Piccatto ha scritto:
Poi la trama non c'è. Davvero, non c'è. In questo albo non succede nulla. Dylan non fa nulla. Non si sa nemmeno come possa permettersi due mesi d'affitto in quel posto, ma soprattutto perché non faccia assolutamente nulla. Il personaggio dell'irlandese è assolutamente insignificante e il fatto che venga fatto sparire così è indice di una cattiva sceneggiatura... così come lo è il personaggio della filippina! Inserita completamente a caso, di lei non viene spiegato nulla e l'ultima scena in cui si vede si capisce semplicemente che la stanno cacciando perché non ha il permesso di soggiorno... Cioè, ma seriamente, a cosa è servita? L'unico aspetto godibile sono le paranoie del protagonista, che catturano perfettamente i sentimenti del colpevole e la continua ansia di essere scoperto. Sì, ma poi? Basta, l'albo finisce praticamente com'era iniziato. Scialbo.
Non voglio scatenare un flame, in ogni caso secondo me per apprezzare questa storia si dovrebbe notare la perfetta struttura geometrica che la regge, è un gioco che lo sceneggiatore fa nei confronti del personaggio Dylan, alla luce di questo poi si può apprezzare il tutto, se se ne apprezza la crudele ironia.
Dylan pensa di non fare nulla, ma in realtà inavvertitamente è il motore degli eventi. Scatena le paranoie di wilson, facendogli pensare che sia là per indagare su di lui. Gli impedisce di sfogare i suoi istinti sui topi. Interagendo con l'irlandese e la sua innamorata sconvolge le dinamiche interne di qesti due, e via dicendo, in ogni caso tutto quel che succede ha alla base un qualcosa che Dylan ha fatto, un piccolo gesto inconsapevole che gli altri finiscono per ingigantire e che causa conseguenze spaventose. E nonostante le buone intenzioni di Dylan, gli esiti sono disastrosi, chi muore, chi viene accusato ingiustamente, chi viene sfrattato, alla fine l'unico che viene premiato è quello che aveva paura di Dylan, l'unico vero mostro.
E Dylan, che non aveva mai avuto motivo di interessarsi a quel che gli succede intorno rimane ignaro fino alla fine, viene crudelmente beffato sia dal gesto parimenti inconsapevole di wilson che nega a lui e il lettore la possibilità di venire a sapere l'esito della sua love story, sia dal fatto che nel salutare wilson non lo riconosce per quel che è, facendo la figura del pollo agli occhi del lettore onnisciente.
E' un gioco, un arzigogolo letterario, un lavoro curatissimo di narratologia, che gioca su quel che i personaggi sanno e non sanno, poi alla fine il risultato può anche essere giudicato non interessante, noioso, illegibile o quel che volete, però non c'è niente di casuale o di arronzato nella funzione che ogni personaggio ha nella storia, se il lettore non lo coglie in questo caso c'è più una lettura disattenta da parte del lettore che non una disattenzione dell'autore.