SPOILERCarina. Niente di più niente di meno.
Decisamente migliore di quelle quotate/hyperizzate al massimo. Alla fine si legge un albo che pur presentando un miliardo di difetti (uno su tutti la prevedibilità del finale e il suo spiegone), ha quella atmosfera noir tipica dei film americani anni '50/'60 che a me piace tanto e dei dialoghi, che per quanto possano sembrare pompati, decisamente efficaci. Inoltre, punto da non sottovalutare noto che la Baraldi ha centrato la caratterizzazione di Dylan. Un po' farfallone, un po' romantico, un po' ingenuo. In questo caso mi ha strappato più di un sorriso la scena della cravatta che ho trovato una mossa perfettamente dylaniata, così come il tentativo andato a vuoto di quagliare a pagina 42. Per non parlare della doppia trombata che non capitava credo da eoni. Insomma, con le dovute eccezioni, ho riscoperto UN LATO di Dylan che mi pareva sopito.
Capitolo Carpenter/Rania: non so più cosa pensare. Mi sembrano dei personaggi appiccicati a posteriori e senza alcuna funzione narrativa che possa dare un'impennata alla storia. Metteteci Bloch al posto del duo politically correct (
)e non sarebbe cambiato nulla. Meglio, a questo punto, un personaggio morto e sepolto nel suo ruolo come il vecchio ispettore che due autentici bambocci che hanno la pretesa di essere personaggi tutti d'un pezzo ma che fanno la figura dei coglioni.
Su Mari poco da dire: mi piaceva un sacco prima e continua a piacermi. Poi disegna uno delle gnocche più paurose che io ricordi (seppur menomata
)
In definitiva, un esordio apprezzabile quello della Baraldi aiutata da un sontuoso Mari.