Cravenroad7

Maggiore libertà, maggiore dinamismo...ça va sans dire .

Ma non è così semplice nelle tempistiche e nelle progettazioni editoriali, specialmente per i testi: dovresti riorganizzare tutto a tavolino in anticipo, o peggio, volta per volta, in base a chi ti precede. A catena, costrittiva.
Se un autore scrive una storia da 60pp, gli altri tre devono sapere di averne a disposizione circa 70 residue, e se uno ne ha pronta già una lampo da 12pp, i restanti due dovranno giostrarsi - solo dopo averne saputo le collocazione - le rimanenti 58 su due piedi/episodi, magari negoziando tra loro o improvvisando un re-editing del formato originario.

Come capirete è ben più semplice archiviare tutto con lo stampino aprioristico di un 32 politico (senza lode), che incasinarsi oltre
Questo non vuol dire che la cosa non sia fattibile, ma rivedere certe posizioni è meno agevole di quello che sembra, specie se si contattano autori "esterni" alla scuderia ufficiale.
Con un po' di pazienza si può riassestare ogni cosa, ma pare che la fase2, a livello di scossoni, voglia lasciare il CF uguale a se stesso, a differenza di Almanacco, Maxi, Speciale e Gigante - ahinoi defunto
Forse perché la formula porta (sinora) bene - $$$mente e a livello di commissioni ospitanti - senza avvertire la necessità di riconcettualizzarlo.
Io sinceramente mi giocherei meglio le 300pp dell'Old Boy, dove ci si potrebbe sbizzarrire a manetta libera...senza onanismo ferire

ALOHA PENSIERI AUTO-PRODOTTI

(ah: ho letto le prime due storie di questo CF e non sono niente male!)

A me personalmente piacciono molto le short story, se ripenso ad albi come Il club dell'orrore (non è forse un color fest a tema ma senza il colore?) gli orrori di altroquando, totenzaz, ghost hotel, sette anime dannate, incubus, margherite, gnut, labirinti di paura e tante altre che ora non mi vengono in mente (ma ce ne sono davvero tante) credo che in queste Dylan dia il meglio.
Poi (e la lingua batte dove il dente duole) queste erano storie di Sclavi, che ha dimostrato che si possono fare belle storie in poche pagine.
Ora sta ai nuovi autori tirare fuori il meglio di se.
Di questo CF salvo (con varie riserve) il vestito del demone.
Breve ma ben articolato.

Nessuno ha attaccato le short story come tali, è il color fest che, presentato come pubblicazione di sperimentazione, pare non sia proprio adatto ad essere caratterizzato da quattro storie di poche pagine l'una.
Non dico che in tutti questi anni non ci sia stata una storia che non mi ha colpito, anzi ce ne sono state svariate. Ma rispetto al discorso di "sperimentazione" e all'osare e al principio di staccarsi dal Dylan Dog presentato nella serie regolare, per mostrare il personaggio (e il suo mondo) sotto luci diverse, si è fatto poco.

Infatti la mia storia preferita di Recchioni è Fuori Tempo Massimo.

Per quanto mi riguarda gradirei che fosse composto da storie che per necessità narrativa devono essere a colori. Tipo quella su Nosferatu del primo color.
La sperimentazione mi sembra un palliativo anche molto complicato.

Si esatto, un po' come il 100 e 200 di Martin Mystere

Letto con un certo ritardo.

Onestamente, niente di che. Si parlava di "osare", ma di fatto 1° e 3° storia sono pura routine, mentre 2° e 4° sono decisamente loffie.

seguono
S
P
O
I
L
E
R

Peggy del lago
Il vestito del demone

La 1° e la 3° storia seguono uno schema narrativo ormai consueto in questo genere di produzioni: Dylan viene assunto per indagare su un caso e, dopo qualche traversia, riesce più o meno a risolverlo.

Il numero ridotto di pagine permette di eliminare i tempi morti. Niente lungaggini, niente inutili sequenze-riempitivo con Dylan che cincischia o si fa seghe mentali. Si va dritti al sodo, ed eventuali rallentamenti di ritmo (come nella 1° storia) sono voluti perchè si punta deliberatamente all'effetto "poetico".
Però le trame sono tutt'altro che imprevedibili. Le "sorprese", anche quando ricercate, sono tali solo di nome. Per esempio, nella 3° storia io avevo capito subito che il demone una volta libero avrebbe cercato di fregare Dylan (un demone così orrido e arrogante non poteva che essere anche imbroglione... ), e il sottofinale in puro stile anni '80 non è certo una novità.

Insomma, le vicende sono gestite con buon mestiere, ma non sviluppano alcuna tensione. C'è solo un moderato (seppur non disprezzabile) intrattenimento.

La brevità impedisce alle storie di essere noiose, ma non di essere prevedibili.

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Party Girls

Per questa storia vengono in mente le stesse considerazioni fatte dai forumisti all'epoca del Dylan Dog HUMOUR Fest. "Se si ha a disposizione un autore come Cavazzano, che dà il meglio in sè in campo umoristico, perchè fargli disegnare una sceneggiatura seriosa?" Da un lato il disegnatore non può sfoggiare le sue qualità migliori e dall'altro la storia soffre perchè il lettore pensa che sarebbe riuscita meglio con disegni più "realistici".

Mirka Andolfo è un'ottima disegnatrice, ma dà il suo meglio in storie umoristiche o erotiche. Una vicenda così seria -e a tratti addirittura cupa- non è assolutamente nelle sue corde. Al punto che alcuni forumisti hanno addirittura avuto l'impressione che la povera Andolfo non fosse neppure capace di disegnare!!!
E' come avere a disposizione una Ferrari da Formula Uno e usarla per correre la Parigi-Dakar! Non funziona, non può funzionare. Neanche come "esperimento".

A parte questo, la sceneggiatura è raffazzonata e sconclusionata, modesta sotto ogni punto di vista.

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Come si diventa cattivi

La 4° storia è il rifacimento di una vecchia opera dello sceneggiatore cui per l'occasione è stato aggiunto a forza il personaggio di Dylan. E si vede! Dylan compare appena e per il poco che fa potrebbe benissimo non esserci.

Buono il reparto grafico, comunque.

Concordo.
Anche se la storia della bicicletta...per carità
Comunque una testata di brevi (magari contenitore) manca in Bonelli...io sarei il primo a comprarla!!!

Una specie di LancioStory o Skorpio bonellide? mumble mumble... l'idea non mi dispiacerebbe... ma forse la cadenza mensile sarebbe troppo rarefatta, me glio importare da quelli anche l'essere un settimanale; ma non credo sarebbe semplice gestire una rivista interamente inedita con quella cadenza nemmeno per la Bonelli.

Mi rendo conto solo adesso che non ho ancora commentato il color.
Prima storia : niente di eccezionale nella norma ,bella dal punto di vista grafico soprattutto per l'idea del lago invisibile, un po' meno come si sviluppa, comunque più che sufficiente. Carina l'idea della seconda un po' meno la realizzazione abbastanza semplice, belli i disegni però poco adatti al tipo di storia li avrei visti meglio in una storia comica.
Terza bella anche se ho dimenticato gia' di cosa parlava.
L'ultima la migliore secondo me, si cerca qualcosa di diverso finalmente. Si sente che Dylan e' infilato a forza in uno schema gia' studiato prima ma comunque funziona ed i disegni sono ottimi.

Nel complesso un color non da ricordare, sufficente ma delude un poco, si e' visto di meglio su questa testata.

Già… dovrebbe fargli una statua al Gualdo per aver avallato un roba simile.

io compro abitualmente skorpio e lanciostory (le mie testate preferite) ma pensavo più a qualcosa tipo strike o il "nuovo" intrepido (quello degli anni novanta di de feo e pennacchioli) più autoconclusive.
io penso sarebbe anche una buona occasione anche per conoscere meglio gli altri personaggi bonelli (ad esempio mi sto procurando gli albi di napoleone dopo aver letto la storia di bacilieri sul COLOR FEST 12) ed invogliarne l'acquisto.
E a proposito (visto che ormai sto annegando nell'OT) qualcuno sa quanto costa il volume su micheluzzi? http://www.sergiobonelli.it/scheda/3856 ... luzzi.html non capisco questa mania di censurare i prezzi.

Simeoni ci metterebbe un'altra v.

Dovrebbe essere sui 6-7 euro come gli altri almanacchi

mi sembra pochino per essere 240 pp a colori...grazie comunque, purtroppo su internet non trovo nessuna info

6.30€. Considera che non sono storie nuove.