ritratto di una che è morta, ma non interroga/perquisisce gli assicuratori, imbianchini, e chi altri ... della morta.
9. Al luogo del secondo delitto, quello con i rampicanti, la polizia invece di interrogare i presenti, scoprire chi è stato l'ultimo in contatto con la vittima durante la festa.. porta via la pittrice solo perché è sospettata di un altro delitto.
10. La reazione della gente a pagina 14 per quel quadro è assurda ed esagerata, solamente per creare anticipazione nel lettore.

Mi è seccato elencare
Messaggio per GRANGER: Io credo tu sia il meno razzista fra le persone qui dentro.

Al punto 8 aggiungo

Spoiler
L' offensivo trattamento che Carpenter riserva alla pittrice sospettata, come se fosse una criminale incallita, violenta, con precedenti specifici.
Il flebile pretesto col quale viene collegata all'omicidio, non (dovrebbe) consentire a un ispettore di Scotland yard (non di Pentema) di maltrattare con arroganza una persona interrogata e privarla dei suoi elementari diritti.

Lì ci ho visto anche un po' di pregiudizio di tipo personale. L'artista perseguitata da chi non capisce la sua arte. Comunque

“Dicono che l’ora più buia sia quella che precede il sorgere del sole. Allora perchè oggi l’alba è nera come un lenzuolo intriso di incubi?
I fantasmi della mente sono i più pericolosi. Paura, pazzia, desiderio di vendetta, rabbia repressa, odio. Contro quali fantasmi combatti, Anita?
E se i tuoi dipinti non fossero partoriti dalla fantasia ma rappresentazioni della follia omicida che scorre dentro di te?
Qualsiasi sia la risposta, sono qui per conoscere la verità. Voglio guardarti negli occhi, Anita Novak, e capire chi sei veramente.”

Immaginate di essere un pittore o una pittrice. Immaginate che un incidente vi privi della mano destra, che è quella che usate per dipingere. Immaginate che un giorno la vostra mano sinistra cominci a creare, ma i dipinti siano molto diversi da prima: mentre un tempo dipingevate la vita, ora dipingete la morte.
E immaginate che un giorno una modella venga uccisa nello stesso modo che compare in una vostra tela e che le impronte trovate sulla scena del crimine siano le vostre. Ma non quelle della mano sinistra.
Quelle della mano destra. La mano mutilata. La mano sbagliata.

Questa è l’incredibile idea di partenza dell’albo di Dylan Dog attualmente in edicola, scritto dalla giallista Barbara Baraldi e disegnato dal grande Nicola Mari.
È evidente che l’ispirazione e l’atmosfera sono mutuate dai primi film di Dario Argento (“Profondo rosso”, “L’uccello dalle piume di cristallo”, “Quattro mosche di velluto grigio”) ma l’autrice infonde nella trama e nelle situazioni una vena dark che da tempo non si vedeva nel secondo fumetto italiano più venduto.
Anita Novak e la sua concorrente Rita Leigh sono due perfette dark ladies, entrambe attratte da Dylan, ma apparentemente una l’opposto dell’altra. Intorno a questo menage a trois si muovono alcuni personaggi, a volte stereotipi del mondo dell’arte, ma sempre intrisi di mistero, come l’algida Ingrid Stewart, che sembra presa di peso dal film “Suspiria”, tanto è inquietante il suo modo di fare freddo e sgarbato.

La matita e la china di Nicola Mari sono intinte nelle tenebre dell’incubo e riescono a creare qualcosa che, a sua volta, è arte, più che fumetto. Anche la tavola in cui compare la casa di Anita Novak, copia dell’imprescindibile Villa Scott di Profondo Rosso, è più che una citazione: è cinema che diventa fumetto.

Se un difetto si può trovare a questa storia, è la sua brevità, rispetto ad una trama che si apre via via come una serie di scatole cinesi e che sarebbe perfetta per un vero e proprio romanzo.

Anita Novak è forse il personaggio femminile più complesso e inquietante dell’intera storia di Dylan Dog e non può esaurirsi in questo albo. Spero che Barbara Baraldi decida, prima o poi, di raccontarcene il seguito.

a parte il punto 10, il resto lo sottoscrivo in pieno, i punti 1, 5 e 7 sono i primi ad essermi saltati all'occhio anche a me, lasciandomi quanto meno perplesso... il bello del punto uno è che viene ribadito due volte...