Copertina: non mi piace, dylan ha una delle espressioni peggiori mai viste in una copertina di dylan dog, la ragazza è anche peggio. Liberate Stano.
Sequenza iniziale poco originale, ma di sicuro effetto, un usato sicuro diciamo. La bellona corre seminuda dopo essersi svegliata ed alzata dal letto, qualcosa di invisibile alle sue spalle, la fuga, il riflesso allo specchio in bagno e poi la chiusura che suggerisce la sua stessa morte. Sicuramente è un sogno, dato che lei ha ancora entrambe le mani.
La seconda sequenza è poco originale (again), ma di sicuro effetto anche questa. Dialoghi già letti, personaggi già visti, e poi lo stacco di reazione sulle facce terrorizzate dei due tizi che guardano il quadro. Ok.
Mini sequenza che fa rivedere quelle due comparse inventate malissimo da recchioni e prive di peso specifico in qualunque storia siano comparse. La Novak invece è lo stereotipo della bellona pulp, dai capelli al trucco, alle sigarette.
Mini sequenza che prelude al flashback/spiegone iniziale. Dialoghi forzati, innaturali, nessuno al giorno d'oggi parlerebbe così, ma non è neanche il timbro tipico del pulp, quanto uno stile young adult goth scritto da una donna, nulla di maschilista per carità. Sembra il sogno romantico di una fan dark di dylan che vorrebbe essere dentro la storia, e che fa dire a dylan ciò che lei vorrebbe sentirgli dire.
Flashback abbastanza classico, si limita a spiegare cosa l'ha portata a perdere la mano buona e le conseguenze. Salvo l'efficacia nel rappresentare le difficoltà di chi perde una mano e l'empatia con cui si parla della rabbia, disperazione e apatia. Anche la trasformazione da artista della vita ad artista della morte è interessante, la cosa più suggestiva di tutto il racconto, il fulcro per me. Si scade nel patetico quando lui salva lei e finiscono con l'abbracciarsi e baciarsi, è un copia incolla da mille situazioni, cozza con il rinnovamento da "siamo nel 2015" intrapreso da recchioni a suon di iphone e the walking dead.
A pagina 40 compare l'assassina, talmente scontato da provare tenerezza per la triste gattara ossessionata. Ovviamente già dalle prime pagine si capisce che l'assistente è semplicemente lo specchietto per le allodole, mica siamo di fronte ad un episodio di Sclavi e Chiaverotti con controfinale e doppio assassino.
Tre pagine per dire "anche io ho usato groucho", e non è usato neanche in modo scontato, tutt'altro.
Mini sequenza per introdurre il doppleganger oscuro della novak, che però dipinge la vita, per essere in antitesi con lei. I due lati della Baraldi, uno di fronte all'altro, con dylan in mezzo. Siamo a metà storia e non è ancora successo nulla, una lunga intro, 50 pagine di prologo non vanno bene per un libro da 1000 pagine, figuriamoci per un fumetto da 94.
Due paginette per far entrare ancora di più il lettore nel mood della storia, complice anche la canzone dei nine inch nails.
Il giardino nel museo, gli individui mostruosi nella mostra, le catene e il buio qua e là, tutto è altamente improbabile e insensato, è tutta roba che si trova nella mente dell'autrice, idealizzata e poeticizzata, un po' la malattia che affligge la Troisi, Twilight, Shadowhunters e la miriade di cloni meno fortunati. Però ci mette il cuore. Ps. Finalmente un po' d'azione e un nuovo morto, peccato che non esista un'indagine e questo cozzi col lato pulp, e che gli omicidi siano del tutto inutili allo sviluppo della storia.
Ricompare il "primate di colore" per essere eleganti, sempre più inutile, e poi la combo "accetto te" e bacio sul moncherino. Un po' fa ridere, un po' fa tenerezza la Baraldi perché ci crede, è una cosa genuinamente ingenua e io preferisco questo all'incapacità funzionale di alcuni autori o alla sboroneria di altri (o degli stessi).
Sequenza che culmina nelle fatidiche tette, alcuni pensano che l'erotismo sia terziario come elemento, mentre credo che sia stata sempre una componente fondamentale (insieme al sangue) dell'intrattenimento "basso" di dylan dog. Finalmente.
Sequenza che fa da preludio al "climax" (?) con altre tette e dylan che passa dal niente al tutto a distanza di un solo numero.
Sequenza in cui si svela (?) l'assassina, in cui dylan si limita a svenire, e in cui la novak salva la situazione. Ora ci sarà l'azione, ora ci sarà qualcosa di brutale, il cattivo tragico/ossessionato/triste/solo fa pena e quindi deve morire in un modo straziante. Qui ci vuole il colpo di scena e...
...la parte più interessante viene raccontata in un flashback, con il retrogusto di spiegone da 10 pagine. E' come se lo scontro costruito per 90 minuti tra rocky e drago culminasse in un lungo flashback che mostra i fermo immagine del match. E' come se in un porno l'inizio dell'amplesso venisse raccontato dai due attori dopo che hanno finito, mentre sorseggiano una cioccolata calda con una coperta sulle spalle davanti alle telecamere. Lasciamo perdere la totale assenza di cliffhanger, di climax, di curiosità circa l'identità dell'assassina, ma ci sono due cose che mi hanno fatto male. 1. la morte ridicola stona totalmente con la storia. 2. la mano come feticcio è suggestiva, ma le impronte di quella mano sui cadaveri non serve per incastrare la novak ovviamente, ma non riesce ad essere macabra perchè non viene mostrata una scena in cui l'assassina la estrae e la appoggia sul morto di turno. In tal caso il gesto gratuito avrebbe contribuito a rendere l'omicida più ossessionato e morboso.
Scena finale totalmente gratuita. Vuole rompere il tabù dell'omosessualità? C'era la scena iniziale. Vuole creare la sensazione di eliminazione del dualismo? Dovevi accentuare il dualismo in precedenza, piuttosto che suggerirlo a malapena. Vuole stupire? Troppo buttato lì, a mò di teaser.
E' una storia ingenua, innocente, una fanzine fatta col cuore, con pochissima mente, nessuna tecnica, direi anche poca pancia e con un po' di basso ventre (riguardo la componente erotica). Non si passa dai libri ai fumetti come nulla fosse, si studia anni e anni, anche se, a giudicare da cose lette ultimamente, sembra quasi che l'assenza di cultura o il suo non utilizzo nelle sceneggiature sia la moda del momento. La Baraldi ha qualcosa da dire? Ha il suo mondo da dire, ma il suo mondo è orientato ad una fascia di lettori (lettrici) di libri che è un po' lontana da dyd, o quantomeno dal dyd di sclavi, ambrosini e chiaverotti (o recchioni e barbato), ma avere qualcosa da dire solo per alcuni è un limite per uno sceneggiatore, sopratutto uno che lavora per un fumetto mainstream. E' la storia di due aspetti della Baraldi che incontrano il loro idolo e lo amano, e che poi finiscono per tradirlo e amarsi tra loro. Dylan è poco dylan, carpenter e rania sono loro, ossia il niente.
Capitolo Mari, quest'uomo sta trasfigurando sempre di più il suo stile e le sue anatomie, diventando più che un semplice disegnatore di fumetti. In dyd come lui solo il vecchio Roi e l'attuale Dall'Agnol. Un mostro.
La storia è da 5 per me, il 9 è impensabile perché lo scrittore di fumetti mainstream scrive per tutti, perché lo sceneggiatore di fumetti conosce a menadito i codici del fumetto (solo così puoi poi stravolgerli), perché gli scrittori bravi stravolgono gli stereotipi, usano archetipi e creano nuovi modelli, non si accontentano di usare roba preconfezionata. Questo è l'inizio per la Baraldi (che già mi fa immensamente simpatia), bisognerà vedere se saprà raccontare altro al di fuori dal suo mondo, dai suoi desideri, sogni e paure, se saprà uscire dal suo genere di riferimento, se saprà reinventarsi e adattarsi anche ad altri disegnatori o se sarà uno di quegli autori bravi a fare solo una cosa. Artisti a metà.
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