alemans123 ha scritto:
Don Cristo:
Alla tua domanda se mi piace quello che è diventato Dylan ti rispondo sì. Nella fase 2 sono state solo due le storie che non mi sono piaciute/insufficienti (Gli spiriti custodi e benvenuti a wickedford), una la storia da 6- (Mai più Ispettore Bloch), una da 6,5 (Il sapore dell’acqua), due da 7 (Anarchia e Caos) due da 8 Spazio Profondo e nel fumo della Battaglia) due da 9 (Il cuore degli uomini e cenere tornerai). Per me quindi nel complesso è andata bene.
Etilpropano:
Sai che rileggendo il tuo post non vedo questa grande differenza tra le due storie? Certo cambia il tema trattato (amore adolescenziale contro spirale depressionistica/paranoica di DD) ma i modi mi sembrano simili. Entrambi usano le visioni ed entrambi non escono poi di fatto dalla realtà (alla fine DD vive nella realtà e noi viviamo il modo in cui lui vede la realtà). Sulla malattia di DD invece a me pare che indubbiamente si riferisce agli eventi degli albi passati ma niente vieta che si riferisca anche a cose che sono successe ma nn sono state scritte/mostrate (altrimenti chissà quante pagine avrebbero dovuto riempire!!). E’ giusto questo? Boh c’è a chi piace a chi no sicuramente. Io credo fosse quasi necessario lasciare un po’ di inspiegato per non riempire troppo gli albi precedenti dei cambiamenti intorno a DD. Poi può piacere oppure no.
Groucho è strano, ne IL Lungo Addio, fondamentalmente per avere un effetto comico sopra tutto all’inizio. Poi sono d’accordo che in quella storia un Groucho serio o non serio nn sarebbe cambiato nulla. Qui DD è malato. “Perché Dylan è malato?” La risposta non può essere perché ne ha bisogno la Barbato. Altrimenti ogni albo avrebbe questa risposta. E’ malato per gli avvenimenti avvenuti in precedenza. Poi, la depressione o la paranoia o comunque questa malattia psichica di Dylan può non avere motivazioni “razionali” e non ha forse neanche senso cercarle dicendo “Ma dai come può essersi ammalato per questo?”. Anche perché la domanda che potrei porre io sarebbe “E perché non avrebbe dovuto ammalarsi per questi motivi?” Per noi può essere poco quello che ha subito Dylan, per lui in quel periodo può essere invece qualcosa di distruttivo.
Mi rendo conto che è contorto e che probabilmente mi sono anche ripetuto rispetto al post precedente.
Grazie per la risposta! Allora, il mio problema è il seguente: a me Dylan come personaggio non piace più. Non passa mese senza che noti uno o due cose che mi sembrano del tutto "fuori". Il più delle volte si tratta di una battutaccia o un commento fuori luogo o una considerazione particolarmente banale - e questo è trasversale, ma mi è capitato più spesso con le storie di Barbato e Recchioni. Ora io sono un pieno sostenitore della teoria secondo cui Dylan non andrebbe trattato narrativamente da protagonista, perché il Dylan degli anni migliori era poco più di un collante fra un albo e l'altro, più un' "ambientazione", uno sfondo che un personaggio a tutti gli effetti, ma aveva comunque delle caratteristiche che me lo rendevano vicino in qualche modo. Ora questa vicinanza non la sento assolutamente, anzi ti dirò che mi sta salendo proprio sul c***o. E' una versione più infantile e paradossalmente meno sfaccettata di quella originaria (dove le sue sfaccettature mi sono sempre sembrate più il risultato di varie esigenze narrative che altro - vedi Morgana: io continuo a considerare assurdo pensare che la Morgana che è sua madre e la Morgana che lui ama misteriosamente nell'albo omonimo siano la
stessa persona, ma questa è un'idea mia e non voglio dilungarmi troppo qui). Da un lato abbiamo Barbato che scrive lo stesso Dylan da tre lustri, dall'altro Rrobe che almeno ci prova a proporre lati più o meno inediti del personaggio, in mezzo Simeoni che spazia dall'action al neutro al boh. Trent'anni fa Sclavi ci proponeva lati diversi dello stesso personaggio con la sicurezza di chi ha a che fare con un materiale che gli è proprio (come poteva Dylan essere "off character" se in fondo non era altro che l'alter ego di Sclavi?) ottenendo il risultato di far affezionare alle sue storie persone che dopo anni ancora lo rimpiangono, e dall'altro tre scrittori che propongono un protagonista ogni volta diverso ma soprattutto esagerato, sopra le righe, al filo della parodia (e che cos'è la parodia se non la voluta esagerazione di una cosa che non piace?)
Preciso che non sto dicendo che quello delle gestioni precedenti fosse migliore di questo - lo scrivo chiaro e tondo per non sentirmi rispondere "Era meglio quello di Gualdoni, allora?". No, non era meglio. Ma Gualdoni non è più il curatore.
Naturalmente se non vedi questo difetto di caratterizzazione, per te il problema non esiste. Per me sì.
Tornando all'albo del mese e sulla questione malattia: "E’ malato per gli avvenimenti avvenuti in precedenza. Poi, la depressione o la paranoia o comunque questa malattia psichica di Dylan può non avere motivazioni “razionali” e non ha forse neanche senso cercarle dicendo “Ma dai come può essersi ammalato per questo?”. Anche perché la domanda che potrei porre io sarebbe “E perché non avrebbe dovuto ammalarsi per questi motivi?” Per noi può essere poco quello che ha subito Dylan, per lui in quel periodo può essere invece qualcosa di distruttivo."
Io preferirei di gran lunga che una spiegazione non ci fosse, che la malattia sia un semplice escamotage dell'autrice per raccontare la sua storia. Anche perché la spiegazione offerta per me non regge assolutamete. Dylan non può sbroccare per così poco, punto e basta. "E' malato perché sì" è una spiegazione molto più onesta, imo.