Cravenroad7

Non voglio scatenare un flame, in ogni caso secondo me per apprezzare questa storia si dovrebbe notare la perfetta struttura geometrica che la regge, è un gioco che lo sceneggiatore fa nei confronti del personaggio Dylan, alla luce di questo poi si può apprezzare il tutto, se se ne apprezza la crudele ironia.
Dylan pensa di non fare nulla, ma in realtà inavvertitamente è il motore degli eventi. Scatena le paranoie di wilson, facendogli pensare che sia là per indagare su di lui. Gli impedisce di sfogare i suoi istinti sui topi. Interagendo con l'irlandese e la sua innamorata sconvolge le dinamiche interne di qesti due, e via dicendo, in ogni caso tutto quel che succede ha alla base un qualcosa che Dylan ha fatto, un piccolo gesto inconsapevole che gli altri finiscono per ingigantire e che causa conseguenze spaventose. E nonostante le buone intenzioni di Dylan, gli esiti sono disastrosi, chi muore, chi viene accusato ingiustamente, chi viene sfrattato, alla fine l'unico che viene premiato è quello che aveva paura di Dylan, l'unico vero mostro.
E Dylan, che non aveva mai avuto motivo di interessarsi a quel che gli succede intorno rimane ignaro fino alla fine, viene crudelmente beffato sia dal gesto parimenti inconsapevole di wilson che nega a lui e il lettore la possibilità di venire a sapere l'esito della sua love story, sia dal fatto che nel salutare wilson non lo riconosce per quel che è, facendo la figura del pollo agli occhi del lettore onnisciente.
E' un gioco, un arzigogolo letterario, un lavoro curatissimo di narratologia, che gioca su quel che i personaggi sanno e non sanno, poi alla fine il risultato può anche essere giudicato non interessante, noioso, illegibile o quel che volete, però non c'è niente di casuale o di arronzato nella funzione che ogni personaggio ha nella storia, se il lettore non lo coglie in questo caso c'è più una lettura disattenta da parte del lettore che non una disattenzione dell'autore.

Imp for president . Bellissima analisi!!
Ogni tanto mi piace immaginare come sarebbe la vita di Dylan nella quotidianita',quando non c'e' nulla su cui indagare. Qui si vede un po' di cio'.Il nostro eroe,per vicende personali,al di fuori del suo solito ruolo,si ritrova in un sobborgo di Edimburgo ed inconsapevolmente,per essere comunque l'indagatore dell'incubo,diventa la causa scatenante di tutta una serie di eventi tragici. Eventi che si susseguono in parte a causa di un perfetto incastro dettato dal gioco di un destino crudele e in parte a causa della profonda nevrosi di uno dei "cattivi" piu' disgustosi e disturbanti dell'intera serie.
A me e' piaciuto tanto questo Dylan sognante,svagato tutto preso dai suoi intenti. Pazienza se il quinto senso e mezzo nono ha pizzicato,sorvoliamo sull'incongruenza della lettera finale a Groucho...questo albo rimane un piccolo capolavoro.

E' un Dylan totalmente fuori contesto il protagonista di questa storia.Lontano dalle sue abitudini,dai suoi amici.Ed e' uno spettatore inconsapevole di eventi,un personaggio di contorno che alimenta la storia senza nemmeno saperlo con la sua presenza.Chiaramente il protagonista e' l'anonimo mr.Wilson.O meglio,l'anonimato del male.La banalita' del male.L'oscuro passeggero Dexteriano che prova a nascondersi attraverso una facciata di routine,di quotidiano ordinario e non proprio interessante.A dover lottare con le pulsioni,con il proprio passato.
E' facile intuire che sia un albo destinato a dividere,o come minimo a far discutere.C'e' una netta rottura degli schemi piu' classici,e una modalita' di racconto caratterizzato da voce fuori campo quasi ossessiva,il che funziona spesso e volentieri tranne in rari momenti dove si sfiora il didascalico fastidioso...poi mancano elementi soprannaturali,c'e' tanto non detto e di lasciato all'interpretazione personale del lettore(qui magari Accattino ci marcia un po').
Qualcuno in maniera critica sostiene che non succede niente.Mah,mica vero...a me sembra che ci sia parecchia "ciccia".Sia come forma che come contenuto.Vediamo Dylan da un'altra prospettiva,in una storia tra l'altro cattivissima di natura,a livello concettuale e per il messaggio finale.Forse non convince la parentesi romantica riservata al nostro,anche qui c'e' molto di non detto(o meglio,di non visto magari).Si esplora un lato di Dylan,forse gia' visto,conosciuto,noto...anche qui pero' in maniera diversa,da un'angolazione e prospettiva non comune e con una caratterizzazione al servizio della trama,e non come trama stessa.
Per me l'albo e' molto bello,e particolarmente riuscito in quelle che a mio avviso sono le intenzioni dell'autore.Che sia o no un capolavoro mi interessa il giusto.Ma di certo,e qui secondo me non c'e' margine di discussione...non e' di quelle storie che si lasciano dimenticare cosi',come se niente fosse.

La nullità dell' esistente fatta albo, l' elogio dell' inconsistenza, il trionfo del grigio sul colore, la trasposizione su carta delle peggiori insulsaggini che affliggono la società, l' annientamento della dignità umana nonché il peggior spreco di tempo, fatica, sudore, carta, inchiostro e plastica mai fatto dall' uomo.
Per distacco la peggior storia di Dylan Dog, un abominio, una flatulenza dispersa nell' etere dell' idiozia, roba al cui confronto La piramide capovolta sembra un capolavoro epocale.
In segno di totale ed incondizionato disprezzo, le assegno - 10 seppur io sappia, tuttavia, che dovrei essere assai meno generoso.

E poi sono io ad essere stato troppo cattivo nel topic "peggior storia di Dylan Dog"

Con l'82% di votazioni tra il buono e l'ottimo, e' la migliore storia degli ultimi 3-4 anni per come il forum l'ha giudicata.

Bellissima e grande Accatino, il quale purtroppo su Dylan Dog scrive pochissimo.

Quelli a cui non piace faranno sempre il maggior rumore dal momento che si sentiranno sempre in minoranza.

Legittimamente. Avessimo tutti gli stessi gusti il forum non avrebbe motivo di esistere,

E infatti il personaggio sta vivendo una seconda giovinezza ...



Sempre pronto !



Non lo metto in dubbio.

D'accordo con David.Brown.
Accatino nelle sue purtroppo rare storie non delude mai, così è per me e molti altri a quanto sembra.

Sceneggiatura di pregio, albo di livello. Una tantum, è tutto grasso che cola.

Ad avercene.

Le parole chiave per definire l'albo sono proprio queste: una tantum. Vero che Dylan non fa niente, che è perfino fuori parte e che la storia è anomala, ma per una sola volta la cosa si può tranquillamente accettare. Chi critica l'albo per questi motivi – in sé legittimi – si dimentica che, in passato, la collana ha ospitato episodi ben più sperimentali e anomali (vedi Caccia alle streghe e L'ultimo uomo sulla terra: cito sempre gli stessi esempi, ma sono i più significativi); anche se con gli anni questa tendenza è venuta meno, ci si deve ricordare che è nella natura di Dylan Dog presentare racconti inusuali, sperimentali, fuori dai canoni. Per questo una storia come L'assassino della porta accanto, nella sua eccezionalità, ha pieno diritto di vedere la luce.

l'assassino della porta accanto
siamo arrivati alfine, tornati sulla scena del delitto... ultimo albo da me letto e commentato... ricordo ancora come tutti lo elogiavano....
io reagii male, non ne potevo più, ero ormai disconnesso dal mondo dylan, non riuscivo più a distinguere il bene dal male... decisi di mollare tutto
dopo averlo riletto, devo dire che l'albo è una spanna sopra tutti gli albi del periodo, forse non solo una e i meri termini numerici non possono misurarla
allo stesso tempo, confermo la mia freddezza di fronte a una storia anomala... continuano a starmi poco simpatici i personaggi, soprattutto quello che fa l'amicone anche se ha ottimi gusti musicali, questo dylan cascamorto anche se restituito alla sua dimensione primigenia di antieroe (anzi, più che mai), questo "assassino" xenofobo e mobbista, che però non è una mielosa imitazione dell'invisibile che uccide perchè è la società a costringerlo o menate simili... anche vero che, ai tempi d'oro, storie così le avremmo considerate minori al cospetto appunto di una "memorie dall'invisibile"...... insomma continuo ad avere dei dubbi nel valutare questo albo... il mio voto relativamente basso non rispecchia il suo vero valore, indiscutibile
ma piuttosto una mia reazione umorale ad un albo beffardo... alla fine leggo con interesse analisi come quelle di The Imp o Rimatt e mi sento di sottoscriverle...
sui disegni non ho dubbi, sono ottimi, gerasi spezza l'oligopolio dylaniano come carnevale
copertina bella, molto classica

voto 8