Myskin ha scritto:
Premessa: non ho letto nemmeno un albo della nuova fase, 1, 2 o quello che è, e so al riguardo solo quello che ho potuto leggere su questo forum, su cui intervengo pochissimo ma che lurko spesso. Non mi esprimerò quindi sugli albi in sé, visto che non li ho letti e visto che la mia frequentazione di Dyd si ferma - mi pare - al 250. Però ho apprezzato il post di Stavrogin - che con qualche variazione potrebbe benissimo riferirsi agli ultimi albi che ho letto io - e vorrei dire la mia.
Credo che ci sia un equivoco di fondo sui fattori che hanno portato alla creazione del Dylan Dog storico, quello sclaviano per intenderci. E' vero, il 2015 fa schifo come gli anni '80 e dunque, a rigore, non manca il materiale per costruirci sopra visionarie allegorie orrorifiche, anche se né la Barbato né Recchioni mi sembrano tanto interessati all'aspetto "sociale" del personaggio (la Barbato, fin dove l'ho letta, ha prodotto soprattutto thriller psicologici sulla frantumazione dell'identità; Recchioni - che mi fa simpatia - lo conosco relativamente poco, direi soprattutto da John Doe dove però intravvedo una forte influenza soprattutto dai comics americani, in particolare Hellblazer). Però mi chiedo se tutto sommato non si stia un po' sopravvalutando l'elemento "sociale" di Dylan - che ha portato in molti casi anche a disquisizioni piuttosto predicatorie e oggi molto datate: non ho problemi ad ammettere che personalmente odio sia Doktor Terror che Goblin, e certo non perché io sia un nazista ammazzaanimali.
E quindi mi chiedo se non si trascuri il fatto che il periodo migliore di Dylan - che personalmente colloco tra il numero 1 e la prima metà degli anni '90 - è nato in perfetta sincronia con la "coda" dell'ultima fase veramente creativa e importante del genere fantastico-horror, soprattutto in ambito cinematografico ma anche letterario, fase alla quale Dylan ha peraltro contribuito in maniera sostanziale. Magari sto anche parlando per nostalgia - anche se negli anni '80 avevo non avevo ancora 10 anni e la stragrande maggioranza di quei film e libri li ho recuperati da adulto - ma personalmente la differenza tra quel periodo e il momento attuale io la vedo, è profonda e si sente. Cioè: se oggi vado in una libreria qualunque ci trovo King, ma già Barker è latitante. Se ci fossi andato nel '91 ci avrei pescato tonnellate di Barker, ma anche Dan Simmons (nella sua fase horror), Robert McCammon, F. Paul Wilson e milioni di altri autori. E se negli anni '80 fossi stato al cinema ci avrei visto Terminator, La Casa, Phenomena, Nightmare, film così visionari e importanti che l'horror moderno non ha quasi nulla che possa essere a loro paragonabile. E negli anni '70, quando ancora non ero nato? Profondo rosso, La notte dei morti viventi, Eraserhead.
Non è che oggi non si producano horror e che non abbiano, talvolta, successo; il punto è che secondo me c'è una profonda differenza, soprattutto per ragioni anagrafiche, tra un Recchioni che quei film e quei libri probabilmente li ha conosciuti da ragazzo, e uno Sclavi, che per 25 anni almeno nella fantascienza e nell'horror ci si è trovato letteralmente immerso. Per di più ripeto, stiamo parlando di film e di libri spesso fortissimamente visionari, magari anche imperfetti, ma così forti e spesso originali che da 30 anni rappresentano il termine di paragone, pressocché insuperato, del genere. Film e libri che hanno esercitato un'influenza fortissima su Sclavi, evidente nelle storie (senza il film Morti e Sepolti del 1981 credo che non sarebbe MAI esistito La Zona del Crepuscolo, che di quella pellicola è un plagio o quasi), ma hanno sicuramente coinvolto anche molti altri autori. Per esempio, mi pare che nelle discussioni su Dylan Dog non si parli mai dello storica antologia Splatter, che ha avuto un revival, non so quanto riuscito, qualche tempo fa. Eppure Splatter, Mostri, Nosferatu e tutte le altre riviste del gruppo Acme erano caratterizzate dalla stessa identica (ripeto: identica) verve che contraddistingue il Dylan Dog delle origini: un misto di incubo visionario, ammazzamenti creativi e molto umorismo, anche urlato e grezzo.
Insomma, per farla breve, Dylan Dog per me è figlio di due fattori: un'epoca che, per quanto riguarda il genere horror/fantastico è stata praticamente irripetibile e degli autori, Sclavi ma non solo, che avevano, per formazione e sensibilità personale, la capacità di immergersi totalmente in quell'ondata cinematografica e letteraria e pescarne, o riprodurne, gli elementi più riusciti, magari anche barando un po' e sorpassando il confine tra legittima ispirazione e citazionismo e prestiti "disinvolti". Autori che molto probabilmente erano anche dotati di una buona cultura personale non strettamente legata alla cultura pop: per me il fumetto che più si avvicina al Dylan Dog delle origini, non tanto per atmosfera quanto per approccio e "densità" di lettura è uno solo, Napoleone di Ambrosini, che è sicuramente uno dei lavori più "colti" mai pubblicati dalla Bonelli.
Tutta questa lunghissima disquisizione per dire che secondo me il Dylan storico è morto e sepolto. Morto, morto, morto. Perché era strettamente legato a un'epoca che non esiste più e ad autori (Sclavi ma non solo) che non hanno più la verve né il desiderio di cimentarsi col personaggio. Non si può fare niente al riguardo, solo rassegnarsi, e magari - se proprio si sente la nostalgia di quel periodo - recuperare un po' di materiale in quella miniera di film, magari neanche eccelsi ma spesso divertenti e visionari, che hanno fatto parte del "bacino" in cui Dylan ha pescato a piene mani.
Per quanto riguarda la domanda fatidica "E ora?" sospendo il giudizio. Io non so bene cosa stiano combinando Recchioni e gli altri: le varie aggiunte, Carpenter, Raina, ecc, mi sembrano solo aggiustamenti cosmetici con poco sugo, ma ripeto che sono opinioni da esterno, non ho letto le storie e non ho molta voglia di farlo, quindi non saprei. Ho la sensazione che tentare di restaurare le atmosfere sclaviane aggiornate ai tempi moderni (ma senza la sensibilità di uno Sclavi, senza la forza culturale delle influenze dirette di cui sopra, e soprattutto in un contesto che oggi mi sembra assai più politicamente corretto di quanto non lo fosse negli anni '80) sia destinato a fallire, o al massimo a creare uno di quegli emuli moderni, magari anche un po' sfigati, del bel periodo dei gialli italiani degli anni '70. Insomma, non credo che si potrebbe creare nessun Profondo rosso, ma al massimo, se proprio va di culo, uno Shadow di Zampaglione (che sì, ha delle cose carine, ma non aggiunge granché a quanto già si conosce del genere horror e soprattutto non è stato quella rinascita che tutti incautamente strombazzavano all'epoca dell'uscita) o, nel peggiore dei casi, un Siero della Vanità di Infascelli (che, per chi non l'avesse visto, fa schifo). E quindi?
E quindi non lo so. Però personalmente credo che l'idea che tutti i personaggi a fumetti possano vivere per sempre sia un luogo comune. In realtà esistono migliaia di personaggi che erano così legati e un periodo o a un autore che di fatto sono finiti nel Valhalla dei fumetti quando quel periodo è finito o quell'autore è morto. Per esempio, Flash Gordon o Mandrake (a parte qualche nostalgico revival di breve durata della Dynamite). A volte li si è tenuti in vita artificialmente per ragioni di cassetta, come nel caso di Asterix, che però resterà per sempre legato all'umorismo di Goscinny, e i cui albi hanno conosciuto un ovvio declino qualitativo dopo la fine dell'autore del Piccolo Nicolas. Io non so se Dylan appartenga a questa categoria, ma nemmeno lo escludo, e in questo caso credo che la cosa migliore - in primis da parte dei lettori, ma in fondo anche da parte degli autori - sarebbe semplicemente abbandonarlo al suo destino ed evolversi verso altri lidi fumettistici. In fondo, non sarebbe la fine del mondo.
Intervento da applausi a scena aperta.
Myskin, lascia soltanto che io ti dica che questo è il miglior messaggio che abbia mai letto su questo forum.
alemans123 ha scritto:
La realtà (almeno per me) è che gli albi ispirati (albi come Il prezzo della morte per intenderci) nascono e sono senza tempo. Nascono perché servono all’autore per liberarsi di un peso e non c’è un modo necessario per farli arrivare. Arrivano e basta. E indipendentemente dall'età, dagli impegni altri che uno può avere.
Io sono d'accordo ma questa non deve neppure diventare la scusa per scrivere delle schifezze.
Oltretutto, il mio era un discorso ben più ampio dato che accentuavo il fatto che Paola Barbato non scrive delle grandi storie dal 2004.
alemans123 ha scritto:
Si dice inoltre che la continuità non c’è. E ci credo. Quella fase prospettata di un’anno di storie intrecciate tra di loro non mi sembra sia ancora arrivata. L’unica continuity (se così si può chiamare) che c’è fino ad ora è quella di “E cenere tornerai” che più che una continuity mi sembra un richiamo agli albi precedenti e non certo una continuity (un po’ come in “La donna che uccide il passato”).
La continuity non ha mai fatto bene a Dylan Dog e su questo, forse, dovremmo tutti riflettere.
alemans123 ha scritto:
Io credo che il problema sia il modo in cui oggi molti di voi si avvicinano a leggere Dylan Dog, pretendendo capolavori assoluti oppure con un pregiudizio latente.
Io però non pretendo di leggere dei
capolavori ogni mese poiché so bene che ciò non è possibile.
Ciò non deve tuttavia spingermi a pensare che non li rivedrò mai più.
alemans123 ha scritto:
[ ... ] davvero “Il ritorno del Mostro” è più bella di “Nel fumo della Battaglia”? o “Fra la vita e la morte” de “Il cuore degli uomini”?
Sì, senza dubbio alcuno.
alemans123 ha scritto:
Oggi mi sembra che ci si approcci a leggere DD in maniera diversa ...
Mi sembra normale che quando fai una campagna propagandistica degna dell' Istituto Luce le aspettative salgono alle stelle.
alemans123 ha scritto:
... e questo ne falsa in un certo modo il giudizio.
Io albi quali
Spazio profondo,
Anarchia nel Regno Unito e
Nel fumo della battaglia li ho apprezzati.
Posso essere dunque classificato come un hater ?
alemans123 ha scritto:
Sarà per gusti ma non la vedo così grigia come viene dipinta.
Questa è
anche una questione di gusti e, a tal proposito, non discuto.
alemans123 ha scritto:
Faccio un discorso generale perché l’albo del mese non l’ho ancora letto. Nel weekend lo leggerò e scriverò le mie impressioni.
Allaccia le cinture.