Cravenroad7

Beh, una buona storia.

è vero che il metafumetto ha rotto, è vero che le storie SU Dylan Dog e non CON Dylan Dog hanno rotto pure loro, è vero che sarebbe sempre un piacere leggere prima o poi una storia horror su Dylan Dog

però dai, una delle migliori storie della fase due (che fino ad ora non ha certo brillato)

Per quanto riguarda Groucho, premesso che non c è tutto questo bisogno di rivelare la sua vera identità (spero non lo facciano mai), ripetendo che sarebbe per un piacere immenso se cominciassero a usarlo come aveva fatto G.Anon su Marionette (per me, il Groucho migliore di sempre)


I Cestaro mi piacciono molto anche se il viso di Dylan l'hanno indovinato poche volte.

Vabbè, comunque dai...storia che mi ha rimesso fiducia per questo nuovo corso sperando che si giochino meglio le future cartucce da sparare e non continuino imperterritamente a fare storie che analizzano Dylan e il suo pubblico (era una figata Oltre quella porta, una ribollitura Il giardino delle illusioni, una ribollitura ulteriore Il giudizio del corvo etc etc..)

Cmq contentissimo per la non troppo lontana storia di Ambrosini!

Non ho ancora letto questo albo, quindi non posso commentare la seconda affermazione, quella riferita a "Oltre quella porta" però, a mio parere non corrisponde alla realtà.
Ma il discorso qui è off-topic, quindi ho preferito risponderti nel topic di quella storia:
https://www.cravenroad7.it/forum/viewtopic.php?f=13&t=1507&p=461607#p461607



Qui non tieni conto del fatto che un albo Bonelli ha una lavorazione di almeno un anno e mezzo.
Nella sua pagina facebook (e penso che non ci sia nulla di male a riportarlo qui) lei ha dichiarato di aver scritto la storia fra Ottobre e Dicembre del 2013, quando ancora la Fase 2 non era iniziata e che quindi, nessuna parte di questa storia nasce come risposta alle critiche agli albi recenti.

Seguono vari spoiler, quindi non proseguite se non avete letto il numero.


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La forza di questo numero, per quanto mi riguarda, non è tanto il discorso metanarrativo (tra l'altro alcune cose scritte nelle recensioni mi sembrano piuttosto tirate per i capelli, tipo il discorso sulle critiche ai lettori), ma il fatto che finalmente Dylan Dog sia tornato a parlare di angosce e paure contemporanee.
Alcuni temi trattati mi colpiscono personalmente (fondamentalmente il dualismo identità/luoghi, in questo mi ha ricordato "Strade perdute" di Lynch), altri li trovo comunque fortemente attuali (paranoia dell'Altro).
La storia si presta quindi a più piani di lettura (per fortuna non è un altro "Il giardino delle illusioni", numero molto apprezzato dalla mia testa ma poco dal cuore) che si incastrano tra loro senza "stacchi".
In alcuni momenti ho avvertito rimandi impliciti ad altre storie (probabilmente frutto della mia immaginazione ): i volti che cambiano di "Margherite", Groucho che se ne va come ne "Il lungo addio", il luogo di pag.33 mi ricorda una storia ma non mi viene il titolo, una certa atmosfera de "Il senza nome" e di "L'ospite sgradito".
Ci sono dei passaggi poi che mi hanno ricordato molto il Dylan di Sclavi: pag.26, 39, la scena 48-53, pag.92-93 ( ).

Sul finale (questo lo metto proprio in spoiler, ché non deve essere letto neanche per sbaglio)



Voto: 10.

1 per me resta una critica a Sclavi
2 qualche dialogo si può sempre cambiare in corsa, prima si fanno tutti i disegni, alla fine si inseriscono i dialoghi nelle nuvolette

E queste due frasi rendono chiaro che sei prevenuto nei suoi confronti, non tanto come autrice (cosa che per me è anche lecita: ci sono autori che a me generalmente non piacciono e quindi do per scontato che quello che scriveranno non mi piacerà, anche se in rari casi mi stupiscono) ma proprio come persona.

1 - Spiegami dov'è il riferimento a Sclavi nella versione originale barbatiana. Perché io non lo capisco. Per me quello che muore potrebbe essere chiunque. Certo, volendo anche Sclavi, ma niente indica che sia davvero lui.

2 - E' lei stessa ad aver dichiarato quello che ho scritto, cioè che non c'è nessun riferimento alle critiche ricevute dalla Fase 2, specificando a chi glielo chiedeva, che non ci sono state modifiche sostanziali ai dialoghi effettuate in tempi recenti.

Noiosa, di nuovo.

Se non l'hai letto perché confuti Trevor a priori? Barbato dice che...E chissenefrega, un autore può dire quello che vuole, l'autoesegesi non è mai stata un metodo valido.

Cioè, quello che un autore dice su eventuali significati della propria storia non ha nessuna importanza?
Per carità, è normale che ciascuno possa interpretare le cose a modo proprio, ma un discorso del tipo "sul questa storia ne so più io che chi l'ha scritta", per me non ha molto senso.

Oppure, in pratica, mi si sta dicendo che l'autrice ha tirato il sasso e nascosto la mano, perché nell'albo se la prenderebbe con le critiche ricevute dalle storie della Fase 2, mentre da un'altra parte negherebbe di averlo fatto.
Beh, un tempo Paola Barbato scriveva su questo forum e credo che molti potranno convenire con me che fra i suoi eventuali difetti non c'era quello di nascondersi dietro un dito.

Poi è chiaro, come sempre ognuno continuerà a credere a quello che preferisce credere.
Tanto gli autori sono brutti, sporchi e cattivi... e in malafede

Ma infatti rispondeva alla affermazione su "oltre quella porta" che ha evidentemente letto.

Non cerchiamo lo scontro subito.
Continuate il discorso, molto bello, sul topic dell'albo.

Tutti siamo prevenuti rispetto a certi autori, nel bene e nel male, si cerca di riconoscere con onesta' quando comunque questi fanno un buon lavoro oppure no. Almeno io ci provo.

Partivo molto prevenuto nei confronti di quest'albo, inutile negarlo.
Ma già a pagina 6, quello sguardo triste di Dylan puntato nel vuoto mi insinuava il dubbio che avrei dovuto ricredermi, come alla fine è successo. Minare le certezze di Dylan, aveva detto Rrobe, era uno dei suoi obiettivi; una carta sicura su cui puntare per scrivere storie interessanti, aggiungo io, anche se in futuro si dovrà utilizzare con molta più parsimonia per non scadere inevitabilmente nel banale, visto che è stata lanciata 4 volte in poco più di un anno. A far da apripista erano già arrivati i "Raminghi", che non a caso mettono lo zampino anche in questo albo. Sono seguiti Spazio Profondo e Il cuore degli uomini che hanno definito chiaramente le intenzioni del nuovo corso. Con "...E cenere tornerai" il cerchio non si chiude, ma il gioco funziona ancora. Dopo una prima fase di recap, ci trascina in una girandola di allucinazioni, alcune divertenti, altre angoscianti. Poi emoziona, in una manciata di pagine (da 81 a 88), splendidamente illustrate dai Cestaro, che sono il centro pulsante della storia, tutto il significato che Barbato ci consegna, anche metafumettisticamente parlando, se volete (la chiave di lettura c'è, forte, anche se ognuno è liberissimo di vederci quello che vuole).
Di contro, i 4 albi che ho citato, imho i migliori finora della gestione Recchioni, fanno apparire quanto mai superflue (almeno per ora) i nuovi elementi dalla fase 2, così come le storie che li hanno introdotti.
Un filo di dialoghi di troppo per centrare l'ottimo pieno che però gli regalo lo stesso. Sperando non sia un punto di arrivo, ma davvero una nuova partenza mi aggiungo anch'io al "Bentornato, Dylan Dog".

P.S. Su Groucho

Essenzialmente l'ennesimo carosello allucinato pieno di colori (bianchi e neri). Che spesso perde colpi e a volte affascina a dovere. Ben scritto non lo definirei, piuttosto ben immaginato. E ben disegnato, certo.

Purtroppo si ingabbia da solo nel metafumetto autoreferenziale, celebrando il funerale definitivo del Dylan di Sclavi (non senza un certo gusto, si nota), cosa che lo renderà certo memorabile ma probabilmente non degno di essere letto fuori dagli schemi dell'attuale discussione autori-fan conservatori.

A margine di ciò trovo insopportabile questa retorica per cui tutti i Dylan, anche di Sclavi, sarebbero diversi. Una giustificazione patetica (ancor più perché reiterata). Le differenze e i contrasti non giustificano la scelta, soprattutto se operata da apocrifi, di non scegliere delle linee guida. Dylan Dog è allo sbando. O forse si sta solo adattando a certe pretese moderne, chissà.

Ad ogni modo, a Cesare quel che è di Cesare: questo non è certamente il Dylan Dog che vorrei leggere, ma alcune sequenze sono di indubbia efficacia. E il finale, che pure si trova ad esemplificare i cambiamenti di prospettive della testata che non gradisco, con un Dylan sempre più fragile e succube, è uno dei più spassosi di sempre.

Questa storia mi pare nient'altro che un noioso broncio narrativo.

Forse ci sono degli SPOILER


SPOILER


SPOILER


Ho terminato di leggerla con grande fatica e alla fine non mi ha lasciato niente. Marò, il solito conflitto sull'identità di Groucho. Il solito Dylan della Barbato che urla e si comporta come se fosse ancora posseduto dalla ragazzina fantasma di Anime Prigioniere. Facili simbolismi, lui che non riconosce le facce, la farsa, il circo, la sua vita che sembra non appartenergli più, il destino editoriale incerto. Citazioni da Walking Dead (ancora) e Star Wars (ancora) e il 42 di Douglas Adams. Forse c'è anche una mezza citazione dall'ultima stagione del Dottor Who, non ne sono sicuro (ma chi se ne frega?). Le scene più forti sembrano quasi una risposta alla domanda che ci si poneva un bel po' di anni fa: ma se tutto quello che viene raccontato accade "davvero", com'è che Dylan non è ancora impazzito a forza di combattere vampiri mostri e quant'altro?
Qualcuno dica agli autori di DYD che il simbolismo non è l'UNICA tecnica narrativa esistente al mondo, per favore.

Alla fine quello è Groucho o non è Groucho? Groucho è sempre stato "cattivo"? E' un sosia di Groucho (sosiaception!)? E' una rappresentazione simbolica della difficoltà dell'autore a interpretare il personaggio? Mi rendo conto con sgomento che non me ne frega assolutamente niente. A forza di metafore cambiamenti e rivoluzioni strombazzate di qua e di là mi pare che DYD sia diventato la versione ULTIMATE di sè stesso. Qualunque scoperta, qualunque cambiamento mi lasceranno sempre freddo perché il "vero" Dylan Dog è quello che sta a prender polvere sui miei scaffali da anni. Qualunque cosa accada in questo universo parallelo non mi appassiona e non mi coinvolge. Il fatto che gli autori stiano ragionando su questa sensazione di straniamento che in molti proviamo non garantisce che si riuscirà ad uscirne, soprattutto visto che si sta andando in una direzione opposta in cui l'incapacità a fare di meglio viene ritualizzata e le critiche vengono narrativizzate producendo roba inutile come l'albo di questo mese, una cosa che non esiste se non nell'ormai estenuante, infinito ragionamento su sè stessa.
Ah, dimenticavo: complimenti al comparto grafico

(non è vero: non mi sono piaciuti manco i disegni)

Alla fine sono riusciti a trasformaRe dylan
dog in john Doe.
Storia epocale?Groucho è un fake?

groucho



chi è john Doe?

Per me vi fate troppe pippe mentali. Il sotto-testo c'è, ma la storia è fruibile anche senza star lì a cavillare che significato può avere Dylan che si fa la barba.
Su Groucho la spiegazione poi è talmente semplice che stavolta e unicamente su quel punto concordo con Trevor