nedellis ha scritto:
Se le storie sono buone, per me può anche montare macchinine del lego. Non è di certo per tutte quelle cose che hai elencato che mi piace Dylan Dog.
Il mondo (anche extra Bonelli) è pieno di buone/ottime storie. In genere, seguendo una serie, ci si affeziona (NON ci si appoggia) a certe caratteristiche del protagonista, positive o negative che siano, a certe idiosincrasie, stile di vita, ragionamento, ideale, e aggiungo, anche senza voler troppo scavare nel suo passato. Lo si accetta così, oppure si interrompe la lettura dopo qualche numero. Purtroppo oggi è scioccamente riuscito a passare un messaggio diverso: chi si aspetta di ritrovare, nel caos (che c'è sempre stato) delle storie,dei punti fissi del protagonista è tacciato d'essere un nostalgico reazionario e talebano, e per permettere a chiunque voglia di scrivere un Dylan c'è la scusa pronta: uno, nessuno e centomila. Culo parato in ogni caso!
Posso anche non notare più se Dylan dice Giuda Ballerino, o non si appoggia più alla sedia, se non fa più il galeone o non suona più il clarino, ma se inizano a mancare queste piccole abitudini, insieme al tratto ironico-malinconico e (perchè no) polemico-politico del protagonista, allora che me ne faccio delle belle storie con su scritto (semi-trasparente, perchè noi osiamo) DYLAN DOG? Leggi Mohawk River, quella storia si sta rivelando davvero ottima, anche se nessuno monta macchinine del lego.