Cravenroad7

Anche il radical-chic a modo suo è mediocre.

Non per ripetermi...Dylan Dog non esiste. Esistono solo le sue storie...e sono storie mediocri che fanno di DD un personaggio mediocre e sono (o son state) le storie belle a farne un bel personaggio. Secondo me.
Per restare in Bonelli fatene scrivere uno a Manfredi o a celoni o a Berardi vediamo che Dylan viene fuori.
non dico che gli autori attuali non son bravi anzi. Ma questo non vuol dire che se metti Steve Vai a suonare con pupo vengono fuori bei pezzi. Non so se mi spiego

Scusa ma questo dimostra esattamente che al Dylan originale non fregava una mazza di casa e cose. Per esaltare maggiormente il concetto che le cose non lo possiedono, causticamente chiede di tenere l'oggetto più superfluo che ha. Un giocattolo.
Tralascio poi il fatto che nel #31, oltre ad essere molto seccato di prestarsi ad una cialtronata, sa con chi ha a che fare perché c'è uno scambio di prestazioni (cash o affitto, che cambia?).
Affermare che Dylan per tenersi quella casa sia disposto ad accettare qualsiasi compromesso fa di lui un personaggio banalmente ricattabile. Il mafioso omertoso a cui accennavo pagine fa.

Per il resto è il solito irritante Dylan Barbatiano. Sbagliato (per i miei gusti) da sempre.
Prima il personaggio celava malinconia dietro spavalda ironia.
Poi è arrivata la Barbato e la malinconia è finita davanti a tutto fino a farla strabordare nell'isterismo (eccessivo?) di questo albo.

Ma dove l'hai visto un prete? Indossa una specie di impermebile/spolverino dal taglio futuristico.
Non c'è bisogno di farsi sempre le pippe per sentirsi intelligenti.
Si arriverà all'estremo di un albo fatto di pagine bianche in cui ognuno ci vedrà le genialate che preferisce.

Certo, poi leggo certe cose e m'arrendo


Una curiosità marginale.
Ma il proprietario è lo stesso del #31 o mi sono perso qualcosa? Perché non mi tornano i nomi...

Ci sono stati vari passaggi di proprietà.
Solo in Craven Road 7 (ultimo Maxi) se ne contano tre. E l'ultimo proprietario è diverso da quello citato all'inizio di ...e cenere tornerai.
In Grand Guignol, invece, non viene chiarito se Crabb è il vero proprietario della casa o finge di esserlo per ricattare Dylan.

In una storia (ora non ricordo quale, ma anche lì Dylan stava per essere sfrattato), che detto o pensato chiaramente che gli dispiaceva che il suo padrone di casa non fosse più Crabbs. Quindi l'ha cambiato già da tempo.

Una storia incoerente con altre !!!
Non si era mai visto !!!

Ho scritto "curiosità marginale" !!!
Se la vostra lingua non è l'italiano, ditemi qual è che la studio !!!

Sulle cazzate vi fiondate sempre, eh...

[non edito dopo le risposte degli altri, perché la cosa cambia poco]



Di sicuro nel #31 non si chiamava Dubois come qui, ma Julius Crabb appunto.
Personaggio che fa delle comparsate anche in altri numeri (#94, per esempio) ma se non ricordo male ha fatto anche una brutta fine in qualche CF. Bisognerebbe chiedere agli esperti del Gioco delle Citazioni, anche se la cosa si prospetta poco ecci-(salute )-tante in sé .



Credo che in questa lettura ci sia la chiave per altro, non stando le cose proprio in questi termini.
In realtà Dylan non fa nessun compromesso, non baratta nulla per nulla: subisce sciroppato la piega degli eventi, lascia una domanda a metà (p.94.v) fino ai prossimi totmesi, frastornato dalla paralobotomia esistenziale a cui lo ha costretto la Barbato, e soddisfatto come un puer-Linus a cui ridare la sua casetta, con tanto di lenzuola e galeone, nel covo dei suoi presunti appigli/certezze (p.96).
Avendo pure la faccia (pelosa) di darsi anche il benvenuto come "vero Dylan Dog" a colpi di rasojo .
Secondo me l'unico che cede veramente a compromessi - per il bene di Dylan? per false credenze? per congiure oscure? - rendendosi ricattabile è Groucho...che non credo banalmente plagiato da Irma.
Ammesso che sia davvero lui e non uno dei tanti sosia piovuto da un raduno su un'astronave .

ALOHA QUELLO SPAZIO PROFONDO...
...tra le righe, in cui ci si perde non avendo ancora pensato a cosa scriverci.

Fa un compromesso enorme con la propria coscienza.
Baratta integrità per quieto vivere.
O vogliamo dire che non è manco più un idealista?

Non ci siamo Dear: il compromesso è una nostra riconsiderazione delle modalità di quanto accaduto.
Nelle vignette a disposizione dopo il fattaccio Dylan non mette in ballo né coscienza né idealismi. E' groggy, puramente andato di melone - nonostante si creda guarito - senza porsi il problema né domande, ma di certo non per meschino cinismo o comodato d'uso dell'appropriazione indebita.
Dopo tutte quelle pagine di turbamenti artefatti la Barbato non aveva altro spazio per inserirci pure questo dilemma etico, e quindi ha ben pensato di rifilarci un ebete in solluchero lassista che si lascia abbindolare per sentirsi più sereno a casucciasua .
Quando (e se) si ricorderanno di sciogliere questo leggerissssssimo gap narrativo/character-iale, con qualche altra idea clamorosa a nove colonnati (hype-r)dorici, allora di punto in bianco Dylan si chiederà, come il bello addormentato nel losco: ma un cestino per Natale al mio benefattore dovrò pure farlo...devo trovare l'indirizzo di costui e farmi raccontare davanti ad un thé perché oltre questo appartamento non mi abbia donato anche una collezione di Maggioloni di riserva, visti tutti i casini che ci combino.

UN ALOHA IN CONTINUITY
(questa incompresa...)

All'epoca Crabb era sicuramente il vero padrone di casa.

Nel Numero Duecento, quando Dylan tratta il contratto d'affitto di Craven Road 7 con l'impiegato addetto alla pratica, quest'ultimo specifica che il padrone è anche proprietario di un teatro, dove fa pure il regista.
Non viene fatto il nome chiaro e tondo, ma penso proprio che il "proprietario di un teatro" non possa essere altri che Crabb. E il tetatro ovviamente è il Grand Guignol.

Ci sei andato giù leggero, eh.

Fargli strappare il passaggio di proprietà in faccia al notaio, rinsavendo, rivendicando la propria integrità, recuperando un'identità finalmente libera da cliché sarebbe stato osare davvero*.

Dicevano che su questo finale avrebbero eretto una cattedrale. Ma se il finale fa tornare tutto come prima a che è servito?
Ma quello che conta è il metatesto tanto...


*Oddio, pure farlo zompettare euforico per la casetta finalmente di proprietà richiede una bella dose di coraggio...

Ma poi voi vi radete tenendo il rasoio dritto e andando in su? Credo che sia la cosa che mi è rimasta più impressa di tutto l'albo

ho spiegato cosa intendo con "succede"
non devi certo essere te a insegnarmi la serietà delle depressione
saluti

a me è sembrato un abito tale dalla prima lettura. e anche alla seconda, la terza, la quarta e così via
e se è solo un'interpretazione mia, va bene. è un po' la caratteristica delle storie metaforiche essere aperte alle interpretazioni personali. se no sono storie a chiave. che sono cose diverse.