alemans123 ha scritto:
[...] però è più facile dire che un albo non piace perchè c'è stato un errore dell'autore piuttosto che dire che non è semplicemente piaciuto. E' come spostare la "colpa" (termine sicuramente esagerato ma non trovo un sinonimo) verso qualcun altro e non verso se stessi.
Telodoio il sinonimo, che tale non è:
RESPONSABILITA'.
Un autore che manda alle stampe un prodotto della sua inventiva è responsabile di ciò che scrive, nelle forme e negli intenti,
esponendosi non solo ad un giudizio, ma anche ad un'analisi del suo percorso ideativo. E' il contrario di ciò che alludi tu, perché il gradimento personale del singolo lettore non si basa su un concetto di responsabilità, né deve scaricare la "colpa" (
) su di sé se qualcosa non è di suo gradimento. E anche la divisione arbitraria oggettivo/soggettivo, come già ripetuto altrove, c'entra pochissimo in questo discorso
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Discorso che, come sempre quando c'è da apologeticizzare la falle delle fase 2, finisce per esorbitare nella retorica funzionale al caso, poco clinico, ma molto ruffianico
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Come hanno detto altri è impossibile pensare che una storia non possa piacere soltanto per la semplice presenza di un refuso, un macro-errore, una micro-svista, uno scoordinamento, un'approssimazione, una falla di sceneggiatura...dovute alle più svariate cause. Diverso è se questo tipo di fattori si accumulano in modo perseverant&sistematico alle spalle del lettore creduto boccalone e supino ad ingurgitarsi ogni cosa bendato/otturato come l'ultimo del pollajo da uccellare, per negligenza, strafottenza, improvvisazione, non-documentazione, scarsa considerazione, e scarsa professionalità da parte degli autori stessi. Non rispettando l'intelligenza del lettore, visto che qualcuno poco fa parlava di gare d'intelligenza, alle olimpiadi dell'ovvio
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Per quanto mi riguarda è inutile tirare in ballo l'inflazionatissimo vittimismo nei confronti degli ultimi DD perché leggo con una certa attenzione
da sempre (quasi) tutti i numeri di DD e spesso mi è capitato di imbattermi in incongruenze o strafalcioni - anche grammaticali, a livello di lettering - che comunque non hanno cambiato più di tanto la mia percezione dell'albo in questione.
Esempi
Il mese scorso ho fatto notare un errore (da alcuni valutato grave, a posteriori del mio post) della Barbato nello sciorinare il rito magico in
La Follia di Pete Brennan. Non si trattava certamente di un mio incalzare contro l'autrice, quanto un segnalare come in una storia così tanto codificata da regolamenti interni - quelli del rito, tra numeri e parole magiche, come in un gioco DeNardiano - stonava un tantino cadere di chiappe proprio su quegli elementi falsandone le modalità specifiche.
Punto. Niente caccia all'errore di stampo enigmistico, solo una nota a margine, che non cambia affatto la mia (buona) valutazione della storia in sé
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Restando alla Barbato, e per tornare in tempi più bui, visto che vi piace tanto martirizzare solo l'attuale gestione, ho perso non so quanti post per spiegare ad un altro utente un errore di flashback nel
Crollo, dove compariva un personaggio non ancora incluso in quel determinato asse temporale. Alla fine si trattava di una sola vignetta, e a conti fatti la responsabilità andava più spostata nei confronti di Freghieri che forse aveva disegnato le tavole in ordine diverso da quello d'impaginazione, facendo un po' di confusione nei personaggi presenti in quel punto della storia.
Problemi? Nient'affatto; alla fine se la storia ha raggiunto per me solo la sufficienza è per ben altri motivi, e non ho certo bisogno di attaccarmi ad un singolo granchio del genere per mandare in zuppa il resto, nell'insieme
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Questo per dire che non vi è in atto, almeno qui, nessuna campagna da rincorsa ai forconi e le torce per dare la caccia all'errore perquisendo i meandri della produzione autoriale in attesa di portarla al rogo anche per il più veniale dei lapsus. Di errori ed incongruenze - anche mooooooolto evidenti - è farcita da secoli la storia della letteratura, del teatro, del cinema, della pittura... anche a livelli altissimi (v. Omero, Dante, Shakespeare, Cervantes, etc) e pensare che un fumetto debba godere di una cieca immunità accomodante solo per non dispiacere i poverinermi autori accorsi a frugare il polso del proprio gradimento nel ciarlame della rete...puzza di oscurantismo lassista e di garantismo coatto a priori
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Anche perché le
RESPONSABILITA' vanno condivise alla radice, perché è vero che l'autore ci mette la firma di faccia su quello che crea, ma alla fine il lasciapassare per le stampe glielo danno gli editori, che sarebbero tenuti a supervisionare un po' meglio ciò che viene prodotto prima di concedere l'approvazione definitiva, anche tramite semplice proofreading o nella più sinergica supervisione da redazione dell'intero pacchetto. Altrimenti checcestannoaffà?
Anche come autore io mi sentirei poco tutelato da un'equipe lavorativa simile, tanto inaffidabile da non leggere con attenzione quanto ho creato, sorvolando sui miei stessi errori/incongruenze - anche veniali, nel caso - ma che potevano essere ottimizzati per garantire un prodotto finale più credibile e revisionato, con tanto di tagliando, senza particolare minuzionismo visto che ci è arrivato un solo lettore alla prima lettura.
Viceversa mi sentirei in parte lusingato se anche il più rompiballe dei puntigliomani facesse un appunto su un dettaglio di quanto da me scritto, perché allora vuol dire che ha impiegato parte del suo tempo e considerazione verso una mia creazione, alla quale senza dubbio ho devoluto una parte più ingente del mio sudato tempo, anche per confezionare quei dettagli che avrei voluto qualcuno cogliesse.
Non è una novità, infatti, che qualche autore particolarmente vezzoso o canaglia, inserisca di proposito degli errori nelle sue opere, per stuzzicare/testare la percezione vigile del proprio referente, e vedere sino a che punto questo si faccia trascinare dalla percezione del gradimento sorvolando su quella delle forme che portano a quel gradimento
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errata corrige: ALOHA