Don Cristo ha scritto:
Kowalsky ha scritto:
Fuori di battuta, non ho nulla contro l'erotismo e lo splatter. Penso però che siano solo alcuni dei tanti elementi che concorrono a formare quella cosa complessa e contraddittoria che è Dylan Dog.
Penso poi un'altra cosa, l'erotismo e lo splatter in ogni caso non impattano più sul pubblico come impattavano sul pubblico 25 anni fa. La scena della dama in nero spogliata e uccisa con la colata in facciata era un misto di turbamento erotico e orrore, quando la lessi (e la rilessi, e la rilessi, e la rilessi) da ragazzino. Adesso mi fa sorridere. E credo faccia sorridere anche il ragazzino che s'è bevuto le torture di Ramsay in Game of Thrones.
Personalmente trovo molto più disturbanti le scene realistiche di tortura nel Cuore degli Uomini, anche se non sono insistite e muovono fuori campo, piuttosto che gli sbudellamenti e i crani fracassati e le morti violente varie in Mai Più Ispettore Bloch. Quel tipo di splatter lì magari mi da anche un po' di "bei vecchi tempi andati e mi strappa un sorriso". Però mi limito a quello.
Beh, quando si entra nel merito dei gusti personali c'è sempre poco e niente da ribattere. Condivido il concetto che lo splatter, o la violenza esplicita in ogni declinazione, sia sempre stato uno strumento espressivo, se vogliamo un registro, una tecnica: ma d'altra parte DYD agli esordi era un fumetto
horror popolare, di cui mistero, sangue e donnine discinte sono gli ingredienti primari - ma come d'altronde gli alieni misteriosi, la ghettizzazione del diverso e i dilemmi etici legati alla tecnologia sono gli ingredienti primari della fantascienza popolare tipo il primo Nathan Never. Facendo un parallelo proprio con Nathan Never, ci potremmo domandare se oggi nel 2015 abbia ancora senso scrivere storie di robot e mutanti. Su questo punto la penso come Wolkoff, e quindi per me la discriminante principale è la qualità della scrittura. Comunque qua il problema è un altro. DYD è sempre stato un fumetto che in un modo o nell'altro, con uno stile sicuramente particolare, puntava a inquietare, a disturbare il lettore. Se leviamo il sangue (o lo teniamo usandolo goffamente e di
maniera come nella storia della Barbato che citavi prima) come lo inquieti il lettore? Può continuare a esistere DYD senza questa ricerca del "disturbo"? E soprattutto, questa cosa è una priorità della nuova gestione o non si sta puntando piuttosto su elementi altrettanto secondari come la frasona a effetto, la morale predigerita, il simbolismo facile (me ne viene in mente uno in particolare: lo smartphone che trasforma in zombie)?
Beh il simbolismo facile che citi è una metafora classicissima dell'horror: lo zombie come consumatore, da Romero in giù.
Penso che ci possano essere mille modi di inquietare ancora, non penso che l'horror sia morto. Un esempio l'ho fatto, le scene di tortura nel Cuore degli Uomini per me sono profondamente disturbanti. Probabilmente in mano a un disegnatore più realista e meno grafico sarebbero state notate di più.
Ci tengo a precisare una cosa: se dico che le scene splatter non mi impressionano più non vuol dire che le storie che le contengono diventano brutte storie. E a volte qualche scena splatter può ancora impressionare.
E' interessante il paragone con NN, credo che il suo universo fantascientifico sia invecchiato male (essenzialmente perché è nato vecchio, attingendo dal cyberpunk quando il cyberpunk stava già morendo), ma non leggo gli inediti da molto tempo, quindi non posso pontificare.
In ogni caso, penso che la differenza sia che il mondo di DD possa essere aggiornato abbastanza facilmente (resto convinto che tra qualche numero, per esempio, gli autori avranno preso le misure su come usare il telefonino e tutta questa polemiche rifluirà), mentre quello di NN sia paradossalmente molto più rigido nella sua costruzione fantascientifica.
Per me il punto centrale è la modernità. Ci sono storie di DyD scritte 25 e rotti anni fa che colpiscono ancora per la loro modernità, ci sono storie che sono invecchiate ma di cui si percepisce chiaramente la portata che avevano nella loro modernità (Canale 666), ci sono storie che sono nate vecchissime nonostante tentassero di essere moderne (quella su second life di cui non ricordo neanche il nome)